Inserisco qui la traduzione “al volo” a me pervenuta dell’articolo The myth and the veil of South Africa anti apartheid democracy is cracking down, presente in iglese nel sito Noi non abbiamo patria. La data dell’articolo è 16 Luglio 2021 dc, io ho apportato ulteriori correzioni alla traduzione.
Il mito e il velo della democrazia sudafricana contro l’apartheid stanno crollando
Le proteste in Sudafrica sono iniziate quando l’ex presidente Jacob Zuma è stato condannato dalla Corte Suprema per corruzione e imprigionato in carcere il 29 giugno.
Zuma è stato il primo presidente Zulu del Sudafrica. Pochi giorni dopo, lunedì scorso, i sostenitori di Zuma hanno iniziato le proteste da Guateng e KwaZulu-Natal. Guateng e KwaZulu-Natal sono terre povere del ghetto di neri intorno alle città di Johannesburg e Durban.
Quella che inizialmente sembrava una protesta politica dei seguaci di Zuma, di una catena di persone, con interessi corporativi, della classe media emergente Zulu e dei proletari oppressi Zulu senza alcuna risorsa economica, presto e subito è diventata una rivolta di massa spontanea e ingovernabile dei sudafricani neri sfruttati e oppressi.
Un’insurrezione generale e massiccia si è diffusa nelle città di Durban e Johannesburg. Le forze di polizia sono state travolte dalla rivolta di massa e dai saccheggi dei poveri. Cyril Ramaphosa, l’attuale presidente del Sudafrica, che ha ottenuto la leadership del Paese dopo l’incriminazione di Zuma, ha ordinato il dispiegamento delle forze dell’esercito nelle città.
Ramaphosa è stato presidente dell’ANC (Nota mia: African National Congress-Congresso Nazionale Africano, è il più importante partito politico sudafricano, fondato nell’epoca della lotta all’apartheid e rimasto ininterrottamente al governo del Paese dalla caduta di tale regime, avvenuta nel 1994, a oggi) fino al 2017. Era un leader sindacale ma negli ultimi dieci anni è diventato un uomo d’affari.
Zuma e Ramaphosa erano entrambi militanti dell’ANC contro l’apartheid. Ma rapidamente si sono allontanati dai reali bisogni dei proletari neri oppressi quando il regime dell’apartheid è finito.
Più di 80 persone sono state uccise durante disordini e saccheggi a colpi di arma da fuoco da parte della polizia e dell’esercito. Alcune milizie pagate sono coinvolte nella repressione nelle strade e agiscono come squadroni della morte nelle povere township (Nota mia: il significato di questo termine realtivo al suo uso in Sudafrica, tratto da Wikipedia il 19 Luglio 2021 dc, è “Nel Sudafrica dell’apartheid con township si designavano quelle aree urbane limitrofe ad aree metropolitane nelle quali abitavano esclusivamente cittadini non-bianchi (neri ed indiani). Un esempio molto famoso è il sobborgo nero di Johannesburg, Soweto, il cui nome stesso nasce dall’espressione “Township di sud-ovest” (SOuth WEst TOwnship). Oggi township ha assunto un significato più ampio come “parte di territorio” ed è usata anche, ad esempio, per definire i distretti industriali “industrial township“”) nere. I proprietari dei negozi sono armati.
La situazione è ancora ingovernabile. La gente ruba generi alimentari, articoli elettronici, TV e radio, scarpe, jeans e vestiti di ogni genere, materassi per i letti, acqua potabile. Agenzie bancarie e altre attività sono vandalizzate e bruciate dalla rabbia del proletariato.
La gente dice che gli altri stanno saccheggiando ed anche lui/lei lo fa, perché altrimenti non rimane nulla a disposizione. Quindi tutti quelli che non hanno nulla generano una reazione a catena generale.
La protesta politica tra le diverse ali dell’ANC in conflitto tra loro è stata travolta da una lotta economica di massa di proletari che hanno poche cose o niente per garantire un minimo di sicurezza alle loro vite.
Gli anni della lotta contro l’apartheid sono lontani per il nuovo giovane proletariato e la lotta anti-apartheid è più lontana dalle loro necessità di risolvere la povertà, l’oppressione, mentre le condizioni di vita si degradano sempre più ogni anno e ogni giorno.
L’insurrezione di massa prende di mira anche le comunità indiane che vivono in Sudafrica. La cittadinanza indiana in Sud Africa è nata dal colonialismo inglese, che ha imposto l’immigrazione degli indiani all’inizio del XX secolo per lavorare alla costruzione della rete ferroviaria della Corona Britannica in Sud Africa. A causa della fine dell’apartheid, questa comunità indiana di cittadini sud africani, come altre di colore, ha avuto la possibilità per la propria classe media di emergere grazie alla media imprenditoria commerciale e produttiva. Non a caso, le accuse di corruzione a Zuma includono molti commerci non legali con imprenditori indiani, uomini d’affari che hanno investito in Sud Africa direttamente dall’India, e la mistificazione della propaganda sugli episodi di xenofobia durante le rivolte nasconde la vera verità dei disordini generali: le proprietà private vengono attaccate.
La profonda crisi generale capitalista si sta approfondendo in tutto il mondo e sta rimuovendo il velo di falsa emancipazione democratica e progressista delle masse nere oppresse razziali sfruttate, che rappresenterebbe la vittoria del sistema anti-apartheid, mostrando la vera natura di ciò che è lo sfruttamento di classe e dell’oppressione del capitalismo ancora in corso.
Come in Palestina l’ANP mostra il suo collaborazionismo con Israele e con l’oppressione capitalistica dell’imperialismo, altre leadership e altri Stati progressisti o rivoluzionari del passato stanno mostrando la loro essenza antiproletaria.
Il mito della democrazia anti-apartheid e dello Stato antirazzista in Sudafrica sta crollando, sotto il colpo della crisi generale del capitalismo.
La fine dell’apartheid in Sudafrica non significa la fine dello sfruttamento di classe e del razzismo. Ha dato solo la possibilità ad alcune classi medie di emergere, rafforzando l’oppressione di classe e razziale della maggioranza delle masse proletarie.
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