La vera storia del Natale, festa laica

27 Febbraio 2023 dc, da MicroMega, articolo del 23 Dicembre 2022 dc:

La vera storia del Natale, festa laica

di Alessandro Giacomini

Le usanze di decorare l’abete e, soprattutto di festeggiare il Natale, sono sempre state pagane dalla notte dei tempi e il forte annacquamento religioso non ha il diritto di “disturbare” questa importante festa laica o, per meglio dire, astronomica, il cosiddetto “Dies Natalis Solis Invicti”, ovvero la rinascita del sole.

Con ciò non si vuole provocare nessuno, ma al contrario, fare un minimo di chiarezza sulle origini del cosiddetto Natale.

Molti obietteranno sul fatto che le nostre radici sono Giudaico Cristiane, altri in contrapposizione potrebbero replicare che la nostra cultura è anche Greco Romana, in ogni caso il Natale, se vogliamo essere il più coerenti possibile con la storia, andrebbe festeggiato in una “cattedrale” della scienza, ad esempio in un museo della scienza, magari decorando e abbellendo un cannocchiale nel contesto di un osservatorio astronomico, o magari con una celebre formula matematica, perché è solo per la stessa scienza che si dovrebbe festeggiare il Natale.

Facciamo un po’ di chiarezza, la ricorrenza astronomica storica è il 21 dicembre, data appunto del solstizio d’inverno, istituita come festa civile già dall’imperatore Aureliano con il titolo di Natalis Invicti.

Come molti sapranno l’aggiustamento dei calendari ha portato allo slittamento di 4 giorni e soprattutto alla sovrapposizione della festa cristiana su quella pagana, che esisteva in moltissime culture dal Mediterraneo al Nord Europa.

Era il giorno della rinascita della luce il 22 dicembre e il cristianesimo ha sostituito la festa pagana del Sol invictus con quella della nascita di Cristo, rubando di fatto il tutto al “dio della scienza” e, ad ogni latitudine storica, ai riti pagani precedenti all’avvento del cristianesimo.

Questa operazione avvenne a Roma ed è attestata per la prima volta dalla Depositio martyrum verso il 336 ma la tradizione di festeggiare la rinascita del sole, attribuendo a quella data la nascita di un Dio, è tradizione comune in diverse parti del mondo e tra diversi popoli, come attesta questo elenco, che segue, di quanti illustri appartenenti al mondo divino possono fregiarsi della propria nascita nei giorni che vanno dal 21 al 25 di dicembre. 

Dionisio o Bacco, dio del vino e della gioia in Grecia e a Roma. Moltissime sono le similitudini fra i misteri di Dionisio, conosciuto da 13 secoli prima di Cristo, e il “mito cristiano”: Dioniso,”uomo che divenne dio”, era venerato come “dio liberatore” (dalla morte) perché, una volta defunto, discese agli inferi ma dopo alcuni giorni tornò sulla Terra. Proprio questa sua capacità di resurrezione offriva ai suoi adepti la speranza di una vita ultraterrena tramite il suo divino intervento. Per essere ammessi al culto dionisiaco era necessario essere battezzati.

Direi più che imbarazzanti le analogie con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, ma questo è solo l’inizio, tra i nati verso il solstizio d’inverno ci sono molti altri antecedenti al cristianesimo, il quale ha assorbito e derubato l’essenza da tutti questi sotto elencati.

Sol Invictus dio indigete, fra le divinità delle origini romane più antiche, ricevuto da ancor più lontani cicli di civiltà come dalla tradizione indoeuropea, identificato poi con Mithra e col dio solare siriano Elio Gabalo.

Mithras, nato in una grotta sotto gli occhi di pastori che lo adorarono, culto dei militari di Roma e quindi diffuso in tutti gli angoli dell’impero dalle legioni, (e diverso dal Mithra di Persia), ricorda qualcuno vero?

Come lo stesso Mithra di Persia, nato da una vergine, morto e risorto (sembra dopo tre giorni) e ancora Attys, nato da una vergine, morto a titolo di sacrificio, e che risorge il 25/3 in corrispondenza anche di data, oltre che di significato di rinascita della vegetazione, col periodo della pasqua.

Senza dimenticare Atargatis di Siria, grande dea madre, dea della natura e della sua rinascita, chiamata dai romani anche Derketo e dea Syria (la sua festa risulta al 25 Dicembre, quasi con certezza come data di nascita).

Oppure Kybele dea della Frigia amata da Adone (il 25 Dicembre era festeggiata insieme ad Adone: ma che tale data fosse considerata la nascita in questo caso non è certo, è solo presunto).

Astarte della Fenicia, dea suprema, nonché dea della fecondità e dell’amore. Venerata anche dal re Salomone a Gerusalemme (la sua festa risulta al 25 Dicembre, quasi con certezza come data di nascita). Anche essa scese agli inferi e risorse, che strano.

Osiride dio supremo egizio della morte e della rinascita della vegetazione, e per estensione della rinascita dell’uomo. La resurrezione è il tema centrale del mito trinitario egizio di Osiride, Isis e Horus dal quale pare proprio che sia stata presa l’ispirazione per una successiva famosa resurrezione in ambito ebraico.

Horus, dio falcone solare, figlio di Osiride ed Iside con cui costituiva una popolarissima triade che (insieme alle tante altre triadi di dei popolarissime in tutto il mediterraneo) è stata d’ispirazione alla triade cristiana non ufficiale di Dio padre, Madonna e Bambino Gesù, nonché al raggruppamento ufficiale della Trinità, che esclude l’elemento femminile. La sua nascita era celebrata il 26 Dicembre.

Ra, il dio Sole egizio corrispondente a Helios, la cui nascita era celebrata il 29 Dicembre nella città-tempio di Heliopolis, a lui dedicata, nella zona dell’attuale Cairo.

Infine, ma è solo una piccola parte, Krisna che muore ucciso da una freccia rinascerà anche lui e, anche lui come Babbo Natale, porta doni nel cuore della notte.

Se tutto ciò non è ancora sufficiente un piccolo contributo lo dedichiamo pure all’albero di Natale che non va certo dimenticato, l’usanza di decorare un abete il cosiddetto albero di Natale non è certo una prerogativa della comunità cattolica ma si è diffusa in tutto il mondo, antecedentemente e indipendentemente dal credo religioso.

La tradizione, la cultura della decorazione ha radici in un passato lontano e le sue origini sono pagane, tutto nasce in concomitanza con il solstizio invernale, i Maya, come successivamente alcuni Paesi nordici, ad esempio i Celti, avevano compreso che durante questo evento astronomico il giorno raggiungeva i suoi minimi per poi recuperare luce nei giorni successivi, era la rivincita della luce sulle tenebre.

L’abete, “pianta sempreverde“ anche in inverno, testimonia la resistenza della vita contro il rigido clima invernale, si prestava quindi ad essere “decorato“ proprio nel periodo del solstizio, la vita contro la morte vegetale.

La Chiesa Cattolica inizialmente vietò di abbellire abeti, visto poi la popolarità, con il suo classico opportunismo, incorporò anche questa tradizione.

Quindi attenzione alle palle di Natale e buona rinascita del sole a tutti.

La reciproca inconciliabilità dell’agire umano

31 Dicembre 2021 dc, dal sito Hic Rhodus, 19 Novembre 2021 dc:

La reciproca inconciliabilità dell’agire umano

di Claudio Bezzi

Da un po’ di tempo mi interrogo, su queste pagine, in merito all’irriducibilità di posizioni palesemente insostenibili, come il caso del Covid 19 sta proponendo; la domanda – che mi pare si stiano facendo in molti – è: come diavolo è possibile che, di fronte a questi dati, di fronte a questi fatti, di fronte a tali evidenze scientifiche, un così gran numero di persone continuino a rifiutare il vaccino e a blaterare di dittatura sanitaria?

Di più: com’è possibile che tali posizioni, sia pure fra mille sottili differenze, appartengano anche a persone acculturate?

Il Covid 19 viene qui proposto come esempio attuale di questa divaricazione del pensiero a livello sociale, ma il cuore stesso del populismo pentastellato delle origini, il complottismo, il postfascismo, ma anche il comunismo radicale di Ferrero, la naturopatia e decine di altri esempi, lontani dalla pandemia e anche lontani negli anni, ci portano a buttare via il pensiero cartesiano sull’unicità della realtà.

Le enormi e inconciliabili posizioni su tante questioni non sono un semplice problema di informazione e cultura (anche se entrambi questi fattori, ovviamente, incidono), e proprio la pandemia in corso ce lo dimostra: dopo gli errori (anche comunicativi) iniziali, ormai è un coro di scienziati e di giornali e intellettuali, nella grande maggioranza, a esibire prove, evidenze, numeri e testimonianze bastevoli a far correre chiunque a vaccinarsi ma, con tutta evidenza, così non è, e restano non pochi milioni di italiani che – ormai è chiaro – non andranno mai e poi a farsi l’iniezione se non obbligati e scortati dai carabinieri.

Perché?

Su questo blog abbiamo tentato qualche spiegazione, o accenni iniziali di possibili spiegazioni, e riassumerò alla fine i testi principali. Ma, alla fin fine, al netto di spiegazioni psicoanalitiche, antropologiche, sociologiche e bla bla, occorre constatare, accettare, che la moltitudine umana, per una ragione o per un altra, propone nel suo seno una inconciliabilità fra differenti visioni del mondo, valori da perseguire, comportamenti leciti, priorità e desideri. E questa inconciliabilità forgia, come un potente laminatoio, le credenze religiose, le appartenenze politiche, i comportamenti sociali.

Se un’adeguata e buona scolarizzazione eliminerebbe una parte di fattori esterni all’incomprensione del mondo, se opportune condizioni di socializzazione, di viaggio, buone letture, tutto quello che vi pare, migliorerebbero la reciproca comprensione, resta con tutta evidenza un nucleo irriducibile che non so quanto sia frutto di esperienze pregresse, traumi infantili, circonvoluzioni cerebrali, numero di sinapsi o che cosa ma, sia come sia, non ci fanno vedere il mondo nello stesso modo e, in conseguenza, ci rendono avversari e a volte nemici.

In questa nota provo a fare un riassunto su base grafica.

La rappresentazione grafica dei problemi mi aiuta sempre molto a mettere a fuoco il tema: riprendendo da vecchie suggestioni, immaginiamo che l’agire sociale, e il pensiero che lo sorregge, sia rappresentabile come uno spazio attraversato da due principali dimensioni; quella verticale (che un tempo chiamavo “Razionalismo” vs. “Populismo”) la propongo come “Primato del pensiero sull’azione” vs. “Primato dell’azione del pensiero”; vale a dire razionalismo/irrazionalismo, argomentazione/asserto, riflessione/vitalismo etc.

La dimensione orizzontale riguarda invece il “Primato di Ego sul Mondo” vs. il “Primato del mondo su Ego”, vale a dire: egoismo/altruismo, libertà (individuale)/uguaglianza (collettiva), etc.

Prima che lo diciate voi lo scrivo subito io: sono tutte cose diverse, certo, troppo rigidamente costrette in uno schema un po’ manicheo. Ma, mentre mi accingo a scrivere un testo socio-filosofico di 400 pagine per spiegarmi meglio ed evitare i trabocchetti semantici, vi prego di seguirmi in questa semplificazione.

Quindi, ecco lo schema che useremo:

I quattro quadranti – questa è l’ipotesi – sono reciprocamente irriducibili e antagonisti, anche se si possono formare “alleanze”, su obiettivi precisi e circoscritti, fra persone appartenenti a uno o l’altro quadrante.

Adesso vediamo come funziona (e se funziona) provando a inscrivere nella griglia le principali teorie politiche. A mio modo di vedere (e sempre “grosso modo”), il quadro potrebbe essere più o meno il seguente:

(In questa e nelle prossime figure, i cerchi grandi rossi definiscono, in breve, il quadrante, mentre quelli più piccoli e rosa sono delle esemplificazioni più specifiche).

Mentre il conseguente agire sociale potremmo rappresentarlo così:

A solo titolo di esempio ecco come funzionano le posizioni pro-vax e no-vax:

(Nota mia: WordPress non mi permette – e non so perché -, da qui in poi, di far aprire i link in una nuova scheda del browser, e me ne scuso)

(Sul concetto personalissimo di “Grande Disagio” rimando a un mio precedente pezzo; su alcune evidenti imperfezioni di queste rappresentazioni grafiche chiedo venia, ci sto lavorando).

L’idea di fondo che propongo è quella dell’inconciliabilità, dell’irriducibilità.

Non serve “spiegare” ai no vax che i vaccini sono sicuri e fanno bene, allo stesso modo in cui è piuttosto inutile argomentare a un fascista che quella dottrina politica è infame e antistorica, o a un complottista che la sua è solo paranoia, etc.

C’è, ovviamente, uno spazio, o meglio una strada, che porta l’individuo che dimora in un quadrante a mutare idea e migrare in un altro, ma sono percorsi individuali, piccole e grandi epifanie che si consumano nella storia personale di ciascuno, come l’ateo che scopre dio (o viceversa il cristiano che vi rinuncia), il comunista che diventa liberale (Nota mia: magari anche il liberale che diventa comunista…), il terrapiattista che rinsavisce. A livello sociale, di massa, di analisi sociologica, i quadranti restano piuttosto stabili e generano tipologie piuttosto caratterizzate che possiamo così riassumere:

Scusate se mi ripeto: è solo un primo tentativo di esemplificazione, è inutile andare a cercare le proprie (presunte) caratteristiche per vedere in quale quadrante si sia finiti; si tratta di tipi ideali, generici, astratti, descritti in prima approssimazione per finalità meramente espositive.

Cosa fare quindi sapendo che non c’è nulla da fare?

Due cose: la prima è comunque la strada dell’educazione, istruzione, buona informazione, che da sola farebbe venire il mal di testa a chiunque perché, per varie ragioni, si tratta di obiettivi giganteschi e difficili da perseguire (un esempio su tutti: come evitare la cattiva circolazione di notizie false su Facebook? Chiediamo a Zuckerberg di starci più attento?).

La seconda cosa, in democrazia, si chiama potere e responsabilità della decisione, è importante ma pericolosa. Vale a dire: se anche una parte di popolazione crede che il virus sia una sciocchezza, che il vaccino faccia male, e che sia giusto curarsi con l’ivermectina perché sul gruppo telegram dicono che è meglio, dopo avere dato fondo a ogni opzione di corretta informazione, tentativo di persuasione, etc., semplicemente si decide, col potere costituzione ed entro i suoi limiti, quello che si reputa meglio.

Per essere chiari: nell’ultimo anno – dopo errori iniziali – così sta facendo il nostro governo e fa bene.

Poi, ovvio, qualcuno può ritenere che il governo dovrebbe obbligare alla vaccinazione, qualcun altro pensa invece che si dovrebbero allentare un pochino gli obblighi in merito al green pass, eccetera, ma non importa. Il governo guarda attentamente ai dati del monitoraggio pandemico, ascolta la comunità scientifica e prende decisioni razionali, avendo anche attenzione a non inasprire il conflitto sociale e non infilarsi in un cul de sac affrontabile, poi, solo coi carabinieri.

Perché ho comunque definito “pericolosa” questa ovvia opzione democratica? Perché non sono così sciocco da pensare che al governo ci sia sempre, necessariamente, qualcuno che cerca di ragionare sensatamente: il governo Meloni-Salvini potrebbe diventare una realtà a breve, ed è ragionevole pensare che, pur ammorbidendo le fanfaronate pronunciate per strizzare l’occhio agli idioti che li votano, potrebbe proporre politiche sanitarie molto diverse e perfino controproducenti.

Ecco allora che torna dalla finestra quel discorso culturale che avevamo frettolosamente fatto uscire dalla porta. L’istruzione, la cultura, la corretta informazione, etc., non servono direttamente per convincere i no vax, ma indirettamente per garantirci, anche in futuro, dei governi accettabilmente ragionevoli, sufficientemente razionalisti, per lo più capaci di ascoltare gli scienziati e via discorrendo.

Per approfondire alcuni di questi argomenti. Il tema della complessità sociale resta fondamentale come premessa:

Le conseguenze della complessità a livello individuale, la spiegazione del fatto che agiamo differentemente, a volte in maniera contraddittoria, la trovate accennata qui:

Sulla necessità di superare il bipolarismo destra-sinistra, che non spiega più bene la complessità politica e sociale contemporanea, ho scritto una serie collegata di tre testi:

Sulla mentalità dei no vax ho scritto questi:

Sullo specifico caso di intellettuali irrazionalisti (Cacciari, Agamben i casi più noti riguardo l’ambiguità sui vaccini e i green pass, ma il tema è ovviamente più ampio) segnalo:

Chi nasce quadrato non muore tondo…

Chi nasce quadrato non muore tondo…

di Jàdawin di Atheia

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Un grande proverbio, che mi citava mio padre (di Canosa di Puglia, Bari), recita più o meno così: “chi nasc quadr nun more tunn”.

Ecco, si adatta bene a qualcuno di mia conoscenza.

Con loro potete argomentare fino allo sfinimento, fornire prove scientifiche, dimostrazioni, testi etc.

Niente, alcuni di loro sono capaci di arrampicarsi sugli specchi pur di affermare che la “ragione” (si fa per dire…) sia dalla loro parte.

E non hanno nemmeno il minimo senso del ridicolo.

Si nutrono di preconcetti, di luoghi comuni, di “teorie” a cui aderiscono acriticamente, che addirittura ritengono siano proprie ancora prima di averle lette o sentite da qualche parte. In realtà le “scelgono” perché corrispondono alle loro idee errate e strampalate.

Non se ne renderanno mai conto, del resto, perché hanno il senso di autocritica ridotto pressoché a zero, la capacità di riflessione e ragionamento alquanto scarsa, e la buona attitudine a riconoscere di essere in errore praticamente inesistente.

Hanno invece molto sviluppato un insano egocentrismo e una sopravvalutazione di sé che in alcuni casi appare patologica.

Antiscientismo è barbarie

Da Hic Rhodus il 25 Settembre 2017 dc:

Antiscientismo è barbarie

di Bezzicante

Uno dei modi per descrivere l’evoluzione della nostra specie riguarda la rappresentazione del mondo, da magica a scientifica, passando per forme religiose da “primitive” a evolute. Più o meno in questo modo:

Magia Animismo Politeismo Monoteismo Esoterismo Scienza

Preciso che moltissimi avranno da obiettare su questo schemino ipersemplificato utile per una presentazione preliminare del nostro tema. Chiarisco quindi che:

  • Magia: il mondo è incomprensibile e i poveri esseri umani delle origini cercavano di contenere l’angoscia del Sole che tramontava (sarebbe tornato?), dell’Inverno che arrivava (sarebbe cessato?), dell’antilope che fuggiva (sarebbero riusciti a cacciarla?) con pratiche (possedute da un iniziato) di dominio sulla natura. Compiamo un rito e il Sole tornerà; compiamo un sacrificio e l’Inverno passerà…
  • Animismo: la natura è animata da molteplici forze; il Sole tramonta e risorge perché possiede una sua coscienza; la Natura è benefica o matrigna a seconda della personalità e della volontà delle varie “anime” che la abitano.
  • Politeismo: molteplici divinità, rappresentatrici di forze diverse, di pulsioni e orientamenti differenti: forze del bene e del male, divinità creatrici o solo propiziatrici.
  • Monoteismo: un solo dio creatore, capace di giustificare con la sua esistenza tutto l’universo, tutte le sue forze, tutte le sue contraddizioni.
  • Esoterismo: tentativi di dominare la natura, o alcune sue manifestazioni, con pratiche empiriche prescientifiche (alchimia, astrologia…).
  • Scienza: “Insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati.” (Enciclopedia Treccani)

Ripeto: è tutto schematico, molti avranno da ridire sulla posizione della religione e sull’(antica) gerarchia fra politeismo e monoteismo… Non mi serve una migliore precisazione, e anche con queste approssimazioni possiamo andare avanti.

Accade che, anche se da Magia a Scienza abbiamo varcato secoli e secoli di storia, nulla si supera mai completamente, e ciascuna delle 6 distinte rappresentazioni del mondo e del posto che vi occupa l’uomo continua a vivere, semmai trasfigurata, mimetizzata, a volte svilita: continuiamo a leggere gli oroscopi, guardiamo con curiosità a religioni e movimenti new age, e sostanzialmente assistiamo a un nuovo sincretismo di grande rilevanza.

Col termine ‘sincretismo’ si intende generalmente, in antropologia e non solo, la convergenza di idee diverse, il loro mescolamento in un’unità nuova che ignora le profonde differenze originarie e ne accoglie le contraddizioni. Generalmente il termine è utilizzato nella storia delle religioni, dove gli elementi sincretici sono innumerevoli. Ebbene, la storia del nostro rapporto con la natura e l’Universo ha proceduto sostanzialmente come illustrato in figura fino a gran parte del ‘900:

Da MAgia a Scienza.001

Scomparsa della magia, forte riduzione dell’esoterismo e chiara separazione fra scienza e religione.

Ma questo fragile equilibrio si è rotto con la crisi del modello scientifico positivista, causalista, meccanicista che ha dominato da Newton fino alla meccanica quantistica ma, più in generale, da Bacone fino a Weber, da Lutero fino a Paolo VI, da tutti coloro che nello spettro filosofico, religioso, speculativo verso la natura immaginavano un mondo “chiuso” (dualista, interamente comprensibile) fino agli interpreti della rottura del cerchio della comprensibilità e l’immaginazione di un mondo aperto, mai interamente conoscibile, monista sotto il profilo filosofico (natura e uomo sono un tutt’uno anche in quanto a osservazione) e pluralista sotto quello gnoseologico. Gli anni ’60, per prendere un riferimento più evocativo che preciso, sono stati gli anni dell’emergere di paradigmi scientifici costruttivisti, non lineari, pluralisti; della messa in discussione dei modelli capitalistico-borghesi, del sincretismo new age e dell’inizio del secolarismo in Occidente e così via. Questo processo è stato un’onda culturale possente, durata un ventennio, al termine della quale è iniziata l’onda tecnologica, della globalizzazione, dell’incertezza “liquida” (ne abbiamo parlato QUI). L’enorme sviluppo scientifico ha alienato “la scienza” dal popolo, ma anche aperto a sincretismi esoterici, alla riscoperta del magico; una religione sempre più secolarizzata ha aperto varchi a religioni edonistiche, misticheggianti; i varchi aperti sono solo nell’immaginario popolare, e non nei Sacri Custodi della Scienza, della Religione, dell’Ordine, rendendo paradossalmente tali Custodi ancor più distanti. I colti appaiono come noiosi ortodossi che difendono confini palesemente arcaici; gli scienziati sembrano difendere questioni di lana caprina per mantenere un potere personale, quando non per interessi di poteri forti; la religione è diventata comunicazione, spettacolo.

Da MAgia a Scienza.002

Allora – seconda figura – avviene che il tentativo della Scienza di emanciparsi da esoterismo e religione, tentativo di successo finquando ha avuto fortuna il pensiero dualista, positivista, cartesiano, ha iniziato ad andare in crisi non già per colpa degli scienziati ma del percolamento sincretico, a livello popolare, del pensiero scientifico.

L’Universo senza confini in cui noi galleggiamo a margini di una di miliardi di galassie; la medicina che sposa la tecnologia; il pluralismo relativista che consente di credere in qualunque dio, o in nessuno; l’implosione del mondo ridotto ad app nel nostro smartphone; nella mentalità corrente questa fantasmagoria di opportunità sono diventate anarchia. Tutto è possibile, e quindi anche l’assurdo viene recuperato nell’agenda delle possibilità. La medicina si è trasformata nelle medicine, il sapere nella divulgazione della Wikipedia, i pareri si sono fusi alle competenze, come scritto a suo tempo, e non si trova più una fonte univoca e certa di autorevolezza. Non é tale la scienza non compresa e non è tale la religione non più attrattiva. Vecchie idee misticheggianti, esoteriche, superstiziose si possono quindi rivestire con spolverate di nuove idee mal comprese e, in mancanza di un giudice riconosciuto, assumere una maggiore e migliore accettazione popolare perché più facili da comprendere.

L’omeopatia è più facile del bosone di Higgs; il gatto di Schrödinger buono per una battuta; la meditazione più simpatica della logica. Il mondo attuale, sotto il profilo del pensiero comune, è caotico, anarchico, contraddittorio. Le incursioni mistico-religiose da un lato, e quelle esoteriche dall’altro, fanno sembrare tutte le offerte identiche: la medicina tradizionale vale esattamente come quelle alternative; la religione della Chiesa vale come le mille religioni frutto del confuso pensiero contemporaneo; il parere di un esperto è visto, appunto, come un “parere” e non come il sapere distillato di anni di studi e di pratica. La scienza si dibatte, con debolezza, in questa palude, probabilmente senza rendersene conto; la cittadella scientifica vive con una sua indipendenza e autonomia interessandosi poco del mondo “fuori”, un po’ come nel Medio Evo i monaci trasmettevano un sapere assediato, senza una precisa consapevolezza di quanto fosse vitale – ancorché ignorato – il loro lavoro.

Ma non esistono più cittadelle protette. Il mondo è un sistema permeabile e l’antiscientismo ha effetti disastrosi a medio e lungo termine; si presenta come epidemie improvvise, un tempo evitabili; come ministri dell’istruzione incapaci che distruggono la scuola; come superficialità professionale e analfabetismo funzionale diffuso che minano la tenuta sociale e la crescita economica e civile. In breve: la stupidità antiscientifica non è un problema loro, degli incolti, dei superstizioni, dei no vax; è un problema di tutti noi che condividiamo lo stesso spazio, lo stesso tempo, le stesse sfide.

Scie chimiche: storia di una fuffa

Sorgente: Scie chimiche: storia di una fuffa | No alle pseudoscienze 2 Aprile 2015 dc

ANNO 1997

  • Lancio della sonda spaziale Cassini-Huygens.
  • Nobel a Stanley B. Prusiner per aver scoperto i prioni.
  • Clonato il primo mammifero: la pecora Dolly.
  • Nasce Google.
  • Nasce “il complotto delle scie chimiche“.

Ebbene si. Forse non lo sapevate, ma la famosa bufala delle scie chimiche ha un inizio ben preciso: 17 Settembre 1997.

Due personaggi di Lancaster (Ohio, USA) chiamati Larry Wayne Harris e Richard Finke costituiscono una società che ha come obbiettivo l’offrire consulenze contro attacchi terroristici: la LWH Consulting.

Per portare l’attenzione su di loro, i due creano una falsa notizia secondo la quale sarebbe stata imminente una epidemia di Peste Bubbonica, che (incredibile a dirsi) non

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