Sogni-1

Sogni-1

di Jàdawin di Atheia

Dal Taccuino numero 7

05/09/82 dc

…E sono arrivato persino a sognare Bruno e i suoi amici. Sognavo di andarli a trovare in un negozio, o forse una casa, in via Broletto, forse dove c’è in realtà in negozio di Viganò. Loro stavano lì, mi mostravano antichi reperti archeologici a dimostrazione delle loro teorie mistico-esoteriche.

A un certo punto mi mostravano dei fogli di giornale ed io, attraverso di essi, vedevo come in un film le scene primordiali che confermavano le loro storie. Io non ero sorpreso che i fogli di giornale fossero diventati dei televisori, ma pensavo che ci fosse un trucco.

Quando, nel sogno, lo dissi loro essi reagirono tenacemente, cercando di dimostrarmi che mi sbagliavo. Il sogno finì lì, nella loro replica. E fu un sogno abbastanza lungo, come al rallentatore, e i dialoghi erano estesi ma intelligibili. Quando lo racconterò a Bruno vorrò vedere la sua faccia, e soprattutto aspetto l’interpretazione che ne darà!

LA, il fanatismo invece della telecronaca

LA, il fanatismo invece della telecronaca

di Jàdawin di Atheia

26 Novembre 2022 dc, mondiali di calcio, c’è la partita Argentina-Messico.

LA, secondo “cronista” su Rai 1, lo avevo già notato in altre telecronache: voce gutturale da bifolco, scemenze sciorinate a profusione, palese parzialità per questo o quell’altro, per questa o quest’altra nazionale. Ovviamente in questo caso non  poteva, da leccaculo qual’e, che parteggiare platealmente per l’Argentina e per il suo dio fatto uomo: Messi!

Ora, non mi sognerò nemmeno di negare l’evidenza: l’Argentina ha sempre giocato di più e meglio, e Messi è un campione indiscutibile.

Non tollero però il fanatismo, la partigianeria, l’esaltazione, le grida sguaiate, la voce resa rauca dall’isterica venerazione per il dio fatto uomo, il migliore, l’immarcescibile campione. È quello che è successo quando ha segnato il semidio con la palla. Quasi quasi LA ha fatto impallidire quell’altro fuori di testa, che su una tv privata si fa uscire le pupille dalle orbite ogni volta che segna il Milan.

È tutto l’opposto di quello che ho sempre pensato dovesse essere un telecronista: neutrale pur essendo obiettivo, preciso senza essere parziale, dettagliato senza essere falso e fazioso. Il motivo per cui, da ragazzo con mio padre, dopo dieci minuti di Pizzul giravamo sulla Tv della Svizzera italiana, quando trasmetteva le stesse partite, in diretta.

Ma ormai questi sono tempi di pescicani, di esagitati, di imbecilli.