Televisione


Televisione

(ultimno aggiornamento 15 Gennaio 2023 dc)

Sono nato nell’ottobre 1954 dc, e la televisione italiana è nata in gennaio-febbraio dello stesso anno. Forse è un segno: sono nato e cresciuto con la televisione, che è stata ed è gran parte nella mia vita, nel bene, poco, e nel male, tanto. Alla faccia degli snob che “io non guardo la televisione….”. Fatti loro. Io non andavo a letto dopo Carosello, e guardavo la televisione, soprattutto da piccolo affascinato e divertito, insieme alla famiglia, fino a tardi.

Sono anche riuscito a godere di due grandi emittenti, la Televisione della Svizzera Italiana (sia mio padre che io preferivamo le cronache sportive di questa, asciutte e senza fronzoli, alle scemenze dei vari Pizzul) e Capodistria prima che le potentissime frequenze del nano di Arcore le oscurassero completamente.

Come abbastanza recentemente (dopo il 2010 dc, credo) ha fatto notare Filippa Lagerback parlando della televisione in Svezia, le trasmissioni, allora, non duravano 24 ore come oggi: iniziavano all’ora di pranzo più o meno col telegiornale e finivano a volte prima di mezzanotte. Io sarei per una via di mezzo: qualcosa al mattino, poi una pausa, i telegiornali, una pausa e poi ripresa fino alle 01, 02 di notte, niente notturno. E questo anche per le televisioni private, ovviamente. Ciò sgonfierebbe la corsa al riempimento a tutti i costi e fornirebbe un po’ di sollievo ai telespettatori (anche contro la loro volontà).

Segnalo, nell’elenco seguente in ordine alfabetico, alcuni sceneggiati e serie di telefilm, italiani e stranieri, che hanno fatto epoca negli anni ’60,’70 e ’80 dc (al di là di critiche e appunti che vorrete fare sugli stessi, grazie). Segnalo anche dove potevate o potete trovarli (in DVD e/o VHS). I siti http://www.elleu.com e http://www.nannucci.it, citati nell’elenco, sono da tempo non più attivi.

A come Andromeda

se e dove trovarlo: http://www.elleu.com/ cofanetto 3 VHS nel 2001 dc e poi dvd (al 29 Maggio 2009 dc).

L’11 aprile 2013 dc è stato distribuito in un cofanetto di 3 DVD con booklet interno di 12 pagine dalla Rai-Eri.

Curioso tentativo italiano di fantascienza. Nonostante i tempi lunghi è interessante. Anche qui una splendida Paola Pitagora e un intenso Luigi Vannucchi. Tra gli altri interpreti Tino Carraro, Franco Volpi, Giampiero Albertini e anche, in un piccolo ruolo, Inisero Cremaschi, scrittore di fantascienza, autore dell’adattamento televisivo del romanzo A for Andromeda, che a sua volta era la trasposizione letteraria degli autori della serie inglese della BBC del 1971 dc.

Tra le curiosità il fatto che la parte della creatura aliena Andromeda per un mese fu interpretata dalla cantante Patty Pravo, che però abbandonò le riprese in Sardegna, motivando più tardi il suo comportamento, venendo sostituita da Nicoletta Rizzi.

A come Andromeda

Nella foto: Nicoletta Rizzi e Luigi Vannucchi

Fu trasmesso in cinque puntate nel 1972 dc.

Agente speciale (in inglese: The Avengers)

se e dove trovarlo: http://www.elleu.com/ 3 volumi da 3 dvd ciascuno (al 29 Maggio 2009 dc)

Accattivante serie inglese: tra gli interpreti, oltre al bravissimo Patrick McNee che interpreta l’agente segreto inglese John Steed, una splendida Diana Rigg che interpreta la seconda, e più famosa, delle sue compagne di avventura: Emma Peel.

Da Wikipedia, consultata il 26 Marzo 2018 dc:

Agente speciale (The Avengers nell’originale inglese) è una serie televisiva britannica prodotta negli anni sessanta. Tratta di agenti segreti in un’ambientazione di fantasia. Il programma, prodotto dalla compagnia televisiva Associated British Corporation e ideato da Sydney Newman, è uno dei primi esempi del genere fanta-spionistico (SpyFi in inglese) che combina trame di spionaggio con elementi fantascientifici.

La serie si compone di 6 stagioni, nelle quali il protagonista John Steed, un agente speciale, è affiancato da un partner nella risoluzione delle indagini, spesso ai confini della realtà. In queste 6 stagioni, John Steed è sempre impersonato da Patrick Macnee. Tutte le stagioni sono state realizzate in Inghilterra, dal gennaio 1961 al settembre 1969, le prime 4 in b/n e le ultime 2 a colori per un totale di 161 episodi. La sigla di coda della serie è il brano Avengers (di G. Ferrio, P. Cassia e F. Monti Arduini), cantato da Nancy Cuomo. Fu un notevole successo, anche radiofonico.

Il seguito televisivo della serie, Gli infallibili tre (The New Avengers) è stata prodotta e girata nel 1976 (prima stagione) e nel 1977 (seconda stagione) in Inghilterra, Francia e Canada. Si tratta di 26 episodi in tutto, John Steed, sempre interpretato da Patrick Macnee, è affiancato da Purdey (Joanna Lumley) e Mike Gambit (Gareth Hunt).

Nel 1998 le gesta di Emma Peel e John Steed vivono una nuova vita nel film The Avengers – Agenti speciali (The Avengers) di Jeremiah Chechik. Ad interpretare i due agenti speciali sono chiamati Uma Thurman e Ralph Fiennes, mentre l’ex 007 Sean Connery si diverte nella parte del cattivo.

Arsenio Lupin (in francese: Arséne Lupin)

Lo scanzonato e divertente George Descrieres, attore della Comedie Francaise, interpreta splendidamente le mirabolanti avventure del ladro gentiluomo. La serie televisiva è stata co-prodotta da otto Paesi, tra cui l’Italia, ed era composta da 26 episodi di 55 minuti ciascuno, divisi equamente in due stagioni, con protagonista Arsenio Lupin, il ladro-gentiluomo creato da Maurice Leblanc, interpretato da Georges Descrières. La serie fu trasmessa nelle sue due stagioni tra il 1971 e il 1974, più le numerose repliche. Le sigle delle due stagioni, Arsène e Gentleman-Cambrioleur, composte da Jean-Pierre Bourtayre e interpretate da Jacques Dutronc, ebbero un grande successo.

Attenti a quei due (in inglese: The Persuaders)

Roger Moore (il raffinato inglese Lord Brett Sinclair) e Toni Curtis (il rozzo americano Danny Wilde) in una divertente serie di avventure poliziesche. Da Wikipedia il 26 Marzo 2018 dc:

Attenti a quei due (The Persuaders!) è il titolo di una serie televisiva britannica ideata e prodotta nel 1970-1971 da Robert S. Baker e trasmessa nel 1971-1972 in una sola stagione di 24 episodi dalla rete televisiva ITV (negli Stati Uniti fu invece distribuita, all’incirca nello stesso periodo, dal network ABC).

La serie gioca sulla forte diversità dei due personaggi, rivali e amici impegnati in scanzonate avventure ambientate attraverso l’Europa, tra belle donne, automobili di lusso e fine humour inglese.

Attenti a quei due

Nella foto: Tony Curtis e Roger Moore

Il titolo originale era The Friendly Persuaders, ma il “Friendly” venne eliminato prima che la serie raggiungesse la televisione.

La serie si caratterizzò ai tempi per il budget altissimo, 100.000 sterline del tempo. I ruoli dei due protagonisti furono affidati a due star del calibro di Tony Curtis (la cui carriera cinematografica era in declino dopo i fasti degli anni cinquanta), nel ruolo del milionario statunitense Daniel Wilde e di Roger Moore (reduce da un decennale successo come Simon Templar nella serie Il Santo – The Saint), qui nei panni del pari inglese Lord Brett Sinclair.

Di Attenti a quei due rimane celebre anche il motivo musicale della sigla, uno dei più famosi e riconoscibili della storia televisiva, composto da John Barry, già autore delle musiche dei film di James Bond, che utilizzò uno strumento di origine araba, il Qanun.

La precipitosa chiusura della serie, di cui infatti non esiste un episodio conclusivo, fu determinata da numerose concause mai completamente chiarite. La principale fu lo scarso successo che ottenne negli Stati Uniti (a fronte di ascolti record in Europa), forse dovuto alle sue caratteristiche, per quei tempi fin troppo innovative e ironiche per il pubblico statunitense; a questo si aggiunse la volontà di Roger Moore di vestire i panni di James Bond.

Nel corso del 2004 è uscita in 12 DVD la versione rimasterizzata con le scene eliminate nell’edizione originale italiana e audio italiano e inglese (ma il titolo nella sigla non è quello italiano come nei master per la tv).

Belfagor il fantasma del Louvre

se e dove trovarlo: http://www.elleu.com/ al Maggio 2009 dc , http://www.nannucci.it/

Indimenticata serie ambientata a Parigi, storia un po’ complicata e anche divertente. Da dimenticare la versione cinematografica del 2001 dc. Da Wikipedia (ma consultate anche Anima mia, di cui è impedita la copia) consultato il 26 Marzo 2018 dc:

Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre è una serie televisiva francese, trasmessa su ORTF in 4 puntate dal 6 al 27 marzo 1965, e in Italia dalla RAI in 6 puntate, dal 15 giugno al 21 luglio 1966, prima sul Secondo Canale, poi – gli ultimi due episodi – sul Programma Nazionale: la RAI infatti cambiò «eccezionalmente» non solo il canale di trasmissione ma anche il giorno di programmazione (dal mercoledì delle prime quattro puntate al giovedì per quelle finali). La serie è stata replicata diverse volte: in 4 puntate da 70 minuti e in 19 puntate ognuna da 15 minuti, sempre sulla RAI.

L’audience della prima messa in onda nel 1965 in Francia è risultata eccezionale: 10 milioni di telespettatori su 48 milioni di abitanti, il 40% dei quali possedevano un televisore.

La versione commercializzata su DVD è strutturata su 4 episodi che rispecchiano l’edizione originale francese del 1965; i titoli degli episodi e le date di diffusione sono i seguenti:

  1. Le Louvre (Il fantasma del Louvre), 6 marzo 1965
  2. Le Secret du Louvre (Il segreto del Louvre), 13 marzo 1965
  3. Les Rose-Croix (I Rosacroce), 20 marzo 1965
  4. Le Rendez-vous du fantôme (Appuntamento col fantasma), 27 marzo 1965

Visto lo straordinario successo, anche nella successiva messa in onda del 1968, la serie è stata replicata nel 1978 su Antenne 2, divisa in 13 episodi, con i seguenti titoli:

  1. Les Rendez-vous du fantôme
  2. Le Louvre
  3. Belphégor attaque
  4. Ménardier dans l’impasse
  5. Le guet-apens
  6. Le secret du Louvre
  7. La Veuve de 4 heures du matin
  8. Le secours aux noyés
  9. Bellegarde se fâche
  10. L’Homme au chien
  11. La Lumière noire
  12. P.-S. : Soyez là à minuit
  13. Le Voile se déchire

Belfagor

Nella foto: una scena di Belfagor

Belle et Sebastien

Nulla a che vedere col gruppo musicale Belle and Sebastian. Una serie di avventure nelle Alpi svizzere con un bambino, Sebastien, e un bianco pastore maremmano, Belle. Sceneggiato in bianco e nero di produzione francese, in tre serie: si trova qualcosa su YouTube. Molti anni dopo il cartone e i film. Negli ultimi anni, dal 2010 dc, sono usciti nuovi film.

Bonanza

Una mitica famiglia del West. Telefilm Usa trasmesso originariamente dalla NBC per 14 stagioni dal 1959 al 1973 dc per un totale di 431 episodi, la durata era di circa 60 minuti. In Italia la serie è comparsa nel 1962 dc, e le vicende della famiglia Cartwright sono diventate molto popolari.

David Copperfield

se e dove trovarlo: intorno a Ottobre 2001 dc in quattro cassette nelle edicole, http://www.elleu.com/ raccolta 4 dvd (al 29 Maggio 2009 dc).

Sceneggiato, come si chiamavano allora, in 8 puntate, trasmesso, come prima visione, tra il 26 dicembre 1965 e il 13 Febbraio 1966 dc. Ricavato dal comanzo di Charles Dickens, aveva come interpreti il bravo Roberto Chevalier che impersonava David bambino (l’attore, da adulto, si dedicò maggiormente, e con successo, al doppiaggio), Giancarlo Giannini che interpretava il progagonista adulto, e uno stuolo di attori teatrali e televisivi, tra i quali Ileana Ghione, Fosco Giachetti, Roldano Lupi.

E le stelle stanno a guardare

se e dove trovarlo: http://www.elleu.com/ raccolta di 5 dvd e 5 dvd singoli (al 29 Maggio 2009 dc).

Sceneggiato in 9 puntate, trasmesso inizialmente sul Programma Nazionale di RAI dal 7 Settembre al 9 Novembre 1971 dc. Tratto dal romanzo omonimo di Archibald Joseph Cronin, narra le vicende della famiglia Barras, proprietari, e della famiglia Fenwick, lavoratori di una miniera nell’Inghilterra degli anni Venti del Novecento. Tra gli interpreti Andrea Checchi, Giancarlo Giannini, Orso Maria Guerrini, Anna Miserocchi, Enzo Tarascio, Anna Maria Guarnieri, Loretta e Daniela Goggi.

George e Mildred

se e dove trovarlo: in edicola in dvd da agosto 2009 dc prodotto da Hobby & Work.

George e Mildred

Nella foto: i cinque protagonisti della serie iniziale Un uomo in casa

Spassosa serie britannica del 1976, fortunato seguito indiretto, o spin-off per i fanatici e gli anglofili, dell’altra popolare serie Un uomo in casa.

Da Wikipedia il 21 Marzo 2018 dc:

Ne furono prodotti 38 episodi in 5 stagioni.

Nel 1977 andò in scena un adattamento teatrale della serie; da questo nacque anche una versione americana, I Roper (a sua volta spin-off di Tre cuori in affitto, versione statunitense di Un uomo in casa).

Nel 1980 venne prodotto il film per la TV George e Mildred, trasmesso in Italia il 1º gennaio 1983.

Pochi mesi dopo l’uscita del film, nell’agosto 1980, la protagonista Yootha Joyce morì a causa di una grave forma di epatite, contratta in seguito all’abuso di alcol. La serie si interruppe mentre erano in corso i preparativi per una sesta stagione.

La Rai acquistò i diritti e trasmise gli episodi alla fine degli anni settanta, per riproporli anche negli anni ottanta. Dopo alcune repliche mandate in onda in orario notturno da Canale 5, furono soltanto il canale satellitare Jimmy e la rete TSI a mandare in onda le avventure della coppia britannica.

Da segnalare il doppiaggio italiano di George e Mildred, con le voci di Gianfranco Bellini e Anna Miserocchi, quest’ultima abile nel rappresentare il frequente intercalare “Oh, George!” con il quale Mildred era solita riprendere suo marito alla prima occasione di disappunto.

I banditi del re

Appassionante, malgrado i protagonisti fossero contro la rivoluzione francese….Scarne e disordinate le notizie in internet, mi riprometto di indagare con più calma.

La serie originale è francese, del 1966 dc, il titolo era “Les Compagnons de Jehu”, vedi notizie sui fatti veri che ispirarono il romanzo di Alexandre Dumas padre qui. Non c’è traccia di quanti fossero gli episodi. All’epoca parteggiavo per i protagonisti perché non capivo nulla, non avevo nemmeno 13 anni, poi, dopo il 1969 dc e la partecipazione politica, presi le parti dei rivoluzionari francesi. Ma il telefilm mi era piaciuto, come tanti di quell’epoca, e lo rivederei volentieri (a trovarlo!)

I banditi del re

Nella foto: due protagonisti della serie

A questo link un singolo fotogramma e un breve pezzo sonoro da una registrazione in audiocassetta dalla televisione: https://www.dideo.ir/v/yt/6rgWZAfk5HQ/i-banditi-del-re-les-compagnons-de-jehu

I Buddenbrook

Sceneggiato del 1971, in 7 puntate, tratto dal romanzo di Thomas Mann I Buddenbrook: decadenza di una famiglia. Narra le vicende di una famiglia di mercanti tedeschi di granaglie nell’Ottocento, tra gli interpreti ci furono Paolo Stoppa, Nando Gazzolo, Ileana Ghione, Evi Maltagliati, Glauco Mauro e Rina Morelli.

I Compagni di Baal

Le videocassette erano disponibili su http://www.nannucci.it tra la fine degli anni Novanta e gli anni 2000: il sito non è più attivo da anni. Le videocassette, prestatemi da una collega, ho tentato di copiarle su altre videocassette ma avevano un avanzato sistema anticopia, che non bastava superare col coprire con nastro adesivo la tacca tolta dal dorso della videocassetta (per altre cassette video ciò era bastato).

I Compagni di Baal

Nella foto: una scena di una riunione segreta dei Compagni di Baal

Col titolo originale di Les Compagnons de Baal era una miniserie televisiva francese in 7 puntate trasmesse per la prima volta nel 1968 dc, incentrata sulle vicende, negli stessi anni di produzione, relative a una società segreta, esoterica e criminale con lo stesso nome, che ha come fine il dominio del mondo.

Da Wikipedia, consultata il 26 Marzo 2018 dc: un giornalista curioso e amante della giustizia, Claude Leroy, insieme al suo amico e collega Pierrot, viene a trovarsi sulla strada di una misteriosa organizzazione criminale ed esoterica e conosce strani ed inquietanti personaggi che si muovono in una trama ricca di colpi di scena. Il tutto nel cuore di una affascinante Parigi degli anni ’60, sconosciuta, impenetrabile, soprattutto nei suoi sotterranei. “I Compagni di Baal”, questo è il nome dell’organizzazione segreta, in riferimento a Baal (divinità antica della Siria ma additato come il demone tricefalo che regna nella parte orientale dell’inferno). Non sono solamente una setta di adoratori di Lucifero, con dei rituali precisi e delle regole rigorose, i cui membri direttivi durante le loro riunioni indossano antichi costumi e hanno il volto celato da una maschera, mentre i membri esecutivi vestono abiti normali e hanno il capo coperto da un cappuccio. Sono anche una potente e pericolosa organizzazione criminale che opera indisturbata seminando il terrore con lo scopo di dominare il mondo, guidata da un uomo dallo sguardo magnetico, inquietante e malvagio che assume diverse identità, tra le quali, quella di sindaco del piccolo paese di campagna di Blaingirey.

Tra gli interpreti Jacques Champreux (Claude Leroy), Gérard Zimmermann (Pierrot Robichat, Claire Nadeau (Françoise Cordier), Jean Martin (M. De Plassans [sindaco di Blaingirey]/Sosia di Hubert de Mauvouloir/Sosia del prof. Lomer/Sosia di Malshadoc]), Popeck (Joseph/Frère Cheval) e René Lefèvre (Pépère).

I fratelli karamazov

Dove e come trovarlo: http://www.elleu.com/ cofanetto 4 dvd (al 29 Maggio 2009).

Grandi interpretazioni per Umberto Orsini nei panni dell’ateo (ma tormentato) Ivan e di Corrado Pani in quelli di Dimitri, e poi il giovane Carlo Simoni che interpreta Aliosha. Altri interpreti erano Lea Massari, Salvo Randone, Carla Gravina, Roldano Lupi, Orso Maria Guerrini e Fosco Giachetti.

Da Wikipedia, consultata il 26 Marzo 2018 dc:

I fratelli Karamazov è uno sceneggiato televisivo diretto da Sandro Bolchi e trasmesso dal Programma Nazionale della RAI nel 1969. Articolato in sette puntate, andò in onda dal 16 novembre al 28 dicembre di quell’anno.

La fiction era tratta dal romanzo omonimo ottocentesco – I fratelli Karamàzov, appunto – di Fëdor Dostoevskij. A curarne la riduzione televisiva e la relativa sceneggiatura fu chiamato lo scrittore e drammaturgo Diego Fabbri.

Karamazov-Ivan

Nella foto: Umberto Orsini interpreta Ivan

Come nel romanzo originale, al centro della storia è la vicenda umana di una famiglia dilaniata dall’interesse materiale, appunto quella dei Karamazov (un padre, Fedor, e tre figli – Dmitri, Ivàn e Alksej – oltre ad un quarto naturale, Smerdjakov, avuto dal capostipite in seguito ad una relazione con una nota vagabonda della cittadina in cui si svolge la vicenda), capace di trasformarsi in un groviglio di vipere.

Il cavalier Tempesta

Il Cavalier Tempesta (titolo originale Le Chevalier Tempête) è una serie televisiva francese del 1967 diretta da Yannick Andrei. Tra gli interpreti Robert Etcheverry, Jacques Balutin, Denise Grey, Genevie’ve Casile, Giani Esposito, Mario Pilar.

Da Wikipedia il 9 Dicembre 2022 dc:

La serie è ambientata nel XVII secolo, durante la guerra di successione di Mantova e del Monferrato, combattuta tra Francia e Spagna durante la Guerra dei trent’anni. La fortezza di Casale, capitale del Monferrato, è assediata dagli Spagnoli e si trova in difficoltà. Il cardinale Mazarino cerca di arrivare a un negoziato prima della capitolazione della città: lo aiuta un valoroso cavaliere, François de Recci detto “il Cavalier Tempesta”, che cerca di sventare gli intrighi di don Alonzo, condottiero spagnolo.

Il cavalier Tempesta

Nella foto, il protagonista

Il Conte di Montecristo

Una ben riuscita serie con Andrea Giordana.

Da Wikipedia il 9 Dicembre 2022 dc:

Il conte di Montecristo è uno sceneggiato televisivo in otto puntate realizzato per la RAI – Radiotelevisione italiana, andato in onda nel 1966 sul Programma Nazionale.

Diretto da Edmo Fenoglio (che ne ha curato con Fabio Storelli anche l’adattamento televisivo e la relativa sceneggiatura), era ispirato alle vicende dell’omonimo romanzo di Alexandre Dumas padre.

L’allora giovanissimo esordiente Andrea Giordana ottenne un grande successo personale vestendo i panni del protagonista, Edmond Dantès. L’intero cast era costituito da attori di estrazione teatrale che godevano di grande fama.

Il conte di Montecristo

Nell’immagine: in prigionia con l’abate Faria

La recensione di Pinoderosa su https://www.davinotti.com:

Il principe degli sceneggiati italiani. Cast stellare che raggruppa il meglio degli attori teatrali dell’epoca. Lo sceneggiato ripercorre fedelmente il libro omonimo di Alexandre Dumas. Un grandissimo Andrea Giordana praticamente all’esordio mostra in maniera perfetta il cambiamento di personalità del giovane ed ingenuo Edmond Dantes nel vampiresco e sinistro Conte di Montecristo.

MEMORABILE: “Mi sostituisco a Dio nella vita di questa gente”.

Amore e tradimento, gelosia e amicizia venduta, un tesoro favoloso, una vendetta implacabile. Tutti ingredienti profusi a piene mani nel più celebre dei romanzi di appendice, “Il Conte di Montecristo”, scritto da Alessandro Dumas e pubblicato a puntate dallo scrittore francese a partire dal 1844. Dumas, con il suo stile classico, crea un personaggio che vive una terribile esperienza, passando dalla libertà ad una ingiusta detenzione: libero grazie ad un espediente e diventato ricchissimo con la scoperta di un favoloso tesoro, Edmond Dantes, il protagonista della storia, si vendica crudelmente di coloro che lo avevano tradito privandoli di onori e ricchezze accumulate durante la sua detenzione, in alcuni casi anche della vita anche se mai di propria mano. Dumas pubblicò questo romanzo a puntate, un feuilleton allungato a dismisura sia per creare suspence, sia per guadagnare qualche soldo in più, visto che era pagato per creare storie che attirassero lettori. Così il romanzo appare lungo a dismisura, con molte pagine descrittive che in alcuni casi tolgono tensione al romanzo; cosicché quando la RAI decide di ridurre il romanzo in uno sceneggiato lungo otto puntate, (Il complotto, Il Castello d’If, Il tesoro, Il conte, Il pane e il sale, L’agguato, Il giudizio, Il perdono) ci si attende una versione che sacrifichi personaggi e situazioni a tutto vantaggio della scorrevolezza del racconto visivo.

Ed invece accade un qualcosa che francamente non era nelle previsioni: lungi dall’essere semplicistico e superficiale, lo sceneggiato si rivela superiore anche al romanzo, grazie ad una serie di fattori concomitanti. In primis la sintesi pressoché perfetta del racconto, che viene sfrondato dalle parti inutili a tutto vantaggio di una trama molto più scorrevole e intuitiva. Andrea Giordana, al debutto, nei panni di Edmond Dantès ottenne un grande successo personale; il cast formato era da attori con grande esperienza teatrale: Giuliana Lojodice, Achille Millo, Alberto Terrani, Ugo Pagliai, Fosco Giacchetti, Sergio Tofano, Enzo Tarascio, Lino Capolicchio, Anna Miserocchi, che interpretano perfettamente i vari personaggi protagonisti del romanzo. Puntuale e precisa la regia di Edmo Fenoglio che, soffermandosi spesso sui volti dei personaggi, ne trae effetti drammatici e a volte cupi. A più di cinquant’ anni di distanza, Il Conte di Montecristo si rivela ancora uno splendido esempio di come si possa ottenere uno spettacolo visivo semplicemente usando la qualità e la cura. Come siamo lontani dalle moderne fiction prive di anima e di contenuti.

Il giornalino di Gianburrasca

Divertente serie intramezzata da musiche, con Rita Pavone protagonista.

Da Wikipedia il 9 Dicembre 2022 dc:

Il giornalino di Gian Burrasca è uno sceneggiato televisivo in otto puntate trasmesso dalla RAI il sabato in prima serata, dalle 21:05 alle 22:00 circa, dal 19 dicembre 1964 al 6 febbraio 1965 e replicato nel 1973, nel 1982 e nel 2012 (Rai 5).

Destinato ad un pubblico giovanile e trasmesso in prima serata per guadagnare anche un’audience più matura, è liberamente ispirato all’omonimo romanzo scritto da Vamba nel 1907 e pubblicato inizialmente a puntate sul Giornalino della Domenica.

Interprete nel ruolo maschile dello scatenato protagonista Giannino Stoppani è Rita Pavone, all’epoca da poco tempo affermata cantante di musica leggera.

La regia è di Lina Wertmüller, responsabile anche dell’adattamento televisivo, mentre le scenografie e i costumi sono rispettivamente di Tommaso Passalacqua e Piero Tosi. Autore delle musiche, dirette da Luis Bacalov, è Nino Rota. Tra i motivi musicali lanciati dalla trasmissione ha avuto successo molto particolare la canzone Viva la pappa col pomodoro.

Il santo

Roger Moore interpreta egregiamente l’avventuriero inglese Simon Templar, metà ladro e metà “investigatore“. In piena guerra fredda, inevitabilmente il telefilm ha un taglio rozzamente anticomunista. Ma la serie è molto elegante e divertente.

La serie televisiva britannica è stata prodotta dal 1962 al 1969 dalla ITC per la catena televisiva ITV: sei stagioni con 118 episodi, distribuiti irregolarmente nelle stagioni, di 50 minuti l’uno.

  • In Italia la serie è stata intitolata in diversi modi a seconda della rete televisiva e del periodo di trasmissione. Tra i titoli scelti Simon Templar e Stop ai fuorilegge.
  • All’inizio degli anni 1970 i primi episodi della serie furono trasmessi in Italia con il titolo Le avventure di Simon Templar.
  • Gli episodi The Fiction-Makers e Vendetta for the Saint sono stati distribuiti in Italia anche come film: L’organizzazione ringrazia firmato il Santo (1968) e La mafia lo chiamava il Santo ma era un castigo di Dio (1969).

Il segno del comando

Intrigante serie misterica ambientata nella Roma notturna, segreta e misteriosa. Grandi interpreti: Ugo Pagliai, Massimo Girotti, Rossella Falk, Carlo Hinterman e lei……Carla Gravina! Capelli rossi, occhi verdi…

Dal sito Fantasticinema, un sunto della recensione di Cuccu’ssette:

Quanti oggi si accostano alla visione de Il segno del comando sono costretti a confrontarsi con canoni estetici diversi da quelli attuali, con un linguaggio lontano da quello cinematografico, con scelte narrative condizionate dai mezzi tecnici limitati. I più giovani sono costretti a fare un salto nel tempo per calarsi nelle sensazioni degli spettatori del passato. Quanti invece hanno assistito alla prima messa in onda rivivono con sincera partecipazione le emozioni del passato, purché evitino accuratamente ogni confronto con quanto propone la televisione contemporanea (anche perché spesso le orribili fiction di oggi puntano a essere rassicuranti e omologate).

La vicenda è una storia di spionaggio condita da elementi mistery di forte impatto emotivo, ambientata in una Roma notturna ed insolita, difficile da dimenticare. Ugo Pagliai, bravissimo attore di teatro, impersona Edward Lancelot Foster, uno studioso di Byron. È un professore e lascia l’Università per venire a Roma a tenere una conferenza sul celebre poeta inglese. Fin dal suo arrivo si imbatte in alcuni fatti apparentemente inspiegabili. Incontra Lucia, una donna misteriosa interpretata da una strepitosa Carla Gravina. Lucia pare essere lo spettro di una modella che lavorò per un certo Tagliaferri, pittore vissuto nel secolo scorso. Questi avrebbe dipinto una piazza inesistente, descritta però in uno sconosciuto brano del diario di Byron. Il poeta annotò: «21 aprile 1817, notte, ore 11. Esperienza indimenticabile, luogo meraviglioso, piazza con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale, fontana con delfini, messaggero di pietra, musica celestiale, tenebrose presenze». La donna attira il protagonista nella Taverna dell’Angelo, un locale d’epoca dove il protagonista viene narcotizzato o gli accade qualcosa del genere, visto che si ritrova in automobile solo e senza più i documenti…

Le indagini per fare luce su quanto gli sta accadendo lo portano a conoscenza di appassionati di occultismo, figure di una Roma decadente e poetica, e di una angosciante profezia che, tra cicli di reincarnazioni e riti esoterici, potrebbe prevedere la sua stessa morte nello stesso giorno in cui morì il pittore Tagliaferri. Apparentemente tutto si risolverà: nell’epilogo viene offerta una spiegazione razionale per ogni avvenimento, o quasi… Ogni elemento fantastico può essere stato architettato in modo tale da condizionare il comportamento dell’ignaro professore, divenuto pedina di un gioco più grande di lui. L’unico tassello privo di una spiegazione inequivocabile è la misteriosa figura di Lucia. Lo spettatore viene lasciato libero di credere alla presenza di una creatura ultraterrena, o può darsi una spiegazione razionale. Lucia potrebbe essere una ragazza con turbe psichiche che crede davvero di essere un fantasma, o forse è un’attrice reclutata per l’occasione e secondo copione viene fatta sparire al momento opportuno. In ogni caso, le spiegazioni positiviste giungono nell’ultimo quarto d’ora, dopo quattro ore e mezza di atmosfere gotiche. La rivelazione rassicura quanti proprio accettano malvolentieri un finale aperto alla fantasia, e giungono tardive, in modo da restare sminuite agli occhi di quanti invece vogliono credere al sovrannaturale.

Il tenente Sheridan (Editato anche come Sheridan)

Un ottimo Ubaldo Lay per uno sceneggiato di grande successo.

Un sunto dal sito Nulla dies sine linea, di Mario Pintacuda.

Ricordo del tenente Sheridan

Il tenente Ezechiele Sheridan fu ideato intorno al 1959 dagli sceneggiatori Mario Casacci, Alberto Ciambricco e Giuseppe Aldo Rossi; fu anzitutto protagonista della serie “Giallo Club”, trasmissione a metà tra il quiz e lo sceneggiato “giallo” di ambientazione statunitense, che teneva incollati milioni di spettatori davanti al teleschermo.

In “Giallo Club” tre concorrenti erano invitati dal conduttore, Paolo Ferrari, a seguire un telefilm poliziesco che veniva interrotto poco prima che fosse svelato il colpevole; a quel punto, gli ospiti erano chiamati a dare la loro opinione sulla soluzione del giallo, che poi riprendeva fino alla conclusione.

Sheridan apparteneva alla Squadra omicidi di un’improbabile San Francisco (a quei tempi tutti gli sceneggiati erano girati in interni, negli studi televisivi); era affiancato dal fido sergente Howard (l’attore Carlo Alighiero) e indossava quasi sempre un impermeabile bianco, stando a capo scoperto.

Tale fu il successo del tenente Sheridan, che diventò il protagonista di diverse serie televisive: risale al 1963 la serie “Ritorna il tenente Sheridan” (per la regia di Mario Landi), in sei episodi; nel 1967 fu trasmesso un ulteriore gruppo di telefilm dal titolo “Sheridan, squadra omicidi” (regia Leonardo Cortese).

Esiste anche un film che ha per protagonista Sheridan: si intitola “Chiamate 22-22 tenente Sheridan” e fu girato nel 1960 da Giorgio Bianchi, sulla scia del successo di “Giallo Club”.

L’attore Ubaldo Lay finì per perdere la propria identità reale e per essere universalmente identificato con Ezzy Sheridan: scambiato per un vero poliziotto, veniva avvicinato ovunque dai telespettatori e consultato anche per la soluzione di piccoli gialli di carattere privato. Per la sua grande popolarità, Lay divenne anche “testimonial” su Carosello dell’aperitivo dolce Biancosarti.

La fama di Sheridan aumentò ulteriormente grazie a quattro fortunate miniserie il cui titolo richiamava le figure femminili di un mazzo di carte da gioco: “La donna di fiori” (1965), “La donna di quadri” (1968), “La donna di cuori” (1969) e “La donna di picche” (1972); la regia era di Anton Giulio Majano per il primo sceneggiato, di Leonardo Cortese per gli altri.

Va detto che il bravo attore romano tentò spesso (e quasi sempre invano) di scrollarsi di dosso la “condanna” ad essere identificato con Sheridan: fra le sue interpretazioni ricordo lo sceneggiato “David Copperfield” (tratto dal romanzo di Charles Dickens), diretto da Anton Giulio Majano e trasmesso all’inizio del 1966, in cui Lay impersonava il perfido patrigno Edward Murdstone. E forse Lay, con quel personaggio odioso, voleva imporsi un contrappasso liberatorio con il troppo onesto e adamantino Ezzy Sheridan.

Dopo un lungo periodo di oblio, l’ultima apparizione del tenente Sheridan avvenne nel 1984 (poco prima della morte improvvisa di Lay): il personaggio infatti tornò per l’ultima volta, ormai in pensione e diventato detective privato, nella miniserie-inchiesta in quattro puntate “Indagine sui sentimenti” diretta da Claudio Sestieri (una serie curiosa, cui parteciparono anche Sergio Castellitto e il giornalista Ruggero Orlando, che interpretavano se stessi).

Il tesoro delle tredici case

Una serie quasi dimenticata: un tipo stravagante aiuta un gruppo di ragazzini a trovare un tesoro. La scena più strepitosa: la discesa in bici dalla Tour Eiffel!

Col titolo originale Le trésor des 13 maisons la serie televisiva francese fu trasmessa per la prima volta nel 1961, e in rete non sono riuscito a trovare nulla di più.

I Miserabili

Un impareggiabile Gastone Moschin e un gigantesco Tino Carraro interpretano il capolavoro di Victor Hugo.

Da Wikipedia il 9 Dicembre 2022 dc:

I miserabili è uno sceneggiato televisivo in 10 puntate, tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, andato in onda sul Programma Nazionale della RAI nel 1964, diretto da Sandro Bolchi, con Gastone Moschin, Tino Carraro e Giulia Lazzarini come interpreti principali: «il più lungo romanzo sceneggiato mai realizzato dalla televisione. »(Stampa sera, 6 aprile 1964 pag. 20).

Lo sceneggiato fu accolto in genere piuttosto positivamente dai critici dei quotidiani: «le fatiche di Sandro Bolchi – scriveva per esempio L’Unità dopo la terza puntata – si mantengono sempre su un piano di dignità formale che è già di per sé una garanzia: nei teleromanzi diretti da questo regista è difficile trovare sbavature o facili effetti». E qui in particolare, secondo il critico del giornale, Bolchi ha «spinto avanti la sua ricerca per utilizzare al meglio i mezzi espressivi della televisione: basta osservare l’ampio uso dei primi piani, che segna il passaggio dal dipanarsi della trama allo studio dei caratteri».

Nella sua “garzantina” della tv, Aldo Grasso definisce lo sceneggiato una «solida e decorosa versione […] un fedele affresco storico che coglie e raffigura la quotidiana disperazione di gesti e volti […] confezionato con cura e rigore», sottolineando «la recitazione volutamente scarna, priva di indugi melodrammatici» rifuggendo il regista «da ogni sentimentalismo e da ogni eccesso teatrale, svuotando l’azione di qualunque enfasi oleografica.»

Quasi 45 anni dopo, commentando l’edizione in DVD, Maurizio Porro parla di «uno stile che somiglia al realismo del cinema francese degli anni ’30» e di «una grande rappresentazione di prosa ma con dissolvenze in nero come nel cinema classico», con «un compiuto risultato di verosimiglianza (mai minacciato dal facile senso melodrammatico).»

I promessi sposi

Migliore questa prima versione italiana, con una giovane e splendida Paola Pitagora. 8 episodi per una durata totale di circa 480 minuti.

Un sunto da Wikiwand:

I promessi sposi è uno sceneggiato televisivo prodotto dalla Rai e andato in onda per la prima volta nel 1967, basato sull’omonimo romanzo di Alessandro Manzoni e diretto da Sandro Bolchi, che ne scrisse la sceneggiatura insieme a Riccardo Bacchelli.

È stato uno degli sceneggiati Rai di maggior successo in termini di audience e di critica, anche per l’estrema fedeltà al testo letterario cui è ispirato.

Fedele trasposizione televisiva del romanzo di Manzoni, la trama segue il testo letterario in modo piuttosto preciso tanto nello svolgimento quanto nei dialoghi, che sono in larga parte la testuale recitazione dei discorsi diretti presenti nel romanzo. Sono presenti qualche lieve inversione temporale e, ovviamente, omissioni di parti essenzialmente descrittive, quando la scena visiva parla da sé. Poiché il testo originale è scritto con la tecnica del narratore esterno, l’opera televisiva adotta una voce fuori campo (Giancarlo Sbragia, praticamente interprete del Manzoni stesso) che, leggendo per lo più il testo originale, introduce e spiega l’azione dei personaggi e, di pari passo col testo, ne approfondisce il contesto storico.

I sopravvissuti (in inglese: Survivors)

Una mitica serie tv della BBC inglese, tratta dal romanzo di successo di Terry Nation, trasmessa non interamente dalla RAI: in origine era suddivisa in tre serie. La RAI, oltre a non trasmettere mai la terza serie, ha rimescolato gli episodi delle due serie per allungare la durata di ogni puntata, sortendo così l’effetto di creare episodi di durata e contenuto diversi dall’originale (e non trasmettendo, inspiegabilmente, alcuni episodi). La serie ha un vasto seguito di fan: http://www.sopravvissuti.altervista.org/  propone anche un link per un appello per ottenere la ri-trasmissione in Italia e una edizione in DVD (dal momento che in Gran Bretagna sono uscite tutte e tre le serie tra il 2003 e il 2005). Ha creato anche un gruppo in Yahoo!Gruppi http://it.groups.yahoo.com/group/isopravvissuti/ .

Vedere anche http://www.serietv.net/

Ho inviato una e-mail a Elleu Multimedia per suggerire loro la riedizione in DVD in lingua italiana dell’intera serie ma non si sono neanche degnati di rispondere…(2007 dc circa)

La Yamato Video, in un comunicato al gestore del gruppo Yahoo!Gruppi dedicato alla serie (circa a marzo 2007), ha annunciato la prossima edizione in DVD della serie!! Si presuppone che vengano pubblicate, con audio anche in italiano, le tre serie originali (compresa la terza, mai edita in Italia, e gli episodi non trasmessi dalla RAI). Resto in attesa di ulteriori dettagli nei prossimi mesi.

La Yanato ha ufficializzato le riedizione della serie durante il festival del Telefilm tenutosi a Milano nel maggio 2007 presentando due episodi. Successivamente è stata annunciata l’uscita della prima serie di 13 episodi in quattro DVD “nei primi mesi del 2008”. Poi è stata annunciata per maggio 2008. Io li ho ordinati su DVD-Store.it, ho ricevuto diverse e-mail in cui mi si comunicava che Yamato aveva rimandato l’uscita dell’opera. Attualmente, 23 luglio 2008 dc, la data prevista è il 19 Settembre 2008 dc.

Dopo continui rinvii (ma non di Yamato, che ufficialmente sul suo sito non ha più comunicato alcunché, dando prova di grande scorrettezza, ma di alcuni rivenditori, anche gentili e cortesi, come DVD-Store), è giunto il 13/10/2008 dc l’ultimo annuncio: il primo cofanetto di 4 dvd con la prima serie non sarebbe uscito perché i diritti di produzione sono stati ceduti alla Dolmen Home Video, con un nuovo distributore, e che forse nel giro di due mesi i dvd sarebbero finalmente stati in commercio. Ad una successiva mia e-mail di richiesta di spiegazioni DVD-Store ha risposto che Cecchi Gori sarebbe stato il distributore e che loro speravano quindi di avere di nuovo in catalogo questo prodotto quanto prima possibile.

È quello che io e tutti i fan di questa serie continuiamo pazientemente a sperare…..Ma la Yamato, il 28 ottobre 2008 dc, smentisce “quanto affermato in rete da fonti non informate”: ecco il comunicato.

Aggiornamento gennaio-maggio 2009 dc: finalmente è uscito il cofanetto di 4 dvd (con contenuti extra) e poi, in edicola, le tre serie complete in uscite di due dvd ciascuna: Yamato Video e Hobby&Work. L’ultima uscita l’ho acquistata, nell’edicola dove ho prenotato tutte le serie, intorno al 15 Maggio 2009 dc).

È stata da tempo (2008 dc) annunciata la produzione di una nuova serie da parte della BBC. Nella pagina della BBC

http://www.bbc.co.uk/survivors/

viene annunciato l’inizio delle trasmissioni per il 23 Novembre 2008 dc. Ci sono anche i trailer.

È successivamente uscita, nei primi mesi del 2009 dc, in DVD la nuova serie composta di 6 episodi. La seconda serie (in televisione?), prevista in partenza per Maggio 2009 dc, è stata rimandata per aspettare gli esiti della peste suina (ed eventualmente aggiornare la serie in tempo reale….)

In occasione del Roma Fiction Festival 2009, in programma nel luglio 2009 dc, mercoledì 8  verrà trasmessa la prima puntata della nuova serie con sottotitoli in italiano.

Aggiornamento settembre 2009 dc

Ho scoperto per caso l’inizio della trasmissione su RAITRE (per ora il giovedì alle 21,10) della nuova serie della BBC. Giovedì 3 settembre è stata trasmessa la prima puntata. Incredibile! Cosa può aver convinto i gestori della Rai a fare ciò? C’è da aspettarsi, come già successo per altre serie, che un eventuale “scarso ascolto” induca questi intelligentoni a troncare la programmazione già dopo la prima puntata…

Ed infatti…

Già la terza puntata è slittata in seconda serata alle 22,40 circa dopo un altro telefilm nuovissimo di cui non c’erano notizie.

In seguito la serie è stata riproposta in orari e giorni disparati, secondo il malcostume abituale della Rai.

Nel 2010 la BBC ha prodotto una seconda serie per altri 6 episodi. Il finale lascerebbe intuire una serie successiva, ma la BBC ha annullato la prosecuzione della serie, un po’ per la crisi economica generale ed in parte per presunto scarso successo. Ci sono state petizioni da parte dei fans per far proseguire la serie.

Anche questa seconda serie è stata programmata senza criterio sui canali Rai. A tutt’oggi (Maggio 2013 dc) non ho notizie di eventuali ripensamenti da parte della BBC.

Confermo ora, dopo anni (fine 2022 dc), che purtroppo non è stata mai prodotta una più che meritevole terza serie. Io sono riuscito a vedere entrambe le serie, alcuni episodi solo in inglese, con sottotitoli italiani grazie ad alcuni volenterosi.

I tre moschettieri

Una delle tante versioni: questa è, secondo me, la più riuscita. Bella fino alla commozione la colonna sonora di Francis Lai. Purtroppo non riesco a reperire notizie sulla serie che ho visto io.

Ivanhoe

Mitica serie di avventure tra cavalieri, dame e castelli. Una stagione, 39 episodi di 30 minuti l’uno.

Da Wikipedia il 9 Dicembre 2022 dc:

Ivanhoe è una serie televisiva britannica trasmessa dall’emittente ITV plc (all’epoca denominata Channel 3) nel 1958, per una stagione.
In Italia fu trasmessa negli anni sessanta nell’ambito della TV dei ragazzi.

Ambientata nel 1194 e tratta dall’omonimo romanzo storico (1829) di sir Walter Scott, ha per protagonista la futura star del piccolo e grande schermo Roger Moore, qui nel suo primo ruolo di rilievo.

Jekyll

Straordinaria e moderna versione, in quattro puntate, dal famoso romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson. Negli anni ’70 ha fatto scalpore questa bellissima edizione, così anticonvenzionale, con l’insuperabile interpretazione di Giorgio Albertazzi, autore e regista, e Massimo Girotti.

La miniserie fu trasmessa dalla Rai dal 16 febbraio al 9 marzo 1969. La serie è stata distribuita in DVD da Fabbri Editori e da EleU Multimedia, su licenza Rai Trade.

RAI 3 lo ha programmato a tarda notte alla fine di ottobre 2006….

Ripropongo tre recensioni dal sito Il Davinotti:

il Gobbo: Come son cambiati i tempi da quando uno sceneggiato Rai presupponeva la disponibilità e la capacità di un pubblico a recepire una densità e complessità di scrittura oggi semplicemente inconcepibili, al servizio di una rivisitazione di classico con trama modernissima e persino anticipatrice, fra fremiti contestatari e belle prove attoriali. Certo 47 anni non son passati senza tracce ma rimane un prodotto notevole e un bello spunto nostalgico.

Myvincent: Albertazzi dà una lettura personale del mito di Jekyll ambientando la scena in un metafisico e atemporale EUR, dando un taglio teatrale e soprattutto insistendo sul significato etico del doppio che alberga in ciascuno di noi. Chi si pone sul piedistallo al posto di Dio deve correre il rischio di sbagliare e pagare in prima persona. Il risultato è spiazzante e la dice lunga su quanto fosse diverso il pubblico televisivo quasi 50 anni fa.

MEMORABILE: Lo sguardo allucinato e folle di Hyde.

Undying: Quando la tv proponeva riletture intelligenti di classici grazie all’istrionismo e al genio di fenomeni quali Giorgio Albertazzi, era possibile assistere a veri e propri gioielli, come questa versione di Jekyll estremamente moderna (ancora oggi, a 45 anni di distanza dalla realizzazione!). L’orrore della vita non sta negli effetti speciali, tantomeno nell’azione e dell’isteria di certi prodotti contemporanei. Può, invece, essere generato dalla consapevolezza del nostro “dualismo” e da una mente troppo brillante, costretta all’isolamento.

MEMORABILE: “E se il male decidessimo di guardarlo in faccia?”

La cittadella

Un intenso Alberto Lupo in una serie di grande successo. Tra gli interpreti Anna Maria Guarnieri, Carlo Hintermann, Laura Efrikian, Eleonora Rossi Drago, Loretta Goggi, Franco Volpi, Nando Gazzolo, Ferruccio De Ceresa.

Da Wikipedia il 12 Dicembre 2022 dc:

La cittadella è uno sceneggiato televisivo prodotto e trasmesso nel 1964 dalla Rai per la regia di Anton Giulio Majano, tratta dall’omonimo romanzo di Archibald Joseph Cronin.

L’anziano e famoso medico scozzese Andrew Manson in un circolo sociale viene avvicinato dal giovane Grenfell, che gli chiede consiglio trovandosi di fronte a un bivio decisivo per la propria vita: non sa se scegliere la professione medica come missione verso la società umana o gettarsi su una carriera brillante e redditizia. Andrew accoglie il giovane molto amorevolmente, non gli indica una scelta precisa ma, essendosi trovato lui stesso, da giovane, tormentato dai medesimi dubbi, inizia a raccontargli la propria vita.

Inviato a lavorare in un villaggio minerario del Galles, l’uomo è innamorato della dolce maestrina Christine, ma cede di fronte al fascino della bella Francis.

Molte delle scene sono state girate nelle miniere di Gavorrano.

La famiglia Benvenuti

Qualche caduta di tono, ma comunque godibile, ed un bravo Enrico Maria Salerno. Due stagioni: la prima di sei episodi, andata in onda nel 1968 dc. La seconda, di 7, andò in onda in bianco e nero, malgrado fosse stata girata a colori (il colore comparve in Rai solo otto anni dopo). La durata totale fu di circa 780 minuti. Tra gli interpreti Valeria Valeri, Gina Sammarco, Valerio Fioravanti e Massimo Farinelli.

Dal sito FamilyCinemaTV, 12 Dicembre 2022 dc:

Alberto Benvenuti è di mestiere architetto, la moglie Marina è casalinga. Sono sposati da diciotto anni e hanno due figli maschi: Ghigo, vicino ai diciott’anni, e il piccolo Andrea che sta frequentando l’ultimo anno delle elementari. In casa c’è anche Amabile, che un tempo è stata la balia di Alberto, ha visto crescere Ghigo e Andrea e che ora svolge il compito di donna tuttofare. La famiglia si sta trasferendo in uno dei tanti palazzi costruiti nella periferia romana al tempo del boom edilizio e sono soddisfatti perché ora hanno un ampio terrazzo e cinque stanze. Ma grande è la delusione di Alberto quando viene a scoprire che l’acquisto della nuova casa è stato sostenuto da un sostanzioso contributo da parte dei genitori benestanti di Marina, sempre in polemica con lui per non aver scelto un lavoro più redditizio …

La fiera delle vanità

Dal sito BergamoNews, 12 Dicembre 2022 dc, nell’articolo Il 1967 è l’anno delle biografie Rai e dell’amata “Fiera della vanità”, di Claudio Carminati:

Anton Giulio Majano dirige “La fiera della vanità” tratto all’omonimo romanzo di William Makepeace Thackeray. Il regista, che cura anche la sceneggiatura con la consulenza di Attilio Bertolucci, dipinge un quadro realistico, molto rispettoso della parola scritta, attento e preciso della società inglese dell’Ottocento, tradizionalista e classista, attaccata alle apparenze e noncurante di ciò che accade nel mondo. Andato in onda in sette puntate dal 12 novembre al 24 dicembre 1967, è stato accolto con entusiasmo dal pubblico grazie alla caratterizzazione ironica e pungente dei personaggi. Presenta un cast d’eccezione: le due giovani intorno a cui gira la storia sono interpretate da Adriana Asti (Rebecca Sharp) e Ilaria Occhini (Amelia Sedley), accanto a loro Gabriele Antonini (George Osborne), Nando Gazzolo (William Dobbin), Umberto D’Orsi (Jos Sedley) e Alberto Terrani (Pitt Crawley); Romolo Valli è lo stesso Thackeray che, come nelle pagine del libro, interviene nel racconto in prima persona.

Sinossi: due giovani donne: Emmy Sedley, virtuosa e un po’ ingenua, e la sua amica, la spregiudicata e furba Becky Sharp, hanno appena lasciato il collegio per affrontare la vita. Becky è ospite di Emmy, e ha fretta di farsi una “posizione”. Conquista l’affetto dell’impacciato e meschino Jos Sedley, fratello di Amelia. Emmy invece è innamorata di George, che impedisce a Jos di chiedere la mano di Becky. Allora Becky va a fare la governante dell’anziano Pitt Crawley, che alla morte della moglie chiede a lei di sposarlo…

La freccia nera

Mitico, con una giovanissima Loretta Goggi, il bel Aldo Reggiani e Arnoldo Foà. Non dimenticata anche la canzone della colonna sonora.

Ora, ottobre-novembre 2006, su Canale 5 la riedizione dello sceneggiato, con molte modifiche. Non mi posso esimere dal notare che la protagonista femminile si distingue per le scarse qualità recitative, per il tono di voce monocorde, per il solito accento romano-marchigiano e per il difetto di pronuncia, “zampilli” salivari inclusi, così diffuso nelle ultime generazioni, specialmente tra le donne.

Da sito Wikipedia, 12 Dicembre 2022 dc, un sunto:

La freccia nera è uno sceneggiato televisivo prodotto dalla Rai nel 1968: liberamente tratto dall’omonimo romanzo storico di Robert Louis Stevenson e diretto da Anton Giulio Majano, fu trasmesso in sette puntate la domenica sera sul Programma Nazionale, dal 22 dicembre 1968 al 2 febbraio 1969.

È stato uno degli sceneggiati di maggior successo della televisione italiana: l’amore tra i due protagonisti, e la lotta fra bene e male nell’Inghilterra del Quattrocento, hanno infatti appassionato generazioni di spettatori.

La lavorazione

Nella cronologia dei teleromanzi e sceneggiati RAI, La freccia nera arriva alla fine di un anno che aveva proposto Le mie prigioni, il kolossal Odissea, il Cristoforo Colombo di Cottafavi e Sherlock Holmes: la tv di Stato tornava a un romanzo di Stevenson dopo aver già prodotto, da suoi titoli, Il club dei suicidi, L’isola del tesoro, Avventure di mare e di costa, e contemporaneamente alla realizzazione di Jekyll, che andrà in onda appena terminate le puntate della Freccia nera.

Lo sceneggiato fu girato tra luglio e settembre 1968, nello studio 3 della Rai di Milano, e per gli esterni in Emilia e Piemonte, precisamente il parco di Monte Moria nel piacentino, il parco del Castello ducale di Agliè in provincia di Torino, e il ricetto di Candelo, allora in provincia di Vercelli. Qualche castello che si vede nelle sigle iniziale e finale, e in scene di raccordo, fu filmato in Scozia.

Notevole lo sforzo produttivo: un nutrito cast, con attori di fama anche in piccoli ruoli, centinaia di comparse e costumi, decine di ambienti – non solo interni – ricostruiti negli storici studi milanesi di corso Sempione. Molto accurati i costumi di Titus Vossberg, anche se gli spettatori non poterono apprezzarne gli sgargianti colori, dato che lo sceneggiato fu girato in bianco e nero, com’era praticamente tutta la televisione del tempo. Particolare cura venne messa nelle scene di combattimento, con decine di cascatori istruiti da Enzo Musumeci Greco, maestro d’armi che supervisionò ai numerosi duelli di spada, ai corpo a corpo sugli spalti e alle tante cadute da cavallo.

Un’altra caratteristica della Freccia nera è che ha molti esterni rispetto alla media degli sceneggiati realizzati fino a quel momento. E nell’annunciare il teleromanzo, la stampa sottolineava che le riprese erano state realizzate con l’allora innovativa thecnic-cam, telecamere con pellicola per ottenere una definizione di tipo cinematografico. Tra gli operatori di ripresa in esterna c’era un giovane Dante Spinotti, poi divenuto direttore della fotografia di fama internazionale.

Colonna sonora

Le musiche dello sceneggiato sono state composte da Riz Ortolani. La canzone La freccia nera, cantata da Leonardo e coro, è stata scritta da Sandro Tuminelli, che ha anche interpretato la parte di uno dei ribelli. Questo il testo:

Sibila il vento, la notte si appresta
e la cupa foresta
minacciosa si fa;
passa, ma trema se senti un fruscìo
forse è un segno d’addio
che la vita ti dà;
lascia la spada
se il cuor non ti regge,
perché questa è la strada
che da noi fuorilegge
ti porterà

la freccia nera
fischiando si scaglia
è la sporca canaglia
che il saluto ti dà;
vieni fratello è questa la gente
che val meno di niente,
perché niente
non ha.
Ma se il destino
rovescia il suo giogo,
nascerà nel mattino
una freccia di fuoco
la libertà!

Le repliche

Dato il successo, lo sceneggiato fu poi replicato più volte, anche da altre emittenti: nel gennaio-febbraio 1977 in prima serata sul Secondo programma, nel marzo 1983 da Telemontecarlo, l’anno dopo su Raitre alle 17 e di nuovo nel settembre di quell’anno su Raidue, sempre al pomeriggio e con frequenza quotidiana, ma dividendo ciascuna puntata in due parti di circa mezz’ora così che la trasmissione avvenne in quattordici giorni; nel 1985 andò in onda su Tele Capodistria; nel 2006 anche su Sat2000. Rai Trade ed Elleu Multimedia hanno poi commercializzato La freccia nera prima in VHS quindi in DVD (2001).

Ora lo sceneggiato è disponibile su Raiplay.

Le inchieste del commissario Maigret

Una delle maggiori interpretazioni del grande Gino Cervi. L’opinione di chi scrive è che questa resta la migliore interpretazione cinetelevisiva del personaggio di George Simenon.

Dal sito Le inchieste del commissario Maigret, 12 Dicembre 2022 dc:

Tra il 1965 e il 1972 il commissario Maigret viene interpretato da Gino Cervi in quattro cicli per un totale di sedici film per la TV – oltre ad uno realizzato per il grande schermo – tutti diretti da Mario Landi. Le serie in bianco e nero furono prodotte e trasmesse dalla RAI e il successo fu tale che l’ultima serie riuscì a incollare davanti alla televisione 18 milioni e mezzo di telespettatori e Simenon in seguito dichiarò che per lui Gino Cervi “andava molto bene” nel ruolo del Commissario.

Prima stagione
  • Un’ombra su Maigret, tratto dall’omonimo romanzo, o Cécile è morta (orig. Cécile est morte), trasmesso in tre puntate il 27 dicembre 1964, 1º e 3 gennaio 1965 (rispettivamente, domenica, venerdì e domenica, su Rai 1 alle ore 21)
  • L’affare Picpus, tratto dal romanzo Maigret e la chiromante o Maigret e l’affare Picpus, Firmato Picpus (orig. Signé Picpus), trasmesso in tre puntate il 10, 15 e 17 gennaio 1965
  • Un Natale di Maigret, tratto dall’omonimo racconto (orig. Un Noël de Maigret), trasmesso in una puntata il 24 gennaio 1965
  • Una vita in gioco, tratto dal romanzo La testa di un uomo, o Maigret e la vita di un uomo, Maigret e una vita in gioco, Una testa in gioco (orig. La tête d’un homme), trasmesso in tre puntate il 7, 12 e 14 febbraio 1965
Seconda stagione
  • Non si uccidono i poveri diavoli, tratto dall’omonimo racconto (orig. On ne tue pas les pauvres types), trasmesso in due puntate il 20 e 27 febbraio 1966
  • L’ombra cinese, tratto dall’omonimo romanzo (orig. L’ombre chinoise), trasmesso in quattro puntate il 6, 13, 20 e 27 marzo 1966
  • La vecchia signora di Bayeux, tratto dall’omonimo racconto, o Il caso della vecchia signora, Maigret e la vecchia signora di Bayeux (orig.La vieille dame de Bayeux), trasmesso in una puntata il 3 aprile 1966
  • L’innamorato della signora Maigret, tratto dall’omonimo racconto, o L’ammiratore di Madame Maigret (orig. L’amoureux de madame Maigret), trasmesso in una puntata il 17 aprile 1966
Terza stagione
  • Maigret e i diamanti, tratto dal romanzo La pazienza di Maigret (orig. La patience de Maigret), trasmesso in tre puntate il 19, 26 maggio e 2 giugno 1968[3]
  • Il cadavere scomparso, tratto dal racconto La testimonianza del chierichetto, o Non sculacciate i chierichetti (orig. La temoinage de l’enfant de choeur), trasmesso in una puntata il 7 luglio 1968.
  • Maigret e l’ispettore sfortunato, tratto dal racconto Maigret e l’ispettore scontroso, o Questa notte a Parigi, L’ispettore bilioso, L’ispettore sgarbato (orig. Maigret et l’inspecteur malchanceux o Maigret et l’inspecteur malgracieux), trasmesso in una puntata il 9 luglio 1968
  • La chiusa, tratto dal romanzo La chiusa n. 1 (orig. L’écluse n.1), trasmesso in tre puntate il 14, 21 e 28 luglio 1968
  • Maigret sotto inchiesta, tratto dall’omonimo romanzo, o Maigret si difende (orig. Maigret se defend), trasmesso in tre puntate il 4, 11 e 18 agosto 1968.[3]
Quarta stagione
  • Il pazzo di Bergerac, tratto dall’omonimo romanzo (orig. Le fou de Bergerac), trasmesso in due puntate il 2 e 3 settembre 1972
  • Il ladro solitario, tratto dal romanzo Maigret e il ladro pigro, o Maigret e il ladro indolente (orig. Maigret et le voleur paresseux), trasmesso in due puntate il 9 e 10 settembre 1972
  • Maigret in pensione, tratto dal romanzo Maigret, o Maigret e il nipote ingenuo, Il nipote ingenuo (orig. Maigret), trasmesso in due puntate: 16 e 17 settembre 1972

Dal sito MyMovies, 12 Dicembre 2022 dc:

Nonostante l’accento emiliano, Gino Cervi si cala perfettamente nei panni del commissario Maigret, nato nel 1929 dai romanzi dello scrittore francese Georges Simenon. Pipa in bocca, bretelle e gilet, amante del buon vino, modi bruschi sul lavoro e pudicamente tenero nei rapporti coniugali con la moglie Louise, interpretata da Andreina Pagnani, l’attore bolognese si è immedesimato talmente nella figura dell’ispettore parigino che lo stesso Simenon esclamò “è veramente il mio Maigret”. Cervi ribatté che “con questo poliziotto nato in provincia sento di condividere molte cose”: il commissario è in effetti un medioborghese dai gusti semplici e genuini originario di SaintFiacre sur Matignon. Tra i volti che si susseguono nel corso dei quattro cicli della serie: Franco Volpi, Oreste Lionello, Ugo Pagliai, Daniele Tedeschi, Gian Maria Volonté, Loretta Goggi, Gianni Garko, Leopoldo Trieste, Andrea Checchi, Leopoldo Mastelloni. Gli episodi del serial si sono sempre piazzati tra i dieci programmi più visti dell’anno. All’epoca delle riprese Cervi aveva 63 anni, mentre la carta d’identità del detective dei romanzi ne segnava 45: una tintura a capelli e barba coprì la differenza d’età. La regia è firmata da Mario Landi. La riduzione televisiva è curata da Diego Fabbri e Romildo Craveri. Il secondo ciclo della serie è andato in onda con il titolo de Le nuove inchieste del Commissario Maigret. Nel 1967, nel bel mezzo del successo televisivo, la coppia Cervi-Landi ha portato l’ispettore francese sul grande schermo con Maigret a Pigalle, versione cinematografica di un episodio a sua volta tratto da Maigret al night club di Simenon.

Lancillotto

Altra mitica serie, come Ivanhoe di cui dovrebbe essere contemporanea. Una sola serie di 30 episodi, trasmessa anche questa alla televisione italiana nella Tv dei ragazzi.

Dalla voce di Wikipedia in inglese, 22 Dicembre 2022 dc, tradotta dal traduttore di Google:

The adventures of sir Lacelot è una serie televisiva britannica trasmessa per la prima volta nel 1956, prodotta da Sapphire Films per ITC Entertainment e proiettata sulla rete ITV. La serie scritturò William Russell nei panni dell’omonimo Sir Lancelot, un cavaliere della Tavola Rotonda ai tempi di Re Artù a Camelot.

Negli Stati Uniti, è stato originariamente trasmesso dalla NBC dal 1956 al 1957. Il suo successo in rete l’ha portata a diventare la prima serie televisiva britannica ad avere interi episodi girati a colori, con gli ultimi quattordici dei trenta episodi di mezz’ora girati a colori, sebbene siano stati visti a colori solo negli Stati Uniti. (Sebbene la serie TV della BBC del 1954 Zoo Quest abbia preceduto di due anni l’uso di pellicole a colori da parte di Le avventure di Sir Lancelot, questo era solo per il lavoro di localizzazione mentre i collegamenti in studio venivano catturati da videocamere monocromatiche).

Come era comune con altre serie televisive britanniche dell’epoca, il programma impiegava diversi sceneggiatori americani che si erano trasferiti in Gran Bretagna dopo essere stati inseriti nella lista nera di Hollywood, spesso sotto pseudonimi. Questi includevano Ian McLellan Hunter, Hy Kraft e Ring Lardner Jr. La serie è stata realizzata ai Nettlefold Studios di Walton-on-Thames.

Una recensione su Il davinotti, 12 Dicembre 2022 dc, di B. Legnani:

Leggendaria serie britannica, trasmessa dalla RAI nella prima metà degli Anni Sessanta. Basata sul ciclo dei Cavalieri della Tavola Rotonda, aveva un andamento persino scanzonato, a partire dalla gestione del ruolo del Mago Merlino, presentato più o meno come un simpatico ciarlatano. William Russell conquistò tutti i ragazzi dell’epoca, come eroe senza macchia e senza paura. In molte puntate la conclusione era – come da tradizionale avventura per ragazzi – all’ “Arrivano i nostri” (spesso arrivava e vinceva, però, solo “il Nostro”). Indimenticabile.

MEMORABILE: Il personaggio del Mago Merlino.

Lassie

Ancora oggi l’ignoranza regna sovrana e molti si ostinano a chiamare “Lassie” i Pastori Scozzesi (o Collie), protagonisti della serie di telefilm e di alcuni film. Sia i primi che gli altri erano ultra-americani e stucchevoli, erano comunque simpatici e divcertenti per chi era ragazzo negli anni Sessanta.

Dal sito Curiosando negli ANNI 60 70 80 90, 12 Dicembre 2022 dc, un sunto:

LASSIE – Serie TV – (1954/1973)

Lassie è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 1954 al 1973. Le prime 17 stagioni della serie furono trasmesse dal canale CBS mentre le ultime 2 furono trasmesse in syndication (Nota mia: il termine syndication, letteralmente sindacazione indica, nel sistema di diffusione radiotelevisiva, un circuito di emittenti consorziate tra di loro con l’obiettivo di produrre in comune alcuni programmi televisivi, con relativa raccolta della pubblicità a livello nazionale).

La serie segue le avventure di un collie chiamato Lassie, ed è una delle più lunghe serie drammatiche televisive. È ambientata in una fattoria nelle prime 10 stagioni, in seguito nella sede delle guardie forestali e nuovamente in una fattoria nelle ultime due stagioni.

Inizialmente, Lassie è compagna d’avventure di Jeff, un orfano di guerra che vive con la madre e il nonno a Calverton, (immaginaria località degli Stati Uniti), i quali si trasferiscono dopo la morte dell’anziano. La famiglia Martin, che acquista la fattoria, adotta inoltre Timmy, un bambino a cui Jeff lascia Lassie il giorno del trasloco. In seguito, i Martin emigrano in Australia e lasciano la cagna al loro vicino Cully, per evitarle la quarantena di sei mesi prevista dallo Stato australiano.

Cully, causa attacchi di cuore, non può continuare ad occuparsi di Lassie, che viene presa in custodia da Corey e poi da altre due guardie. Dopo aver passato una stagione senza padroni, Lassie si stabilisce all’Holden Ranch, una fattoria sede di un centro per bambini in difficoltà. Una caratteristica di Lassie è che aiuta e salva gli altri animali oltre agli uomini, specialmente negli episodi in cui i suoi padroni sono guardie forestali.

Nel corso delle 19 stagioni della serie, Lassie è stata interpretata da sei collies maschi, pur essendo nella finzione una femmina. Cinque di questi sei erano discendenti di Pal, il primo Collie dei film della MGM. Più grandi delle femmine, i maschi sono stati scelti in quanto di maggior effetto sulla pellicola e perché mutano il pelo una sola volta l’anno, anziché due come le femmine.

Lassie è un cane di razza collie, protagonista di decine di film, serie televisive, cartoni animati, fumetti e romanzi apparsi dal 1938 fino a oggi.

Le prime undici stagioni della mitica serie Tv (dal 1954 al 1965) furono realizzate in bianco e nero mentre le successive e restanti 8 tutte a colori.

La fama di Lassie in Italia è stata tale che per decenni veniva popolarmente definita Lassie l’intera razza canina collie (o pastore scozzese) (Nota mia: come ho scritto all’inizio, l’errore non è stato causato dalla fama, ma dalla becera ignoranza della stragrande maggioranza della popolazione).

L’isola del tesoro

Mitica realizzazione RAI. Ne fu fatta, molti anni dopo, una versione fantascientifica dal titolo Il pianeta del tesoro, non male. Trasmessa nel 1959 dc in cinque episodi, per una durata totale di 295 minuti.

Una recensione su Il davinotti, 12 Dicembre 2022 dc, di Homesick:

Ottima riduzione TV che restituisce intatta l’atmosfera epica e avventurosa del romanzo di Stevenson. Se Piccardi è un Jim un po’ cresciutello, perfetti sono Garrani-Silver (una delle migliori interpretazioni del mitico pirata), Lupi-Livesey, Foà-Smollett, Ellis-Cane Nero; Cortese è l’eccentrico e fanfarone Trelawney e Lay l’irsuto Ben Gunn. Molto efficaci le scene d’azione, come il lungo scontro tra Hands e o’Brien. Girato in studio, con l’aggiunta di inserti cinematografici e dei boschi laziali per gli esterni.

MEMORABILE: Il lugubre coro dei pirati, riproposto pari pari anche nella versione a cartoni animati.

A proposito di questa canzone, Wikipedia ci dice che

Quindici uomini sulla cassa del morto (Dead Man’s Chest) è un canto piratesco apparso, in origine, solo in forma scritta nel romanzo L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, del 1883. È un motivo ricorrente del libro, cantato varie volte dai personaggi fin dal primo capitolo. Il testo in lingua originale (inglese) dice:

«Fifteen men on the dead man’s chest—
Yo-ho-ho, and a bottle of rum!
Drink and the devil had done for the rest—
Yo-ho-ho, and a bottle of rum!»

Al capitolo 10 viene intonata anche come canto marinaresco, con il capitano Long John Silver che canta da solo il primo verso e i marinai al lavoro che rispondono in coro con “Yo-ho-ho…”. Nel 1891, lo scrittore statunitense Young Ewing Allison ha tratto ispirazione da questi pochi versi per un testo più lungo intitolato Derelict.

Versioni italiane

La versione in italiano varia a seconda delle edizioni. Nella traduzione di Angiolo Silvio Novaro, edita da Mondadori, il testo appare nel primo capitolo (ma è diverso in altre parti del testo) come:

«Quindici uomini sulla cassa del morto,
yo-ho-ho, e una bottiglia di rum per conforto!
Il bere e Satana li ha spediti in porto,
yo-ho-ho, e una bottiglia di rum per conforto!»

La traduzione di Lilla Maione per l’edizione Feltrinelli è più fedele all’originale:

«Quindici uomini sulla cassa del morto
io-ho-ho, e una bottiglia di rum!
la bottiglia e il demonio han pensato al resto
io-ho-ho, e una bottiglia di rum!»

In seguito sono comparse varie versioni musicali, composte in occasione degli adattamenti teatrali e cinematografici del romanzo. La versione sonora in italiano è la celebre sigla dello sceneggiato Rai L’isola del tesoro del 1959, pubblicata anche su 45 giri. Questo adattamento, composto da Simoni e Lavagnino, era eseguito da Riccardo Vantellini e il suo gruppo.

Origine storica

Un articolo apparso sulla rivista Geographical, della Royal Geographical Society di Londra, ha fornito una spiegazione storica dell’origine e del significato della canzone: secondo la rivista, il testo originale riproduce una vera canzone piratesca del XVIII secolo che racconta una leggenda sul pirata Barbanera. Secondo la leggenda, il pirata avrebbe punito trenta uomini della sua banda, responsabili di un ammutinamento, abbandonandoli per un mese su un isolotto disabitato e impervio delle Isole Vergini, il cui nome era Dead Man’s Chest (“Cassa di uomo morto”). Lasciò loro solo una bottiglia di rum a testa e niente cibo: quando tornò a riprenderli ne erano sopravvissuti solo i 15 che avrebbero dato origine al testo della canzone.

Nero Wolfe

Il grasso investigatore Nero Wolfe, interpretato da un grande (in tutti i sensi) Tino Buazzelli, è amante della buona cucina e delle orchidee e, molto pigro, non esce quasi mai di casa: i suoi casi li risolve grazie al suo assistente Archie Goodwin, interpretato da un ottimo Paolo Ferrari. Qui parlerò della prima edizione della serie, anche se pure quella più recente del 2012 dc non è stata affatto male, interpretata da Francescoo Pannofino e Pietro Sermonti.

La serie è stata trasmessa in tre stagioni, dal 1969 dc al 1971 dc, per un totale di 10 episodi, di cui quattro nella prima: gli episodi fino al 9 duravano 120 minuti, l’ultimo 70. La serie venne pubblicata da Elleu Multimedia nel 2002 dc in dieci DVD singoli e, in seguito, in due cofanetti della serie “I migliori anni della nostra TV”. La Rai, successivamente, rese disponibili in streaming nove dei dieci episodi della serie, ad eccezione di La casa degli attori, terzo episodio della seconda serie.

Dal sito MyMovies.it:

Il detective più sedentario dell’immaginario, nato dalla penna dello scrittore americano Rex Stout, conosce la sua migliore trasposizione televisiva con il volto di Tino Buazzelli: raffinato gastronomo, abitudinario oltre misura – tanto da non rinunciare mai ai pranzi dell’insuperabile Fritz (Pupo De Luca) – attaccato più di ogni altra cosa alle sue amate orchidee, il grasso investigatore risolve i casi più intricati senza muoversi da casa.

Ciabattando per le stanze, mettendo insieme i pochi indizi che il crimine ha lasciato, riesce a vedere più di coloro che indagano sui luoghi del delitto, quasi a voler significare che non è necessaria la prova tangibile, quasi a voler rivoluzionare i crismi del whodunnit (quando il colpevole viene svelato solo alla fine, dopo molte domande ai sospettati, come in Ellery Queen), quasi a volersi distaccare dall’ipocrisia della società là fuori.

Tra le altre innovazioni della serie, questa volta in rapporto al personaggio dei romanzi: la regista Giuliana Berlinguer traspone le vicende nell’America degli anni ’60 pur lasciando inalterati i toni del testo originale; al severo Wolfe fa da contraltare lo spiritoso aiutante Archie Goodwin (Paolo Ferrari) che, se nei best-seller era l’io narrante, nella traduzione televisiva perde quest’opportunità a favore del casalingo detective.

Tra gli interpreti che si succedono: Carla Gravina, Aroldo Tieri, Renzo Palmer, Mario Pisu, Romina Power, Aldo Giuffrè, Paola Borboni, Enzo Garinei, Mario Carotenuto, Evelina Gori, Belisario Randone, Margherita Cattaneo, Edoardo Anton, Vladimiro Cajoli e la stessa Berlinguer curano i vari adattamenti. La colonna sonora è composta da Romolo Grano.

Odissea

Una delle più belle realizzazioni in assoluto: Bekim Femiu nella parte di Ulisse e la splendida Irene Papas in quella di Penelope. Ho acquistato dalla meritevole, finchè è durata, Elleu Multimedia la versione in cassette VHS, che poi ho trasferito su VHS da 4 ore. La serie ebbe un’unica stagione di 8 puntate.

Dalla voce omonima di Wikipedia, consultata il 15 gennaio 2023 dc:

Odissea è una miniserie televisiva co-prodotta da svariati Paesi nel 1968, basata sull’omonimo poema di Omero. Ne esiste una versione ridotta dal titolo Le avventure di Ulisse.

La fiction

Gli attori protagonisti furono Bekim Fehmiu nel ruolo di Ulisse e Irene Papas nel ruolo di Penelope. Fu diretta da Franco Rossi con Piero Schivazappa e Mario Bava, quest’ultimo diresse interamente l’episodio di Polifemo e si occupò, assieme a Carlo Rambaldi, anche degli effetti speciali. La sceneggiatura venne basata sulla traduzione dell’Odissea di Omero a cura di Rosa Calzecchi Onesti. La colonna sonora venne curata da Carlo Rustichelli. In un primo momento si pensò di adottare la versione di Giovanna Bemporad, ma la produzione mostrò perplessità sull’endecasillabo, considerato troppo complesso per il grande pubblico televisivo. La traduzione di Bemporad fu comunque pubblicata dalla Eri, la casa editrice della Rai, in un volume arricchito dalle immagini della miniserie, con in appendice la sceneggiatura dei vari episodi.

Le scene furono girate principalmente negli studi cinematografici di Dino De Laurentiis, a Roma, mentre le riprese in esterna si svolsero prevalentemente in Jugoslavia. Ogni puntata era preceduta da un’introduzione in cui il poeta Giuseppe Ungaretti leggeva alcuni versi del poema.

Lo sceneggiato è in assoluto la prima produzione della Rai realizzata a colori, in quanto prodotta in ottica di una distribuzione internazionale e dunque destinata anche a Paesi in cui le televisioni trasmettevano già a colori (la Rai adottò ufficialmente il colore solo nove anni dopo, nel 1977). Odissea è stato uno degli sceneggiati Rai di maggior successo, per il livello di spettacolarità superiore a quello delle precedenti produzioni televisive.

(ultimo aggiornamento 15 Gennaio 2023 dc)