Coda di Paglia e altre storie…


Coda di Paglia e altre storie…

di Jàdawin di Atheia

(Ultimo aggiornamento 16 Gennaio 2023 dc)

Dalla voce presente in Wikipedia, consultata il 18 Aprile 2021 dc: L’espressione avere la coda di paglia deriva da una favola di Esopo che narra di una volpe cui una tagliola mozzò la coda. La bestiola si vergognava così tanto, deturpata nella sua eleganza, che gli altri animali, suoi amici, decisero di farle una coda di paglia. La coda era così bella che, chi non sapeva della disgrazia, non avrebbe mai potuto sospettare fosse finta. Ma un giorno un gallo si lasciò scappare il segreto e la notizia della volpe con la coda di paglia arrivò fino all’orecchio dei contadini. Conoscendo il punto debole della volpe, questi accesero dei fuochi vicino ai pollai, perché non potesse più rubare i loro polli. La volpe sapeva che la paglia prende fuoco facilmente e, per paura di bruciarsi, non si avvicinò più ai pollai. 

Usi proverbiali

Da questa fiaba deriva l’espressione “avere la coda di paglia”, che significa temere ogni tipo di critica per un comportamento, o un difetto, su cui si teme che gli altri possano infierire. Come dice un proverbio toscano: “Chi ha la coda di paglia ha sempre paura che gli pigli fuoco”.

Altra interpretazione del modo di dire gli attribuisce il significato di persona che non ha la coscienza tranquilla e, di conseguenza, teme di essere scoperto e si allarma alla prima allusione sfavorevole, si discolpa senza essere stato accusato, reagisce d’impulso a critiche o osservazioni.

Origine del modo di dire

La probabile origine di questa interpretazione risale alla pratica medievale di umiliare gli sconfitti o i condannati attaccando loro una coda di paglia, con la quale dovevano sfilare per la città a rischio che qualcuno gliela incendiasse come gesto di ulteriore scherno.

Quindi, riassumendo: succede che alcune persone, criticate da qualcun altro (non importa come) o, come loro credono, “offese” per qualche cosa (che sia un atteggiamento, un’opinione, un presunto o effettivo “difetto” etc), sapendo coscientemente o, a volte, inconsciamente, che questa critica è giusta e veritiera ma non volendo ammetterlo, ritengono di essere state offese e, di consequenza, reagiscono.

Ora io, contrariamente a quanto qualcuno possa pensare, o abbia sempre pensato, non penso di essere perfetto.

Sto studiando ancora, e prima o poi lo sarò…

Ho più di sessant’anni sulle spalle e, senza essere mai andato dallo psicanalista (anche preché ho preferito spendere i miei soldi, e a volte proprio buttarli, in altro modo), con molta lentezza ho visto i miei difetti e i miei errori, li conosco e li riconosco.

Ciò non vuol dire che non continui a commetterli, ovviamente.

So di essere io stesso permaloso, e potrei narrare alcuni episodi che, dopo tanti anni, potrebbero risutare anche divertenti.

Ma, a furia di sbattere la testa (o le corna, se preferite), anche se faccio qualche critica a qualcuno, indipendemente dal modo, e so di avere ragione, non indietreggio neanche di fronte a un treno in corsa: se lorsignori si ritengono offesi forse è perché ho colto nel segno…


Ben sapendo che narrare fatti personali può anche non interessare ad alcuno, e nonostante sappia che narrarlo in questo blog così scarsamente seguito vuol dire praticamente parlare al vento, lo faccio lo stesso perché, forse, è terapeutico per me, e tanto basta.

Ci sono due amici, o forse dovrei dire ci sono stati, che ho conosciuto intorno al 1975 dc e sono stati comunque un punto fermo (insieme ad altri).

Non rimpiango nulla: ci siamo divertiti, ci siamo confidati (chi più e chi, purtroppo, meno!) l’un l’altro, abbiamo fatto cose insieme, abbiamo discusso su molte cose e, insomma, ci siamo fatti compagnia nella vita, come succede più o meno con tutte le amicizie.

Tutto ciò, come tutto nella vita, può cambiare, o cessare.

Queste due persone le chiamerò Sempronio e Gedeone. Le iniziali corrispondono a quelle dei nomi reali.

I due erano, se non ricordo male, compagni di classe alle superiori, istituto tecnico serale per geometri, e io ero, nello stesso istituto di Milano, nella parte ragionieri.

Ci accomunò, in varia misura, la frequentazione della sinistra rivoluzionaria.

Il primo lavorò per pochi soldi presso lo zio, che aveva una piccola indutria di scale, facendogli da portiere in ufficio e rispondendo al telefono. Mi ricordo lunghe conversazioni tra noi: a volte chiamava lui e a volte io.

Lavorò poi per piccole mansioni in un centro culturale di area socialista, dove io poi lo sostituii definitivamente più o meno tra il 1978 e il 1983 dc.

Lui, dopo una parentesi con un gruppo sportivo e scolastico, trovò impiego in una famosa libreria di Milano.

Iniziò a manifestare interesse per il teatro, frequentò corsi e poi inizio a gestirne di propri, lasciando la libreria. Ogni tanto fui tra il pubblico di alcuni spettacoli da lui organizzati, ma non ho mai capito granché il teatro, e quindi non capii granché del suo lavoro.

La sua vita continuò così, senza garanzie, senza guadagni e senza contributi pensionistici, e tale continua ora.

Nel frattempo vennero fuori alcuni aspetti del suo carattere, condivisi anche dal comune e contemporaneo amico che chiamerò G (iniziale italiana del suo nome di origine straniera, che iniziava con una lettera straniera), e che purtroppo ci ha lasciato nel 2020 dc. Era ambiguo, calcolatore, non sempre sincero e spontaneo e, soprattutto, opportunista.

Durante una discussione su un famoso film, di cui irrideva una scena in cui il protagonista, faticosamente, riusciva a dare da mangiare a un lupo, io mi adirai alquanto perché dimostrava di non conoscere alcuni aspetti della realtà e del comportamento di certi animali (ritenei e ritengo che fosse e sia occupato troppo a comprendere gli umani e troppo poco il resto della natura), gli dissi “testa di cazzo” e, involontariamente, gli diedi uno schiaffo sulla guancia. Era poco più di uno schiaffetto ma lui ci rimase male e iniziò a dirmi che gli ero sempre stato sul cazzo, che non sopportava la mia tracotanza e intolleranza, che non era contento quando mi vedeva giungere a un appuntamento perché non amavo il teatro come lui, che era assurdo che io “picchiassi” quelli con cui non ero d’accordo, etc.

Gli dissi che non credevo pensasse veramente le cose che diceva ma lui ribadì che le pensava veramente.

La serata proseguì, ma qualcosa in quel momento si interruppe.

Non mi dilungo su altre cose che erano già accadute, e su altre che successero poi.

Il risultato fu che continuai a frequentarlo per diversi anni ancora.

Nel frattempo lui, che era sempre con l’acqua alla gola, chiese a me (e non so a quanti altri) due prestiti, uno di circa 500000 lire e il secondo di circa 1000000, che poi mi restituì. Dopo un po’ di tempo chiese 5000000 a G., che glieli diede.

Sempronio non glieli ha restituiti. Ma la cosa più grave è che non lo chiamò mai, nemmeno per tranquillizzarlo e chiedergli di portare pazienza.

Per diverso tempo fui solo io, tra noi due, ad andarlo a cercare: lui non mi chiamava mai. Come non chiamava mai nemmeno G.

A un certo punto, infastidito oltremisura da questo comportamento, interruppi i contatti, ne parlai con G. ed anche lui li interruppe, anche se già lo erano di fatto. Più o meno cancellammo il suo nome e i suoi recapiti nelle nostre rubriche. Questo accadde, molto all’incirca, all’inizio del terzo millennio.

Ma tra Sempronio e Gedeone l’amicizia e la frequentazione continuarono, pur se con qualche controversia. E continuò anche l’amicizia tra G., me e Gedeone.

Quando, dopo circa sei mesi dalla diagnosi, G. morì, mi sentii chiamare, tre giorni prima, da Sempronio che, significativamente esordì con “Non mi mandare al diavolo, sono Sempronio…”. Volle sapere notizie su G., e si commosse anche, e credo che fosse sincero. Mi chiese come mai ci eravamo allontanati: glielo ricordai e non battè ciglio. Segno che, a mio avviso, non negava (come invece arriva a fare ora, vedi la fine di questo testo).

MI esortò a ritrovarci (disse proprio “ritroviamoci”), e io fui d’accordo.

Al funerale non potè venire per un impegno già preso, e successivamente ci sentimmo, anche in videochiamata, e dopo un po’ ci trovammo diverse sere, circa una volta al mese, nel nostro bar frequentato molto negli anni Settanta, anche con altri due o tre amici, di vecchia data, e alcuni nuovi (per lui). Ci fu anche una cena a casa di un amico. Furono piacevoli occasioni.

Fu verso l’ottobre del 2020 dc che pensai di notare una certa acrimonia nei miei confronti, che definii astio.

Riporto un dialogo svoltosi in una applicazione di messaggistica:

20 Luglio 2020 dc:

IO: Se non ti va più di avere contatti con me ti prego di dirlo chiaro. Mi dispiacerebbe sicuramente, e sarebbe un peccato, dopo tanti anni, ma cercherei di farmene una ragione.

Sempronio: Ma perché passi così precipitosamente a delle conclusioni? Solo perché non ho risposto al tuo messaggio su GT (Nota mia: famoso attore di teatro)?

IO: Lo dovresti sapere che, oltre che rigido e “quadrato”, sono anche paranoico e affetto da mania di persecuzione.😎 🧐 Però uso le “faccine”

Sempronio: Ah, bene, lo riconosci? Capisco, però, che solo tu puoi definirti tale. Se qualcuno che non sei tu osa dire che “la tua rigidità è sconcertante” allora ti senti autorizzato a offenderlo se non addirittura, e questo lo aggiungo io, a passare a vie di fatto.
Beh, no, se proprio lo vuoi sapere, non sono ancora giunto alle tue catastrofiche previsioni. La polemica sulla Réunion di Venerdì scorso è cosa per me superata.

E qui risulta per me evidente l’astiosità. Quello che mi dice, inutile dirlo, lo giudicavo e lo giudico infondato.

Per questo gli risposi: Per me non invece non è affatto superata: che tu ci creda o no ci sono stato male per almeno due giorni, non pensavo ad altro. È vero che tu, scrivendo quello che hai scritto, in senso stretto non mi hai offeso e io invece l’ho quasi fatto. Ma sono arci-stra-ultra convinto che la mia modalità di convocazione di quelle che tu continui a chiamare “reunion” è quella più logica e più pratica: l’ho sempre usata io e tutti gli altri che hanno organizzato le cene dei lav-stud negli anni scorsi (circa 23 cene), l’abbiamo sempre usata io, G., A. ed altri per le sere al bar xxx e quasi nessuno ha mai protestato, proposto o organizzato alcunché in altro modo. MD e S. compresi, tra gli altri. Ti faccio anche notare che per la cena da S. ho prima sentito il tuo parere, e S. ha accettato la tua scelta. Un po’ strano, non credi, per uno scandalosamente rigido? Oltretutto, ho dovuto prendere io l’iniziativa, se aspettavamo S. stavamo freschi.

Mi aspettavo, infatti, come ti ho scritto, che lo comprendessi, ma ero troppo ottimista (per una volta…). In quanto al passare alle vie di fatto, come tu hai pensato, forse memore di uno schiaffo d’altri tempi, non era affatto nei miei pensieri.

Il 29 Luglio 2020 dc, nel passaggio da tarda serata a primissimo mattino, la conversazione prosegue

Sempronio: Vedi, D., e poi, se sei d’accordo, sulla questione possiamo tranquillamente far calare il sipario, la rigidità di cui ti accusavo la si può facilmente rivedere confermata nelle parole di questo tuo ultimo messaggio. Parli, infatti, di consuetudini, di abitudini, che, a mio modesto parere, non vi è alcuna ragione per cui debbano essere mantenute solo perché così si è fatto sempre o quasi sempre in passato. Aggiungo inoltre che se le modalità adottate in quelle circostanze potevano essere giustificate dall’elevato numero di persone coinvolte, oggi, correggimi se sbaglio, la situazione è sensibilmente mutata.
Per quanto riguarda GT, posso dirti in tutta sincerità che non sono in grado di esprimere un giudizio estetico sul suo lavoro di attore. Condivido con te la simpatia per il personaggio ma non rientra nel novero dei miei attori prediletti.

Si trattava di organizzare una serata al bar. Come sempre ho organizzato io e, come sempre anche in altre occasioni, non si stava a perdere tempo a sentire tutti per mettersi d’accordo sul giorno: decideva chi organizzava, e per chi non poteva esserci, pazienza. Il “signor S”, invece, mi accusava di “rigidità sconcertante”.

IO: No Sempronio, non è rigidità, in alcun caso. Non è rigidità “continuare a fare così perché si è sempre fatto così” ma perché è il modo migliore, non solo quando si è in tanti ma anche quando si è in pochi. È questo che mi ha fatto infuriare: il non capirlo da parte tua. Anche se il tuo snobismo non mi è mai piaciuto, sei colto, sei intelligente, sei preparato linguisticamente (ho letto un tuo scritto sul tuo sito e sono rimasto sinceramente ammirato) e sei forbito e corretto anche verbalmente, e di gran lunga migliore, in tutti questi aspetti, di tutti noi: P., S., G. e me. Non cito Gedeone perché è un caso disperato. È per questo che non mi capacito che tu non riesca ad essere d’accordo. Ti saluto. Se non mi sciolgo nel caldo del Salento ci potremo rivedere fisicamente, forse, verso metà settembre.😎

Il 30 Ottobre, dopo uno scambio di messaggi:

Sempronio: Nessuna ironia, cipollone. Non cambi mai. Sei sempre dietro a ricamare, a rimuginare. È vero, lo riconosco, la frase si presta a più interpretazioni ma tu, santo cielo, sei subito pronto a vedervi gli aspetti più negativi.

IO: È difficile cambiare. Sono sempre stato in difficoltà a capire quando si scherza o si parla seriamente: forse è indizio di scarsa intelligenza, non saprei. Ma anche tu non cambi mai: hai sempre la capacità, o il difetto (vedi tu) di prendere in giro le persone con frasi costruite bene in modo da non farsi decifrare subito per quello che significano veramente. O almeno dal pirla che sono io: io ho avuto spesso quest’impressione, intuendo qualcosa (forse) solo osservando l’espressione del tuo viso. Naturalmente tu dirai, a questo punto, che sono tutte mie fantasie ma non credo che, anche se io avessi ragione, lo ammetteresti mai. Del resto ognuno ha i suoi difetti (se vuoi ti elenco i miei, me li puoi elencare anche tu, contrariamente a quanto puoi pensare), anche tu li hai. E potrei anche io dire a te “non cambi mai”. Non voglio continuare, perché mi sono già rovinato la giornata. Ti saluto.😟

Da notare che, come al solito, io mi aprivo e parlavo di me, ma lui non faceva lo stesso.

Dopo essere stato male un’intera giornata pensando a questo dialogo surreale, il giorno dopo gli inoltrai un meme che era confezionato apposta per trarre in inganno

IO:

Bellissima e toccante…😇
Sentite questa, vi farà riflettere:
C’era un gruppetto di anziani che non la smettevano di dare dei colpetti allo schermo dei loro cellulari…..

Continua a leggere…

Sempronio: Non riesco a leggere il seguito della freddura…C’era un gruppetto di anziani… Come prosegue?

IO: Non dirai sul serio! Non dirmi che ci sei cascato!

Sempronio: Ebbene sì, dicevo sul serio. Ora, cosa mi devo aspettare? Il pubblico ludibrio? La cacciata dal consesso degli esseri umani? E vabbè, ce ne faremo una ragione.

E qui dimostra ancora astio e prevenzione nei miei confronti, oltre che la mancanza di un minimo di ironia.

IO: Sempronio, mi hai rotto veramente le palle, vai a quel paese. Era solo un po’ di ironia. Evidentemente non è stata una buona idea riprendere i contatti. Se hai sempre quest’astio verso di me sarebbe forse il caso di smettere, almeno per un po’.

Sempronio: Guarda, caro D., che hai preso un grosso granchio! Non ho semplicemente colto l’ironia contenuta in quel tuo messaggio, tutto qui. In quanto all’astio che proverei nei tuoi confronti, credimi, non vi è alcun astio.

IO: “Ebbene sì, dicevo sul serio. Ora, cosa mi devo aspettare? Il pubblico ludibrio? La cacciata dal consesso degli esseri umani? E vabbè, ce ne faremo una ragione.” Queste parole mi sembrano un po’ più di un “tutto qui”. Quelle di ieri mi hanno fatto stare male tutto il giorno, e quelle di oggi idem. E non sto esagerando o facendo del vittimismo, credimi. Qualcuno forse ha pensato o pensa che io abbia un carattere forte solo per i toni verbali, spesso insopportabili? Beh, si sbaglia di grosso. E più invecchio più sono insicuro. Da tempo penso di soffrire di disturbo bipolare. In ogni caso, per parte mia mi asterrò da inviarti alcunché per un po’ di tempo, così non corro il rischio di essere frainteso, male interpretato, fantasticato, ipotizzato….

Sempronio: Come preferisci…

Interruppi i messaggi, ma di questa cosa continuai a soffrire.

Un messaggio sporadico il 21 Novembre e pochi altri nel Febbraio 2021 dc.

Nel Dicembre 2020 dc Gedeone decise di fare una vacanza lunga in Centroamerica. Sorvolo sulle motivazioni, di questo come di altri viaggi suoi, e delle motivazioni che io, invece, ritenevo fossero quelle reali. Ci siamo inviati alcuni messaggi e, come sempre, spesso non rispondeva ai miei perché si dimenticava, perso chissà dove…

A un certo punto, il 12 Gennaio 2021 dc, scrive (testualmente):

Gedeone: A parte che la stragrande degli esercizi sono tutti chiusi ,come esperienza di un rientro anticipato ,quando sono stato in costa rica un conoscente è andato alla compagnia aerea a pagato una penale di cento euri ed è finita cosi ,aspetto il 14 sperando bene, in quando allo sfasato e bene si sono sfasato penso solo alla fxxx 24 su 24

Si può notare che non possono essere tutti e solo errori di battitura. Gedeone è veramente scarso in italiano e in cultura generale, e considera la letteratura uno spreco di tempo. Lui assomiglia a quello che dice “io leggo solo saggi”. Su quanto poi li comprenda avrei molti dubbi. Lui stesso ha dichiarato di avere un disturbo dell’attenzione e che questo gli aveva creato sempre difficoltà a scuola, da sempre. Si era arrabbiato una volta perché gli avevo detto “continua pure nella tua abissale ignoranza”. Un’altra volta mi aveva risposto, pensate, che “l’importante è farsi capire”! Ma è proprio qui il punto: lui non si fa capire! E la coda di Paglia si vede: toccato sul vivo, si offende!

IO: No tu non sei sfasato perché pensi solo alla fxxx. Quello è solo un aspetto della tua “sfasataggine”😒, direi che è una fissazione, un’idea fissa, una degenerazione…🤪. La prima persona dell’indicativo presente del verbo avere è “io ho”, con la “h”, cazzo! Lo si impara alle elementari!!!🤨. Si scrive “ebbene”, non “e bene”. Sai, per te ci vorrebbe non un TSO, Trattamento Sanitario Obbligatorio, ma sempre un TSO, ma Trattamento Scolastico Obbligatorio. 😆😁 ma come sono spiritoso, vero?😃😂🤣. E ancora: “in quanto” non “in quando”….🤓sei proprio un caso clinico.

Continuai, nei giorni seguenti, a inviare qualcosa, segnalazioni, articoli, commenti, ma non mi rispose mai.

Gli telefonai anche: la prima volta interruppi io dopo sei squilli, la seconda dopo venti..

Il suo continuo non rispondere mi infastidì alquanto, e il 16 Gennaio gli scrissi: Getto la spugna. Mi sono stufato di starti dietro, sei irrecuperabile e incorreggibile. Resta a P., torna quando ti pare, vai in Africa che lí fa ancora più caldo….

Intorno al 23 Febbraio avrebbe dovuto fare ritorno.

Il 24 Febbraio, IO: Bene, leggi e ostinatamente non rispondi. Sai che mi viene proprio voglia di interrompere ogni rapporto con te?

Il 26 Febbraio, IO: Neanche le minacce ti scuotono. Mi sembra di parlare ad un muro. Quindi, posso scrivere quello che voglio, tanto non recepisci. Allora ti dico: con te ho chiuso. Stop alle trasmissioni.

Poi seguirono altri messaggi da parte mia su una certa operazione di informatica (altro campo in cui è carente, e lo rivendica pure, dicendo che lui non vuole imparare, e poi chiede aiuto a me!) che avrebbe dovuto compiere, sempre senza risposta.

Poi, per caso, intuii che si era offeso per quello che gli avevo scritto, e quindi il 2 Marzo gli scrissi: Tu ti sei offeso per quello che ti ho scritto riguardo all’ignoranza, alla tua mancanza di voglia di imparare quello che non sai, alla fissazione per il sesso etc. Non cambio di una virgola ciò che ho scritto perché è quello che penso. Io dico sempre quello che penso, e senza “riguardo” per nessuno. È un difetto? Puó essere. Ma almeno lo scrivo e lo dico. Tu invece fai l’offeso e taci, non hai nemmeno il coraggio di dirlo o scriverlo. Vuoi continuare così? Hai così tanti amici da poter perderne uno così? Mah! Vedi un po’ tu.

E neanche io ho così tanti amici da poterli perdere facilmente. E ti dico di più: Sempronio lo potrei perdere ancora, perché è falso e opportunista, e lo è sempre stato (ma me ne sono accorto tardi).

Seguirono altri messaggi di vario tipo da parte mia, sempre senza risposta.

Nel frattempo chiesi informazioni, sempre via messaggistica, a Sempronio, che mi confermò che Gedeone era tornato e ogni tanto si sentivano. Io ebbi la sensazione che Sempronio avesse istigato Gedeone contro di me, ma riconosco di essere un po’ paranoico e che potrei sbargliarmi, ma il dubbio c’è sempre.

Il 4 Marzo, come avevo fatto anche con Gedeone, gli inoltro due articoli che io, da un altro sito, avevo inserito nel mio blog, sull’Ignoranza e sulla Stupidità.

Sempronio: Ciao D., sono molto interessato alla divisione in classi della nostra società e per nulla a quella tra stupidi e intelligenti.
Non trovo che la “stupidità” sia una categoria in grado di spiegare in modo adeguato tutti quei fenomeni descritti in questo lungo articolo. Su virus e vaccini, io non sono né un negazionista, né un no-Vax, ma una parte delle loro paure ed argomentazioni non si possono liquidare come stupide. A me piace il confronto, il contraddittorio. Rifuggo da atteggiamenti pregiudiziali e faziosi. E sull’allunaggio ti dico questo. Perché non posso nutrire dei dubbi su come sono andate realmente le cose? Le argomentazioni a favore dei cosiddetti negazionisti sono tutt’altro che stupide. E, soprattutto, il fatto che su ogni tema o argomento esistano diversi punti di vista e interpretazioni, a mio modo di vedere è segno di vitalità, di libertà di pensiero, di dinamicità delle idee. Non bisognerebbe avere paura delle idee, anche quando non coincidono con le proprie o con quelle della maggioranza.
Assolutizzare la stupidità, farne una categoria del pensiero, ritengo sia fuorviante e che non aiuti a capire, a comprendere, la realtà.

IO: È una tua opinione, la mia coincide, più o meno, con quella dei due articoli. Non ho altro da dire.

Sempronio: Ti rendi conto, almeno, che da quanto dici ne discende che sono uno stupido?

Come potesse pensare che io gli dessi dello stupido ancora non l’ho capito, ma gli risposi:

IO: Cosa avrei detto io? E se anche fosse? Io per te sono stato sempre uno stronzo: mi sono mai offeso? Ognuno di noi, in qualsiasi minuto di vita, è di volta in volta stupido, intelligente, ignorante, colto, superficiale, profondo, razionale, irrazionale, altruista, egoista, progressista, reazionario. Mi meraviglio che tu non sia d’accordo su questa “compresenza” di aspetti. E, ovviamente, tutto dipende però dal punto di vista, dai presupposti, dalle premesse. Tu e Gedeone siete stupidi e ignoranti per alcuni aspetti, intelligenti e colti per altri. Su me stesso non posso giudicare con obiettività, ma posso avanzare alcune ipotesi: sono arrogante, presuntuoso, stupido, superficiale, analitico, razionalista, irrazionale….devo continuare? Una cosa la devo dire: tu hai avuto troppa influenza su Gedeone, purtroppo negativa. Le cose peggiori (ci sono anche quelle positive, ovviamente) dei nuovi filosofi, di Freud, di Reich, del negazionismo, dell’intellettualismo snob. E dell’abbandonarmi a Moneglia senza neanche fare lo sforzo di chiamare il campeggio, tramite il 12 interurbano, per avvisarmi. È la cosa che non vi perdonerò mai, nemmeno tra cent’anni. E il 90% è colpa tua, Gedeone è andato, come sempre, al tuo seguito. E ancora: se cito degli scritti altrui (io non ho grandi capacità di scrittura, né molti ragionamenti da fare) è perché li trovo, in mimima, media o masssima parte, “interessanti”. Pensavo che fosse chiaro: non è detto che io sia d’accordo. In questi due articoli sono d’accordo al 90%, ma sono d’accordo, in parte, anche su altri ragionamenti, come i tuoi, che in quei due articoli non sono sviluppati.

Sempronio: È una questione di linguaggio. Il vocabolario definisce lo stupido come persona di poca intelligenza, che ha problemi di comprensione, ecc.
Da qui a definire il credente o il complottista uno stupido ce ne passa.
Al limite si potrebbe accettare che per qualcuno quella data idea, quel dato pensiero, quella data concezione, quel dato atteggiamento siano da ritenere stupidi. Cosa che evidentemente non coinvolge la persona.

IO: Se un atteggiamento, un pensiero, una concezione è stupida, certo che coinvolge la persona! In quel momento quella persona è stupida!

A mio avviso traspare, anche da parte di Sempronio, oltre al solito atteggiamento radical chic, anche il fenomeno “Coda di Paglia”: si sente chiamato in causa, si offende, e contrattacca.

Intercorrono nei giorni successivi altri messaggi, tra cui il mio tentativo, pensate un po’, di far intercedere Sempronio, per me, verso Gedeone!

Il 7 Marzo gli scrivo:

IO: “Mia madre sostiene che la maggior parte delle persone dice delle stupidaggini che non vale la pena di ascoltare.”
-Lezioni di piano

#film #vita

@aforismiecitazioni canale Telegram

Sempronio: Pessima battuta.

IO: Verità vera e verissima, invece.

Sempronio: Sei depositario di verità? Ogni cosa che si afferma va comunque dimostrata, argomentata. Non basta dire questa è la verità. Ti suggerisco di tornare a coltivare il beneficio del dubbio. E, nel merito, da chi sarebbe costituita quella minoranza che non dice stupidaggini? Se poi è vero quello che sostenevi solo qualche giorno fa circa il fatto che una volta o l’altra tutti diciamo stupidaggini allora di che stiamo parlando…?

Quindi, ancora una volta, risponde con astio. Addirittura, lui afferma quello che vuole, e io non gli chiedo di dimostrarlo, ma io, invece, devo dimostrare quello che affermo.

IO: Sempronio, ci sei o ci fai? Allora sei veramente stupido anche tu. Devo “dimostrare” ogni cosa che dico? Tu hai detto la tua opinione su quella battuta: che è pessima. Bene, io non ti ho chiesto di dimostrarmelo, e ti ho detto la mia opinione: che invece è verità. Chiuso, non c’è nulla da discutere. Chiudo anche con te? È questo che vuoi? Guarda che, mio malgrado, ho fatto a meno di te per tanti anni, posso farne ancora meno. Credi di essere indispensabile? Roba da non credersi…

Subito dopo, preso dall’ansia che potesse rispondermi:

IO: Anzi, non sto nemmeno ad aspettare la tua saccente risposta, ti blocco subito.

E bloccai la chat di messaggistica con lui, i recapiti telefonici e gli indirizzi e-mail.

Questa è stata la seconda, e definitiva fine, del rapporto tra me e Sempronio.

Lo comunicai a Gedeone, ma sempre senza risultato.

A Gedeone inviai due video, nel tentativo di ricucire, ma sempre senza scusarmi di ciò che avevo detto perché lo ritenevo rispondente alla realtà, anche se i modi da me adottati potevano essere considerati eccessivi.

Mi sono poi stancato del tutto, e gli ho inviato un ultimo video (finora), mandandolo definitivamente, il 7 Aprile 2021 dc, a quel paese. Mantenendo sempre, comunque, la mia disponibilità al riavvicinamento.

Non sono certo colui che, senza colpe, possa scagliare quella famosa pietra, ma ritengo che il fenomeno Coda di Paglia sia, in questo caso, evidente e documentato.

Per quanto riguarda la stupidità e l’ignoranza, come si capisce dal contenuto dei miei messaggi, persone ignoranti e/o stupide in assoluto e sempre ci sono certamente, ma sono una minoranza. Nella maggioranza dei casi ci sono singoli argomenti e singoli momenti in cui si è ignoranti o stupidi. Contrariamente a quanto pensa l’intellettuale radical chic Sempronio, siamo tutti, lui ed io compresi, di volta in volta ignoranti e colti, stupidi e intelligenti.

La prima volta che ci vedemmo noi tre al bar, il dinamico duo (Sempronio e Gedeone) affermò che lo sbarco sulla Luna non ci fu (perché non è possibile realizzarlo, questa fu la motivazione!), e che fu una messa in scena degli americani a scopi propagandistici verso i sovietici. Per me questa è stupidità, e, in quel momento e su quell’argomento, Sempronio e Gedeone erano stupidi. Ovviamente, erano liberissimi di pensare lo stesso di me. Non mi sarei offeso e, se ne avessi avuto voglia e interesse, avrei argomentato.

La differenza tra i due è che Gedeone non seppe argomentare in modo coerente, io lo feci notare e Sempronio mi diede persino ragione.

Essere no-Covid è legittimo, ma non come fa Gedeone (che secondo me è sempre stato influenzato da Sempronio, ma il differente livello di cultura e preparazione tra i due dovrebbe ora risultare evidente): lui legge, disordinatamente, sul web alcune notizie e ne adotta le tesi, convincendosi che sono corrette perché già la sua opinione è rispondente a quelle tesi! Non cerca “altre campane”, non ne ha bisogno: lui è già convinto, e quegli articoli ne sono la conferma! Lo stesso dicasi per i no Vax: per Gedeone è praticamente vero al 100% che i vaccini, oltre che inutili, fanno male e che i tamponi nel naso li infilano fino al cervello (!), Sempronio lascia qualche spazio al dibattito.

E questa è stupidità, non c’è ombra di dubbio. La stessa stupidità dei populisti, dei razzisti e, purtroppo, di molti che dovrebbero essere “di sinistra”.

L’approccio di Sempronio non è rozzo ed è più articolato, anche se arriva alle stesse conclusioni. Ma, mentre lui è in grado di argomentare, Gedeone non lo è, perchè gli mancano gli strumenti per farlo: cultura generale e proprietà di linguaggio.

Il fatto che se ne adonti non lo porterà da nessuna parte. L’unico risultato è che entrambi saremo più soli e più isolati di prima. Io però sono un egoista, individualista, stirneriano, e sono in grado di farmene una ragione e, anzi, trarre più forza per continuare.

O almeno penso.

°°

Ulteriore episodio…

Sabato 8 Maggio 2021 dc, comunque dispiaciuto per quanto successo, sblocco la chat con Sempronio nell’app di messaggistica:

IO: E pensare che volevo proporti uno spettacolo di lettura teatrale di brani di Max Stirner….

Sempronio: Sei per caso caduto da cavallo?

IO: Due volte, tra gli Ottanta e i Novanta, ma senza sbattere la testa….

Oggi, Martedì 11 Maggio

IO: Non sarei certo salito sul palco!

Pensavo che la sua sorpresa fosse per la mia pretesa di recitare, ma lui mi risponde così

Sempronio: Beh, allora mettiamola in termini più espliciti: sei proprio certo di aver superato le ragioni che ti avevano indotto a interrompere ogni contatto con me?

IO: No, e infatti il mio messaggio era di rammarico: “e pensare che…”. Ma nulla è eterno. Si può cambiare idea, e si può anche “soprassedere”. Solo gli stupidi non cambiano idea, e Gedeone lo sta dimostrando (tra parentesi….).

Sempronio: Il tuo messaggio è un pò ambiguo. Esordisci con un “No” e poi dici che nulla è eterno e che si può cambiare idea o soprassedere. Cerca di fare pace con te stesso. Per me, che tu abbia o non abbia cambiato idea sulle cose orrende che mi hai attribuito, è dirimente.

Il campione dell’ambiguità, quello che ha la pretesa di essere dialettico e colloquiante, accusa me di essere ambiguo, e addirittura mi dà, nuovamente, consigli esistenziali! Cioè io, accusato da lui di essere troppo “rigido”, “quadrato”, una volta che rendo evidente che invece non sono così rigido e posso anche cambiare idea, mi vedo consigliare di “fare pace con me stesso”, considerando quindi una contraddizione il fatto di cambiare idea e tornare sui popri passi! Veramente sconcertante!

IO: Ti confermi sempre, e in senso negativo. Non trovo nessuna contraddizione: al momento i motivi sono per il no, e ora me ne dai altri. E siccome io, contrariamente a quanto mi hai scritto, ho sempre coltivato il dubbio, nonostante le apparenze dimostrassero il contrario, e il ragionamento non escludo di cambiare idea. L’ho fatto parecchie volte nella mia vita, e continuerò a farlo. Ma poi, fammi capire, ti sono “sempre stato sul cazzo”, parole tue, e quindi? Ho sempre tenuto più io a te che il contrario, mi sembra. Sto organizzando un aperitivo al bar XXX con S., P., M. e L.. L’ho comunicato anche a Gedeone. Ero in dubbio se estendere la cosa a te. A questo punto l’unico modo per potere trovarci è evitare la discussione. Io, per il momento, non cambio la mia opinione su di te e su Gedeone. “Cose orrende” ti avrei attribuito? Non so se siano più orrende di quelle che tu hai attribuito a me, più di vent’anni fa, ma io rifuggo dalle classifiche e dalle competizioni. Buona giornata.

Sempronio: Se una persona è convinta che io trami alle sue spalle, come si evince dal tuo messaggio del 5 marzo (Sarò paranoico ma penso tu sia coinvolto, eccome!), riferendoti alle recenti “difficoltà” tra te e Gedeone, come puoi pensare che io lasci scivolar via la cosa come se nulla fosse?
E poi, una volta per tutte, basta con questa storia che ti avrei sempre considerato “uno stronzo” o che mi saresti “sempre stato sul cazzo”! Tutte cose frutto della tua immaginazione o, peggio ancora, della tue manie di persecuzione. Se fosse vero ciò che dici, ci saremmo persi di vista da subito e in modo definitivo. Una cosa però te la devo dire: non ti conosco come persona capace di coltivare il beneficio del dubbio, di mettere in discussione le certezze acquisite, di non avere paura del confronto con idee che non collimano con le tue. Questa discussione, del resto, ne è la riprova.
Buona giornata a te.

Ancora più insopportabile, arrogante, saccente. Addirittura nega di avere detto quello che ha detto, e ne erano testimoni Gedeone, G. e forse anche G.ne. Noi non ci siamo “persi di vista da subito e in modo definitivo”, brutto ipocrita, perché IO ho continuato a frequentarlo, a cercarlo, ad andarlo a trovare! Questa discussione sarebbe la “riprova” della mia rigidità! Se non fosse per la mia disponibilità, al contrario, non avrei avuto ripensamenti, come quest’ultimo, di cui sto narrando!

IO: E con ciò dimostri ancora di più quanto detto. Frutto della mia immaginazione: ma certo, come no. Non sei una bella persona. Mi interessa molto di più Gedeone. Con te è proprio tempo perso.

E, a questo punto, risulta chiaro: codesta non è una persona ammirevole.

E il nuovo blocco, stavolta, non può che essere definitivo.


Nella seconda metà degli anni Settanta ebbe una certa notorietà e risonanza il fenomeno dei Nuovi Filosofi o, come dicevano gli intellettuali da salotto, Nouveaux philosophes (la maggioranza di loro erano francesi). Costoro, in vario modo, provenivano in gran parte dal marxismo e dal maoismo e, a un certo punto, ruppero con essi ed iniziarono una polemica e un’intensa attività tra saggi, interviste e conferenze, volta ad affermare la natura comune del totalitarismo nazista e fascista e di quello marxista e comunista.

Sempronio fu sostanzialmente d’accordo, e di riflesso, secondo me senza ragionamento approfondito, Gedeone.

Io non lo ero e lessi un saggio proprio contro i nuovi filosofi.

Il saggio era Contro i nuovi filosofi di Francois Aubral e Xavier Delcourt, Sempronio mi vide con il libro e mi criticò perché leggevo un libro contro di loro senza avere letto prima proprio i nuovi filosofi, affermando che quello sarebbe stato il metodo più corretto.

Gli replicai che quel libro citava molto gli stessi Nuovi Filosofi, che di questo mi ero accertato prima di acquistarlo, e che ciò mi risparmiava, ragionevolmente, dalla lettura di quegli autori.

Ognuno ha i suoi metodi, ovviamente, ma la natura opportunistica e reazionaria di quegli autori è stata ampiamente dimostrata, per chi vuole capire, dal loro comportamento successivo, e dalle aberranti posizioni politiche assunte negli anni successivi. Il più famoso tra loro arrivò addirittura a farsi ritrarre in una foto artefatta per avvalorare le sue tesi sconcertanti.


Più o meno nello stesso periodo di quanto raccontato precedentemente, Sempronio e Gedeone si invaghirono della figura e dell’opera dello psicanalista Whilelm Reich (a cui io stesso ho dedicato una Pagina in questo blog).

Reich apaprteneva alla sinistra marxista rivoluzionaria tedesca. Il suo pensiero, tra intuizioni e analisi importanti e profonde, ed altre molto discutibili, comprese alcune del tutto sbagliate, inevitabilmente andò a cozzare con l’ottusità e la violenza stalinista.

Negli anni successivi, tuttavia, Reich non fece più distinzioni tra il marxismo originario e la sua degenerazione stalinista, ma parlò di fascismo nero e fascismo rosso.

Particolarmente fastidioso mi risultò l’atteggiamento di Gedeone anche perché non argomentava con parole e ragionamenti suoi quanto asseriva Reich, ma ne riproponeva pedissequamente le asserzioni, trasformandole in quelli che io, e il comune amico Gi., percepivamo come un insulto.

Tanto che, una sera, sentendomi dare del fascista rosso, minacciai apertamente Gedeone e lo invitai a non rivolgere più verso di me quell’epiteto.

Il pomeriggio del giorno seguente, dovendoci trovare di nuovo tutti insieme, fu proprio  Gi. a farmi notare la rigidità delle loro espressioni quando, insieme, stavano per raggiungerci.


Sempre lo stesso Gedeone si distinse per incompetenza e superficialità ripetendo per anni, a proposito del fenomeno della cosiddetta Rivoluzione Culturale cinese, la sua ammirazione per il temine “culturale” (detto proprio da lui, poi!): ovviamente non aveva approfondito alcunché, e non aveva mai capito o, meglio voluto capire, la vera natura di quel fenomeno di orrendo regolamento di conti tra le fazioni del “comunismo” cinese e di quella odiosa e terrificante campagna di odio e persecuzione di presunti deviazionisti e reazionari che fu la presunta “rivoluzione culturale”.

Il fascismo rosso non impedì poi all’anarchicheggiante Gedeone di diventare un ammiratore, un po’ tardivo a dire il vero, di Lenin, proprio di colui che i Nuovi Filosofi asserivano essere il padre naturale del dispotismo stalinista.


Altri due elementi da mercatino delle pulci sono due compagne degli anni Settanta, che si danno man forte nelle scemenze, pur essendo molto diverse tra loro.

Una la chiamerò Clodovea, l’altra Agilulfa.

Non starò a spiegare come le ho conosciute, chi erano (o, meglio, chi pensavo fossero, perché ritengo che nessuno, in fin dei conti, è in grado di conoscere veramente, profondamente nessun altro, nemmeno vivendoci insieme per decenni), cosa hanno fatto: sarebbe veramente troppo lungo e probabilmente direi delle inesattezze.

Entrambe erano nella sinistra: Clodovea, contrariamente a quanto ritenevo io stesso allora, non è mai stata una rivoluzionaria in senso stretto. Sicuramente combattiva e battagliera, ha portato avanti molte lotte e istanze, sia nelle scuole che sul luogo di lavoro (o almeno questo ricordo, ma lei spesso se ne vanta, e a questo punto mi sorge qualche dubbio), ma il suo obiettivo non era certo la rivoluzione violenta e l’instaurazione di un sistema comunista, anche se frequentava molti dei rivoluzionari di allora.

Come era, invece, Agilulfa, che quella scelta rivoluzionaria portò alle estreme conseguenze nella lotta armata, pagandone lo scotto con il carcere.

Frequentate per anni e perse di vista in tempi e modi diversi, e altrettanto diversamente ritrovate qualche anno fa, queste due signore, così diverse, come detto, si ritrovano ad essere, per molti versi, sorprendentemente simili in alcuni aspetti: sono entrambe no-Covid e no-Vax.

Clodovea, a quanto dice lei stessa, sarebbe stata più o meno atea. Ad un certo punto, senza un chiaro motivo “scatenante”, è diventata una fervente cattolica, tanto da essere parte, addirittura, di un gruppo di preghiera. Non basta: crede anche a ogni tipo di delirio mistico, esoterico ed “energetico”. Anche sull’arte non ci troviamo: lei riesce a capire cosa “vedevano” e “interpretavano” gli astrattisti, i concettuali, i metafisici ed ogni sorta di assurdità “artistiche” perché lei è su un altro piano ed io, povero materialista, non “sono in grado”. Ogni tanto, nonostante ciò, ci siamo visti per visitare alcune mostre d’arte: in una di queste occasioni l’ho vista presa da entusiasmo isterico per il raduno degli Alpini, una congrega di reazionari, nazionalisti, bigotti, beceri bevitori e maschilisti stupratori. In un’altra occasione ha negato che anche l’Italia sia sovrappopolata (ripetendo la stupida litania che gli italiani stiano “scomparendo”). È anche lei parte di quella triste schiera, come Sempronio e Gedeone, che negano che l’uomo sia arrivato sulla Luna. Manca solo che sia terrapiattista, ma non mi stupirei più di tanto.

Ogni tanto, nella messaggistica, divulgo articoli, massime, aforismi con cui sono d’accordo o che ritengo interessanti: ovviamente è la mia visione del mondo, non certo la sua, e ci aggiungo alcune mie considerazioni non certo moderate e tolleranti. È capitato che per quattro volte non capisse un accidente di quanto proponevo, spesso ribatteva piccata e “offesa” perché, ovviamente, si sentiva parte in causa. Il compagno, che conosco dalla fine dei Sessanta, con cui ha avuto una figlia in una particolare relazione aperta mi disse letteralmente, una sera, che “non capisce un cazzo”.

Ovviamente a un elemento così cosa mancava? Di essere no-Covid e no-Vax, spalleggiata in questo da Gedeone, Agilulfa e un amico di questa, che chiamerò Eulalio.

Agilulfa, da parte sua, pur essendo atea, per molti versi è proprio fuori come un balcone. Lei è no-Covid perché “legge”, “studia” (si è espressa proprio così!), e noialtri invece, che, pensa un po’, pretendiamo di ragionare con la nostra testa, siamo traviati, siamo stati rovinati da “loro” (e naturalmente nessuno ha mai capito chi fossero questi “loro”). È un misto di ingenuità infantile ed arroganza presuntuosa, “qualità” che, oltre a portarla, a mio avviso, verso una scelta militare assolutamente fuori luogo e fanatica nei Settanta, la portano ora, negli anni Venti del terzo millennio, a vedere cospirazioni e complotti in ogni dove.

Non avendo le basi culturali per poter fare un discorso sensato, si trova molto male a scrivere nei programmi di messaggistica e così “rimedia”, inondando l’etere con messaggi vocali, peraltro sconclusionati: lei stessa ha riferito che anche sua sorella le fa notare di non capire quello che dice, tanto è confuso e male esposto.

Anche lei, spesso, non capisce una minchia di quello che le si dice o si scrive, fraintende e poi, accorata, ci chiede: “ma cosa vi hanno fatto?”. Sono sempre i misteriosi “loro”, che ci avrebbero rovinato.

In WhatsApp avevo creato una chat riservata a quelli con cui ci si trovava ogni tanto, e l’ho chiamata “Serata”. Nella chat con Clodovea mando un’immagine, il 18 Novembre 2021 dc, che mi era arrivata da qualcun altro, c’era scritto “Tutti filosofi, virologi ed economisti. Non si trovano più 4 ignoranti per fare due chiacchiere”.

La svegliona Clodovea non capisce una minchia e ribatte, nella chat “Serata”:

Demetrio cosa vuoi dire? Io sono un po’ infastidita da questa battuta.

Ti credi un po’ troppo al di sopra…I 4 ignoranti sarebbero quelli con i quali avresti il piacere di parlare!!!! Sei rigido come un baccalà si dice a Miano. E non ti posso parlare di nulla al di fuori di cosa?? Purtroppo offendi con tutte le frasi di altri e aforismo vari. Sono dispiaciuta del tuo modo di agire. E non mi sento di risponderti più. Io ci rinuncio!!! Non ti capisco. E quindi preferisco che mi togli dal gruppo perchè non ho più voglia di capire o accettare il tuo modo di scrivere insultando e provocando come se tu fossi su un pulpito dal quale non è possibile rispondere (Nota mia: semmai “al quale”…). Sono stanca. Che tu ti credi superiore…Ma a che cosa e a chi? NON SEI UN AMICO!!! E non capisco perché?.

Naturalmente Agilulfa non se lo fa ripetere due volte e mi manda otto messaggi vocali (forse perché è WhatsApp stessa a suddividere in più parti i messaggi vocali, per non farli troppo lunghi e pesanti), che non sto a trascrivere perché proprio non ne vale la pena.

Al che rispondo Clodovea, era una battuta! Me l’hanno mandata e l’ho inoltrata, come faccio con altre! Hai proprio capito male! Non era rivolta a nessuno!

E aggiungo E tra gli ignoranti ci sono anch’io! ERA UNA BATTUTA!!!!

Agilulfa commenta Bene bene!!!, senza ammettere che anche lei non aveva capito una mazza.

Ma io subito aggiungo Sul resto di quanto scritto da Clodovea e detto da Agilulfa non commento e non rispondo. Potrei, anche non volendo o esprimendomi male, peggiorare le cose. Forse è meglio (una volta tanto…) tacere. Se tacere (quando è meglio che parlare) è una virtù, purtroppo io non la possiedo. Cercherò di migliorare, negli anni che mi restano.

Non avevo più nessuna intenzione di stare dietro a due minorate mentali, sinceramente ne avevo le scatole piene. E addirittura IO “non ero un amico”!

Già prima di questo episodio, del resto, ero a disagio per gli “argomenti” No-Covid di quei tre, e mi ero visto una sera solo con l’ex-compagno di Clodovea e un vecchio amico dei Settanta, che chiamerò Santipante e Franjo, apposta per evitare di sentire stronzate.

La chat “Serata” continua per qualche giorno, e vede persino alcuni messaggi di Gedeone. Nessuno da Santipante, che non è mai stato del resto granché presente, e da me.

Il 12 Dicembre 2021 dc mando quest’ultimo messaggio: Ciao a tutti, abbandono il gruppo chat.

Dopo un po’ ho dedotto che anche gli altri abbiano abbandonato la chat.

Nel 2022 dc mi sono visto con i due compagni di prima e con un altro mio amico, ma non abbiamo parlato di questo.

Dunque, in sintesi: ci sono stato male per due settimane, continuavo a pensarci e poi, per fortuna, sono arrivato alla conclusione che era meglio infischiarmene. Devo stare male io per siffatte persone? Certamente no. Con dispiacere sincero non posso che “tirare i remi in barca” e continuare per la mia rotta, pur scomoda e solitaria che sia.

(ultimo aggiornamento 16 Gennaio 2023 dc)