In e-mail da Democrazia Atea il 21 Dicembre 2018 dc:
La pillola dell’obbedienza
Marco Bussetti, Ministro dell’Istruzione, ex allenatore di basket di Gallarate (Varese), è l’esempio vivente di come sia vincente il modello che sostituisce la razionalità con la superstizione, che mortifica la cultura sostituendola con l’approssimazione, che elimina ideologie e orientamenti politici per sostituirli con il praticume spiccio e che, non avendo una visione complessiva dell’istruzione, ha stipulato un protocollo d’intesa con l’Ordine dei pediatri che ha, tra le sue finalità, quella di preparare gli insegnanti alla somministrazione di farmaci agli alunni con patologie speciali.
Finora, in presenza di patologie, i docenti potevano facoltativamente rendersi disponibili alla somministrazione, ma non vi era alcun obbligo.
La facoltà, da adesso, si trasformerà in obbligo e diventerà, con il tempo, come sempre accade, un requisito premiante.
Per sapere dove andremo a parare con questa trovata basta guardare la deriva nelle scuole statunitensi.
Le finalità dichiarate sono quelle di promuovere la salute e il benessere degli alunni.
Le reali finalità, ovviamente, sono altrove e la cialtroneria impedisce di chiarire ciò che nemmeno loro hanno compreso, al contrario dei lobbIsti farmaceutici che sono dietro questa iniziativa.
Democrazia Atea ha sempre sostenuto che dal prontuario farmaceutico dovesse essere escluso il Ritalin, noto anche come “la pillola dell’obbedienza”, la cui introduzione era stata richiesta sin dal 2004 dalla Novartis.
L’uso del Ritalin è stato oggetto di critiche severe per l’uso che se ne è fatto negli Stati Uniti per sedare i bambini affetti da iperattività, a fronte di una crescente incapacità genitoriale che ha preferito sedare farmacologicamente i propri figli piuttosto che mettere in discussione il proprio stile di vita.
Una crescente incapacità genitoriale si registra anche in Italia e la conseguenza si conferma nell’aumento significativo di bambini che mostrano iperattività e deficit di attenzione.
L’introduzione di questo farmaco si prospetta anche in Italia come soluzione farmacologica alla incapacità genitoriale che, in assenza di un monitoraggio sulle condizioni di assunzione, porterà alla eccessiva medicalizzazione ed è certo che si tenderà a celarne i gravi effetti collaterali, tra i quali la morte, l’alterazione cromosomica e la ideazione suicidaria, che il Ritalin produrrà nei bambini.
Contrastare il Ritalin significa operare una scelta politica atteso che le famiglie saranno poste nella sconcertante alternativa tra ricorrere ad un farmaco pericoloso e non risolutivo, che però sarà posto a carico del servizio sanitario nazionale, oppure pagarsi autonomamente le terapie psichiatriche non medicalizzate, lunghe nel tempo ma risolutive.
La scelta cadrà inevitabilmente, come accaduto negli Stati Uniti, sulla risolutività immediata garantita dal farmaco, a scapito di una terapia lunga e costosa.
Impedire che questo farmaco possa essere diffuso significherà operare una scelta di rieducazione psichica e sociale dei bambini, impedendo l’assunzione di un prodotto che li renderebbe terminali di un processo redditizio legato al profitto farmacologico.
Quando i docenti saranno stati formati alla somministrazione dei farmaci sarà evidente che non si tratterà di somministrare solamente i farmaci salvavita ma, come già accade oltreoceano, saranno somministrati psicofarmaci per neutralizzare chimicamente una risposta di adattamento di tutti quei bambini che non si sentono compresi, né dai genitori, né dagli insegnanti.
Carla Corsetti
Segretario nazionale di Democrazia Atea
Componente del coordinamento nazionale di Potere al Popolo