Un xxxxxxno in Xxxxxda

27 Marzo 2024 dc:

Un xxxxxxno in Xxxxxda

di Jàdawin di Atheia

Mi sembra giunto il momento di parlare di un personaggio, connazionale, che si è trasferito da alcuni anni in un Paese del nord che amo molto e che, con le sue qualifiche universitarie e professionali di tutto rispetto, ha iniziato a parlare di questo Paese e a svolgere iniziative relative ad esso.

Non voglio entrare assolutamente in contrasto con lui e, per questo, ho mascherato il nome, e il nome del Paese in questione, con cui si fa chiamare, e che è il titolo di un suo libro. Non mi interessa essergli antagonista, anche perché non ne vedo il motivo, né alcuna finalità.

Alcune cose, però, le devo dire.

Indubbiamente, col suo libro, le sue pubblicazioni e le sue iniziative nella Rete ha contribuito finalmente a chiarire alcuni aspetti della vita in quel Paese, della sua storia, delle sue dinamiche interne. Ha fornito molte informazioni, sconosciute ai più, e ha sfatato alcuni miti e luoghi comuni che, purtroppo, pesano sull’immagine di questo splendido Paese.

Tutto ciò è innegabile ed è indiscussa la sua importanza.

A suo tempo, nel canale Telegram che ha creato, ho subito notato quello che, a mio avviso, è un errore di italiano e l’ho scritto. L’errore riguarda la concordanza, in una frase, del soggetto e del verbo a lui collegato. Ad esempio la frase La maggioranza delle gente sono stupidi è errata, perché il soggetto della frase, La maggioranza (della gente), è singolare, mentre il verbo e l’aggettivo, sono stupidi, sono al plurale.

Subito l’Amministratore del canale, che dovrebbe essere il moderatore e non l’aizzatore, mi ha subito apostrofato con la frase “Lei ha studiato simpatia ai corsi estivi del Ku Klux Klan o a quelli tenuti da Pippo Calò?”.

Al che ho risposto “Grazie del complimento, la rassicuro, sono autodidatta. Deduco che per lei fare un’osservazione è comunque ‘antipatia’. Sono stupito, per non dire altro”.

L’individuo in questione ha replicato “Vede, caro signore, spuntare dal nulla inviando una sequela di correzioni non richieste senza nemmeno presentarsi o salutare non è ‘fare un’osservazione’, ma rompere le scatole in maniera anche parecchio maleducata”.

La mia risposta a tali idiozie è stata “Intanto non ho fatto ‘sequele’ di correzioni, ma una sola. Secondo: certo che spunto dal nulla, mi sono iscritto pochi minuti fa! Terzo: non saprei come ‘presentarmi’, mi sembra che in questo canale si possa solo commentare ad alcuni post. Quarto: lei è più maleducato di me, questo mi sembra certo”.

Da notare che, per il soggetto, le correzioni “non sono richieste”, quindi in quel canale, come nel gruppo Facebook, criticare e discutere non è ben visto, ma elogiare a profusione e complimentarsi col protagonista ad ogni suo post (decine di messaggi del tipo “grazie”, “sei il migliore”, “bravo”…) è invece la norma, graditissima e benvenuta.

Anche il Protagonista mi aveva risposto dicendo che per lui quel tipo di frase era “normalissimo”, ed io avevo replicato che se è “normalissima”, cioè “molto usata”, non è detto che sia corretta, come ad esempio “gli ho detto” quando l’oggetto della frase è una donna, e andrebbe usato “le”.

Qualche mese dopo mi sono recato in quel Paese, e prima ancora di partire ho inviato una e-mail al Protagonista chiedendo di potere trovarci nella capitale e fare due chiacchiere, ma non mi ha, ovviamente, nemmeno risposto. Poi ho saputo che una certa sera, nello stesso momento, eravamo a poca distanza tra noi, ma pazienza.

L’energumeno Amministratore ha poi manifestato tutta la sua arroganza in altre occasioni, e l’ho bloccato definitivamente in Facebook.

Ora: è chiaro che la lode è accettata, se non quasi richiesta, invece la critica e il dissenso sono molto sgraditi. E che se il Protagonista si è scelto un tale Aizzatore, una ragione pure ci sarà.

Poi è venuta la conferma: ad un certo punto del suo libro, peraltro, come già detto, molto interessante ed utile, scrive “Come succede agli italiani, anche gli xxxxxxxsi amano fare le pulci alla grammatica e all’ortografia altrui per soddisfare il proprio narcisismo”. Ah, eccolo scoperto, il Protagonista! Quelli che lo criticano sono narcisisti. E lui? Ma no!

E prosegue: “È sempre un motivo di riscatto, per la persona qualsiasi, il poter correggere la lingua altrui, anche di qualcuno molto più istruito che ha battuto distrattamente un post sui social media”. Chiara la condiscendenza per le persone “qualsiasi”, e l’auto-considerarsi molto più istruito, che gli errori li fa solo per distrazione!

“Nemmeno quando è ragionevole presumere che l’autore conosca a menadito le convenzioni grammaticali dello standard attuale…tanti riescono a resistere alla tentazione di sfoderare la propria pedanteria, non perdonando una svista, o un errore palesemente imputabile al correttore automatico. È un fenomeno insopportabile, e probabilmente non sradicabile, perché la tentazione di nutrire il proprio ego attraverso l’umiliazione altrui è sempre troppo forte, e pare essere trasversale alle culture”.

Chiaro, no? Ovviamente è ragionevole presumere che il Protagonista conosca a menadito la lingua, e non poteva essere altrimenti: lui ha studiato, per Giove! Ma quelli che lo criticano sono solo pedanti, e lui fa solo sviste, o errori palesemente imputabili al correttore. E certo, tutti gli errori che fa sono palesemente imputabili ad altro. E poi! Proprio lui parla di nutrire il proprio ego! Lui che non fa altro dalla mattina alla sera!

Il libro in questione, del resto, è adeguatamente pieno di errori, che sicuramente sono imputabili ad altri.

Gli errori di punteggiatura sicuramente sono sviste ma, se suscitassero critiche, queste sarebbero segnate da pedanteria e, comunque, irrilevanti. L’uso errato di due punti e punto e virgola, ad esempio: in una pausa della frase per evidenziare il passaggio successivo non si usa MAI il punto e virgola, ma i due punti. Soltanto se le pause e le sottolineature dovessero essere più di una, per le successive si userà il punto e virgola. Anche se, a mio parere, sarebbe meglio evitarle.

Ma il Nostro, oltre a queste quisquilie, si esibisce in “dove” usato al posto di “in cui” o “nel quale” (ma è in buona compagnia con la quasi totalità di italiani, anche giornalisti e letterati), di indicativo imperfetto al posto di congiuntivo, presente o passato che sia, di numerosi “anima”, “animo”, “spirito”, “spiritualità”, “cuore”, “grazie al cielo”, banali e soliti elogi delle civiltà greca e romana, ovviamente comunque superiori a tutte le altre, e l’immancabile espressione “Bel Paese”. Ma si produce anche in affermazioni come “non sta scritto da nessuna parte che essere puntuali sia meglio di essere flessibili, come purtroppo tanti credono”, infatti non solo è meglio, ma è anche eticamente positivo: si chiama rispetto. Ma lui, che si è adattato a fare tanti mestieri per sbarcare il lunario, cosa a cui è stato costretto dalle circostanze, equivoca questo con la tanto decantata flessibilità, arrivando a esprimersi con autentico disprezzo per chi, ahilui, vorrebbe un posto fisso e una vita serena.

I suoi seguaci (per molti di loro è il termine che meglio li definisce), oltre a distinguersi nel gruppo Facebook e nel canale Telegram, lo hanno fatto anche nel famoso mercato della Rete attraverso cui il suo libro è stato acquistato. Tra le recensioni ce ne sono alcune critiche: tra queste alcune sono stupide, altre più sensate.

Cosa ne hanno detto, nel canale Telegram?

Uno ha detto che era strano che le critiche negative fossero state espresse da chi non risultava che avesse fatto un acquisto certificato di quel libro (così come li contrassegna quel mercato in Rete), e un altro ha affermato che non era affatto strano. Quindi, secondo questi fans (fan deriva, non a caso, da fanatic!), chi criticava era quasi sicuro che il libro non lo avesse nemmeno letto!

Lo stesso atteggiamento è comune in Facebook e in Telegram, in cui lo stesso Protagonista strapazza e maltratta chiunque si esprima criticamente verso il Verbo (il suo, ovviamente).

Alcuni di costoro se lo meritano, e io stesso ero rimasto piacevolmente sorpreso dalla decisione con cui il Nostro li trattava, senza mezzi termini e senza tanti complimenti. “Però!”, mi dicevo, “finalmente ci si esprime sinceramente fuori dal politicamente corretto”.

Certo, ma questo disprezzo lo riserva pressoché a tutti quelli che sono abbastanza critici, o perlomeno dubbiosi, nei suoi confronti e, peggio, lo scrivono!

Alcuni non ne hanno potuto più, e lo hanno abbandonato definitivamente.

Notevole è anche il fatto che costui ha creato un ulteriore gruppo o pagina (non ricordo con esattezza) in Facebook a cui ci si iscrive a pagamento, per sostentare le sue attività.

L’ultima volta che ho controllato, gli iscritti erano sei.

Per fortuna.

Ora, ha certamente tutto il diritto di tessere le lodi al suo Paese, che chiama “Bel”, alla musica lirica, che tanto apprezza, alla “superiorità” culturale dell’Italia nel mondo, di parlare di anima e di spirito: sono opinioni personali, ci mancherebbe.

Ma non può pretendere che tutti lo assecondino.

Nel libro tesse lodi, neanche tanto, nascoste, delle tradizioni in quanto valori in sé, al di là che ci si creda o meno. Secondo il suo ragionamento, le tradizioni sono importanti, ed è importante seguirle anche se non ci si crede. Sottovaluta il fatto che si dica che in Xxxxxxa un numero elevato di persone si dichiarano atee, e cerca di rivoltare in qualche modo la frittata con argomentazioni che si ripeteranno anche altrove.

Come mi è arrivata a casa la copia di una sua Guida di questo Paese, scritta con un’altra persona e pubblicata da una prestigiosa casa editrice oltre Atlantico, sono andato subito a guardare il capitolo relativo alla religione: brevissimo, non appare minimamente la parola ateismo.

I sondaggi e le rilevazioni statistiche non danno mai un quadro esauriente in nessun caso, ma è l’unico modo per avere un’idea su un certo argomento, così feci qualche ricerca. Mi imbattei su un’indagine pubblicata su Esquire nell’agosto del 2018 dc, condotta da WIN/Gallup su 60000 persone in 68 Paesi del mondo, da cui risulta che, benché il Protagonista non ne voglia parlare, gli atei d’Islanda sono il 17% della popolazione, all’ottavo posto in Europa per numero di non credenti.

Quindi, caro Protagonista, sei falso e bugiardo.

Nel gruppo di Facebook ha ripetuto spesso gli stessi concetti, ha affermato che in Italia non possiamo non dirci cristiani (riproponendo la famosa frase di Benedetto Croce, senza citarlo) perché saremmo comunque influenzati da cultura, usanze, tradizioni e stili di vita.

Alcuni membri del gruppo hanno fatto notare che ciò è inesatto e fuorviante, e che ognuno è, di solito e auspicabilmente, quello che diventa, non quello che altri (lo Stato, la Chiesa, la famiglia, la scuola, l’azienda, la patria…) vorrebbero che fosse. Ma non c’è stato verso. Ed infine ho scritto “Rinuncio a commentare. Lascio.”

A un certo punto gira un video sull’argomento relativo ad un pesce, alla sua carne dal sapore repellente, dal suo trattamento, e dalla leggenda natavi intorno come un prodotto di nicchia, e sul riuscire a mangiarla come prova di coraggio e atto di “iniziazione”. Si reca in un certo posto del Paese con un gruppo di italiani, il gruppo di “assaggio”, e subito li elogia perché hanno un gusto superiore.

Proprio così, senza il minimo senso di vergogna cade in uno dei numerosi luoghi comuni beceri sull’Italia e sugli italiani. Manca poco che sciorini le donne italiane le più belle del mondo, i maschi italiani i migliori amanti del mondo, e via scemendo. No, non è un errore, ho proprio scritto scemendo.

Naturalmente gli italiani presenti hanno manifestato subitamente il loro gusto superiore enumerando aspetti e caratteristiche fantasiose di questo pesce, e paragoni quanto meno esilaranti con alcuni formaggi. Non potevano esimersi, una volta così blasonati dal nostro Protagonista.

Nel libro aveva anche affermato che chi credeva che i turisti fossero diventati veramente troppi per il Paese in questione erano degli snob, che volevano ritagliarsi un’Xxxxxxa su misura per loro, erano degli egoisti.

In quel Paese ci sono stato cinque volte, finora, e ho constatato l’aumento vertiginoso del turismo, e l’abbassamento, in corrispondenza, della qualità dello stesso. Già negli anni Novanta del secolo scorso gli stessi abitanti ne erano preoccupati, e organizzazioni di vario tipo, anche internazionali, organizzavano vacanze di lavoro per ripristinare alcuni luoghi affaticati dal solo camminare dei turisti! Volevo partecipare anch’io, ma non ne feci nulla.

Nel 2017 dc ho verificato di persona il disastroso aumento dei turisti, relativa cementificazione del suolo con parcheggi e strutture, e tutto il resto.

Ma nel gruppo Facebook il Nostro disse poi il contrario: non ho capito se perché nel frattempo avesse ragionato un po’ di più, o lo facesse per opportunismo (magari molti del gruppo la pensavano così…costringendolo ad adeguarsi).

Successivamente ebbe a discutere con un tizio. Il tizio era indubbiamente un cretino, e lui aveva innegabilmente ragione ma, quando si scatenò nella polemica, oltre agli argomenti validi che addusse, disse anche che lui aveva molti più “mi piace” di quell’altro, e lo scrisse seriamente, come se questo fosse un argomento valido di confronto!

Facendo questo, senza rendersene conto, si era dimostrato più cretino del suo interlocutore.

Anche sull’argomento Halloween e relative manifestazioni folkloristiche e festaiole si distinse: mentre i tradizionalisti cattolici o nazionalisti affermavano che Halloween era un fenomeno estraneo “alla nostra cultura”, lui affermava esattamente il contrario, descrivendo come alcune manifestazioni di Halloween fossero presenti nella tradizione cristiana ben prima che questa moda diventasse così popolare anche al qua dell’Atlantico. Ma si fermò qui, e secondo me non andò più in là, perché forse si sarebbe accorto che l’origine di tali tradizioni non erano assolutamente cristiane, ma provenivano da altre latitudini.

Dopo che vidi i suoi atteggiamenti durante una spedizione in barca a vela nell’estremo nord, in cui il Nostro, prima scherzando poi, ho il sospetto, sempre più convinto, si atteggiò, nel portamento e nel vestiario, a capitano di vascello, a novello capitano Achab, ripreso in varie pose ieratiche a scrutare il mare o a suonare uno strumento a fiato in posizione elevata tra le vele, e dopo che lessi altre sue affermazioni in Facebook, decisi che era abbastanza anche per me, e lasciai, non senza rammarico, il gruppo Facebook e il canale Telegram.

Non posso fare finta di niente…oltre una certa misura.

Un frequentatore di Facebook e del gruppo del Nostro, uno di quelli che se ne erano allontanati, e con cui ho avuto un breve scambio di idee, ha scritto:

“(Cognome omesso) è di un narcisismo parossistico, che oltrepassa il ridicolo. Fa il tuttologo, salvo sparare clamorose cxxxxte su argomenti di cui non sa nulla, per cui farebbe meglio a tacere. Lui e i suoi accoliti sono brutte persone, invidiose e attaccabrighe. Molto meglio altre realtà che si occupano di Xxxxxxa”.

Spero che le orde di fanatici che lo seguono siano più fumo che sostanza, e non facciano più male che bene all’amore e all’interesse che merita quel grande Paese.

Sogni-7

Sogni-7

di Jàdawin di Atheia

Dal Taccuino numero 13 (il 12 è svanito per il furto della mia valigetta)

25/7/94 dc

Due sogni nei giorni scorsi, ma ne ricordo uno solo.

Una città con case basse, color terra, con passaggi segreti. Una dittatura da combattere, tecnocrati in giacca e cravatta, il dittatore aveva l’aspetto di Oliva (Nota odierna: probabilmente un collega che non ricordo).

Io arrivo lì e mi aggrego a un gruppo dall’aspetto tra l’hippie e il vacanziero. Cerchiamo di entrare nella città. Inizia la repressione, strani automezzi pattugliano la città, transitano in tutti i vicoli, per noi è impossibile passare.

Improvvisamente ci troviamo a tu per tu col dittatore, la pace in cambio di una comandante, una specie di regina nostra, in ostaggio. Ma la notte riusciamo, attraverso passaggi segreti, a liberarla, i dittatori fuggono, e segue la grande festa.

Sogni-6

Sogni-6

di Jàdawin di Atheia

Dal Taccuino numero 11

17/12/89 dc

Ero in un paese di montagna, sul fondovalle, e mi nascondevo a un aereo da turismo che volava basso a cercarmi.

Riuscivo a non farmi vedere e salivo su per i monti. Raggiungevo una fattoria sullo stile La grande vallata, dove facevo amicizia con un ragazzo. 

C’erano delle bestie feroci, leoni e tigri, ma dando loro del cibo erano innocue.

Poi arrivavano dei teppisti armati che ferivano e uccidevano alcune belve, con fucili e archi, e minacciavano me e il ragazzo. Poi mi ricordo vagamente che con il padre di lui li stanavamo e ferivamo.

Poi, quasi sveglio, sognavo di avere una villa sopra una collina, con diversi cunicoli sotterranei che conducevano il luoghi strategici. La villa era piena di armi.

A un segnale cifrato inviato con piccioni viaggiatori arrivavano i miei compagni: insieme ci si dedicava a spedizioni punitive verso capitalisti e inquinatori. Subivamo un attacco ma lo respingevamo grazie ai condotti sotterranei.

Sogni-5

Sogni-5

di Jàdawin di Atheia

Dal Taccuino numero 10

11/09/88 dc

Primo sogno. Sono stato ad A. con L., e l’ho sognata. Ma mi è rimasta una sola immagine di lei, in piedi in mezzo a un prato o a una strada, in calzoni neri corti e una t-shirt gialla senza maniche, braccia sui fianchi che mi parla.

Del secondo sogno mi restano le ultime scene: io vado in auto, una Argenta grigio chiaro, in una giornata nuvolosa. Svolto a sinistra commettendo infrazione. Davanti a me, nel traffico, un vigile tutto in nero con impermeabile, fischia ma io non mi rendo conto che è per me e proseguo, il vigile da dietro si inginocchia e spara con una mitraglietta.

Io mi fermo e scendo, sbalordito e infuriato, vedo i fori dei proiettili nel cofano posteriore, inveisco contro il vigile e tutta la gente lì intorno mi dà ragione, e in breve il vigile è assediato da una folla che gli dà contro.

Dilungandosi su questa scena il sogno finisce.

Sogni-4

Sogni-4

di Jàdawin di Atheia

Dal Taccuino numero 10

29/08/88 dc

Sono stato impressionato forse dal fatto  che la sera, cercando di posteggiare da Oscar appena tornato dalla Grecia, sotto una pioggia torrenziale, non sono salito sul marciapiede perché lo spoiler toccava: questa sarebbe la causa per cui ho un breve ricordo del sottoscritto che cerca di smontare la parte inferiore dello spoiler, svitando dei bulloni.

Inoltre so che si è accavallato un altro sogno, ma nel frattempo l’ho dimenticato. Anche altri sogni precedenti ho dimenticato.