Reich


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In questa pagina ospiterò scritti che parlano di Whilelm Reich, psicanalista marxista che sviluppò teorie ampiamente contrastate sia da Freud, di cui era stato allievo, sia dall’ortodossia stalinista, sia dal nazifascismo che dal capitalismo statunitense, che lo imprigionò e ne causò la morte.

Inizio con un articolo di Valerio Evangelisti pubblicato su “Avvenimenti” il 7 Maggio 1997 dc.

Reich sfuggito ai nazisti ammazzato negli USA

Il 3 novembre 1957 moriva in un carcere degli Stati Uniti Wilhelm Reich. Comunista, psicanalista dissidente e poi biologo eterodosso, fu l’autore della “Rivoluzione sessuale”, uno dei libri che ha segnato la cultura giovanile del ’68. E a lui devono molto anche Herbert Marcuse ed Erich Fromm. Valerio Evangelisti che ha fatto di Reich uno dei personaggi principali del suo romanzo “Il mistero dell’inquisitore Eymerich”, ci racconta la storia e l’attualità di un maestro della psicoterapia elevata a strumento di liberazione individuale e sociale, in un momento nel quale sembra tornare in auge, anche in Italia, la barbarie dell’elettroshock.

Tanto scomodo da finire i suoi giorni in un carcere americano, vittima di un sistema in cui aveva finito col credere. Fu questa la sorte di Wilhelm Reich (1897-1957), uno dei pensatori più originali di questo secolo e, forse per questo stesso motivo, uno dei più rimossi dalla cultura contemporanea.   Psicanalista dissidente e poi biologo eterodosso, a lui si devono acquisizioni tanto disparate quanto vitali come la psicosomatica, lo studio delle connessioni tra cancro e depressione, l’analisi del carattere, la “rivoluzione sessuale” che condizionò i giovani del ’68. Marcuse gli deve molto; Fromm praticamente tutto (anche se non lo ammise mai). Eppure non è da molti anni che le enciclopedie si degnano di riportare il nome di Reich, e un vero e proprio riconoscimento del valore scientifico del suo lavoro è ancora di là da venire.

Negli anni ’20 è uno dei più brillanti allievi di Freud. Presto, però, le sue idee politiche di estrema sinistra lo mettono in contrasto col maestro. Apre un ambulatorio psicanalitico per i giovani lavoratori, partecipa con ardore alle battaglie della Milizia operaia comunista contro i nazisti. Ma il dissidio con Freud ha anche radici dottrinali. Reich non accetta l’idea dell’esistenza di una “pulsione di morte”, destinata tra l’altro ad annacquare il posto centrale che la sessualità aveva fino a quel momento occupato nel pensiero freudiano. 

L’apertura a Vienna e a Berlino di consultori sessuali per i ragazzi della classe lavoratrice, negli anni ’30, procura a Reich l’ostilità del Partito comunista, che aveva fino a quel momento fiancheggiato. All’originaria teorizzazione del “libero amore” fatta propria dal movimento comunista internazionale segue infatti, con l’ascesa di Stalin, un atteggiamento sempre più sessuofobico. Reich dedica al tema un libro memorabile, “La rivoluzione sessuale”, in cui attacca la concezione tradizionale della famiglia e del matrimonio, mentre un altro studio altrettanto memorabile, “Psicologia di massa del fascismo”, tratta della sessuofobia dell’estrema destra e delle motivazioni profonde del nazifascismo. 

L’avvento di Hitler costringe Reich, che tra l’altro è di origine ebraica, a riparare all’estero. In Danimarca e in Norvegia, braccato dalle organizzazioni fasciste locali, riesce a riorganizzare le sue ricerche. Queste ultime, però, stanno prendendo una svolta inaspettata. L’energia chiamata libido aveva per Freud un valore solo astratto, tanto che lo stesso autore aveva finito per accantonare il concetto. Reich, invece, sospetta l’esistenza di un’energia concreta e misurabile, che fluisce nel corpo come una corrente (sulle prime, infatti, la identifica con l’elettricità) e che raggiunge nell’atto sessuale la massima intensità. Inibizioni e distorsioni accumulate fin dall’infanzia creano nella muscolatura blocchi e rigidità che impediscono all’energia di fluire liberamente, dando origine a nevrosi e psicopatologie. Compito del terapeuta è intervenire sulla corazza caratteriale per scioglierla, liberando la mente attraverso la liberazione del corpo.

Fin dal 1934 Reich era stato espulso dal movimento psicanalitico. Con la nuova disciplina da lui creata, chiamata vegetoterapia, la rottura con Freud diviene irreversibile. Reich è così costretto a contare tra i suoi implacabili nemici, oltre a nazisti e stalinisti, anche gli psicanalisti, impegnati a denigrarlo con accanimento. E’ anche per causa loro che deve lasciare l’Europa e trasferirsi negli Stati Uniti (con l’amara sorpresa di venire internato, al momento dello sbarco, quale sospetto nazista!). 

Prima ancora, comunque, la ricerca reichiana aveva avuto un’ulteriore svolta. Gli esperimenti di Reich lo avevano convinto dell’esistenza effettiva di un’energia vitale, simile all’elettricità ma distinta, che aveva chiamato orgone. Al microscopio aveva creduto di osservare la formazione di corpuscoli ameboidi detti bioni ogni volta che quell’energia veniva applicata a determinate sostanze, dalla limatura di ferro alla sabbia marina. L’orgone costituiva quindi un ponte tra non vivente e vivente, e i bioni erano l’espressione concreta di quel passaggio. Convinto di avere scoperto la chiave della vita, Reich abbandona gradualmente la vegetoterapia per dedicarsi alla nuova vocazione biologica. Nella lotta tra bioni e bacilli mortiferi, in un corpo tanto contratto da non rifornire di ossigeno e di energia le proprie cellule, individua la causa prima del cancro. Poi pensa di scoprire la presenza di energia orgonica prima nell’atmosfera terrestre, quindi nell’intero universo, tanto da abbozzare una propria cosmologia che lega la formazione delle galassie alle circonvoluzioni dei flussi di orgone. 

Procede sicuro per la propria strada, persuaso che la qualità di scienziato lo ponga al riparo da ogni rischio. Grave errore. Il laboratorio che dirige distribuisce degli accumulatori orgonici: grandi casse rivestite di materiali organici e inorganici,a strati, che ricaricherebbero di energia chi ne fa uso. La Food & Drug Administration ritiene, a torto, che si tratti dell’ennesimo trattamento miracoloso contro il cancro, e ne vieta la diffusione. Reich ignora l’ordinanza. Come prima conseguenza, un giudice ordina il rogo di tutti i libri che ha scritto: non solo quelli riguardanti l’orgone, ma anche “La rivoluzione sessuale”, “L’irruzione della morale sessuale coercitiva”, “L’analisi del carattere”. Altrettanti classici della psicologia e del pensiero antiautoritario. 

Seguono due processi e l’incarcerazione. Reich, che non sopporta di restare rinchiuso, muore dopo due anni, il 3 novembre 1957. Per cercare di abbreviare la pena, aveva accettato di sottoporsi alla sperimentazione di nuovi farmaci. Una delle versioni del suo decesso vuole che sia rimasto vittima di quella scelta. Il suo ultimo manoscritto scompare, forse distrutto. 

L’assurda morte di Wilhelm Reich copre d’infamia il sistema giudiziario americano, che da allora è cambiato ben poco, come dimostrano i casi di Silvia Baraldini e di Abu Mumia Jamal. 

Molto più controversa è l’intera questione dell’energia orgonica. Alcune osservazioni di Reich, come quelle sulla dinamica elettromuscolare nell’orgasmo, hanno trovato pieno riscontro. Anche la sua cosmologia orgonica somiglia straordinariamente a quella sostenuta dalla moderna “fisica del plasma”. Altre asserzioni non hanno avuto conferma, a meno di non riferirle all’elettromagnetismo naturale del corpo umano. Però quasi tutti gli esperimenti di Reich, inclusi quelli sui bioni, trovano riscontro nelle teorie di studiosi contemporanei di valore indiscusso, da Alfvén a Prigogine, a conferma che non erano frutto di una mente troppo fantasiosa. 

Ma non è questo che conta. Ciò che è vivo di Reich è la decisa presa di posizione a favore di una psicoterapia elevata a strumento di liberazione individuale e sociale, mentale e fisico, di matrice schiettamente antiautoritaria. In epoca in cui vi è chi ha il coraggio di riproporre l’elettroshock quale sistema curativo, l’attualità di tutto ciò si fa bruciante. 


Dal sito https://www.gruppomacro.com l’interessante recensione di un libro:

Che cos’è l’energia orgonica scoperta da Wilhelm Reich

Uno dei ricercatori più noti del nostro tempo è sicuramente Wilhelm Reich. Discepolo di Freud, si concentra in particolar modo sugli studi relativi l’energia orgonica, un tipo di energia che permea l’intero cosmo e anche gli esseri viventi, il cui blocco sarebbe causa di diverse malattie.

Nel suo libro “Wilhelm Reich. Il genio dell’energia orgonica e della liberazione sessuale“, Jesus Garcia Blanca ci illustra in che cosa consiste e perché avrebbe potuto cambiare il volto della storia.

Wilhelm Reich: la scoperta dell’orgone

Negli anni Venti del secolo scorso Wilhelm Reich lavorava al fianco di Freud, destinato a diventare un brillante psicoanalista. Lo psichiatra di origine ucraina si concentrò in particolar modo sulle nevrosi e la stagnazione dell’energia psichica che si riscontrano in questi quadri clinici.

A metà degli anni Trenta fece degli esperimenti sulle infezioni per via aerea e notò che i microrganismi si formano a partire da materiale non organico, provocando la disintegrazione delle sostanze organiche. Osservando al microscopio la sostanza inorganica si rese conto che avevano in comune delle vescicole di materia, che assumevano un movimento pulsatile di colore verde-azzurro. Chiamò questo moto pulsatile bione.

Un giorno per errore, un suo assistente scaldò, fino a rendere incandescente, una provetta contenente alcuni bioni. Questa, piuttosto che essere eliminata, riusciva a produrre un potente fenomeno energetico radiante. Diede il nome di orgone a questa energia, in onore degli studi sulla sessualità di Freud che lo avevano influenzato parecchio.

Reich era convinto di aver trovato finalmente ciò che gli uomini hanno sempre cercato: l’energia primordiale cosmica da cui tutto deriva.Questo concetto non è del tutto nuovo: le tradizioni orientali sono basate sulla concezione di una forza vitale universale, che per gli induisti si chiama prana, per i buddisti è nota come Chi. In Occidente furono gli antichi Greci i primi a riferirsi a questa energia definendola etere. E si tratta, più in generale, di concetti noti alle culture che considerano la malattia come una distorsione energetica.

Dalla libido di Freud all’energia orgonica di Reich

Secondo Reich, l’energia orgonica si differenziava da tutte le altre energie conosciute, che derivano dalla materia (elettrica, nucleare, magnetica…) e che sono, per questo, definite energie secondarie. Grazie ai suoi studi, Reich si rese conto che l’orgone è fondamentale in tutti i processi vitali: dalla formazione delle galassie alla formazione cellulare.

La particolarità dell’orgone è che tende ad accumularsi, e a organizzarsi in strutture complesse, dette orgonomi, che creano una vera e propria tensione meccanica. Tutti gli organismi viventi, quindi, contengono al loro interno una certa quantità di orgone, che si manifesta nelle funzioni biologiche e meccaniche.

L’energia entra ed esce costantemente da diverse vie e attraverso vari processi: respirazione, nutrizione, emozioni ecc. Il flusso è permanente e la sua caratteristica fondamentale è la pulsazione, il processo di carica e scarica. Solitamente la carica è maggiore della scarica, cosicché l’eccesso di energia accumulato si scarica negli organismi unicellulari attraverso la divisione e nell’animale umano tramite un meccanismo di sicurezza autoregolato, vale a dire l’orgasmo.

Questa riflessione fu in parte influenzata dalle idee di Freud nella psicoanalisi, che aveva elaborato una prima teoria il cui pilastro fondamentale era il principio di piacere, il quale ipotizza che l’essere umano agisca sotto la spinta di un istinto “positivo” che lo muove sempre verso ciò che gli induce piacere. A partire dallo scontro tra questa necessità primaria e il mondo esterno frustrante avrebbero origine le nevrosi. Freud non aveva idea di cosa fosse né da dove venisse ciò che si scontrava con il mondo esterno, con la paura della punizione, sebbene avesse intuito che si trattava di un qualche tipo di energia che chiamò libido.

A partire dal momento in cui si manifestava un conflitto tra individuo e società si aprivano due strade che avrebbero segnato sorti opposte: da un parte mantenere l’ordine sociale a scapito dell’individuo, dall’altra prendere le difese dell’individuo e lottare per il cambiamento sociale. Freud scelse il primo, Reich optò per il secondo. La rottura fra i due era inevitabile.

Merito delle scoperte di Wihlelm Reich sull’energia orgonica è di essere riuscito a rendere visibile tale energia, che costituiva la soluzione ai problemi che si era posto per anni e il nesso tra i primi dubbi sulla concezione freudiana della nevrosi, il concetto di salute e malattia e l’importanza cruciale dell’autoregolazione nella crescita del bambini.

In seguito alle scoperte fatte, Reich ritenne che la formula dell’orgasmo, la cui chiave energetica era ovviamente l’orgone, costituisse la formula della vita poiché esso era rintracciabile in tutta la materia vivente e in tutte le funzioni del sistema biologico: nella respirazione, nella circolazione sanguigna, nel funzionamento dell’intestino e della vescica, nel movimento delle amebe. Un flusso permanente di pulsazione in cui la contrazione rappresenta l’angoscia e l’espansione il piacere.

Stabilendo con precisione la relazione tra l’economia energetica sessuale e i disturbi nevrotici, Reich aveva fatto un passo trascendentale verso la possibilità di cura e, cosa ancora più importante, di prevenzione della sofferenza umana. La chiave stava nell’interrelazione tra i conflitti, di natura psichica, e il blocco sessuale, di natura fisica, in cui i primi costituiscono il contenuto e il secondo il livello energetico. Da qui era facile comprendere che, lavorando soltanto a livello psichico, era impossibile risolvere il problema. L’intervento doveva rompere la frontiera, allora sacra, costituita dal contatto con il corpo del paziente o, meglio, con il muro dietro al quale egli si trincerava.

La tragedia di Reich sta nel fatto che la principale conferma pratica delle sue idee fu proprio la costante persecuzione che dovette subire in tutti i Paesi in cui visse – dall’Europa agli Stati Uniti – e che si vide costretto a lasciare, giacché le sue scoperte mettevano in luce le radici del dominio, della sottomissione e della sofferenza sociale, attaccando duramente le basi di meccanismi di potere ancora attuali.

Scrive Jesus Garcia Blanca a questo proposito: “Se Reich fu perseguitato fino alla morte è perché le sue idee mettevano in pericolo lo status quo dei potenti, chiunque essi fossero. È ammirevole come, nonostante le pressioni alle quali fu sottoposto per tutta la vita, compresi i molteplici tentativi di essere fatto passare per paranoico o schizofrenico, riuscisse a mantenere un’energia tale da permettergli di portare a termine scoperte trascendentali che proposero, e propongono tuttora, un nuovo paradigma scientifico e medico. Se l’accettazione di ingiurie, sofferenza e ingiustizia è indice di insanità mentale e la salute mentale si trova nella capacità di ribellarsi, non c’è dubbio che Reich godesse di ottima salute e proprio per questo è un esempio di ribellione”.

Le biopatie: l’energia orgonica e la malattia

Con le nuove conoscenze raggiunte e la consapevolezza che gli esseri viventi hanno un metabolismo energetico che regola le funzioni biologiche, Reich cominciò a guardare anche alla salute in chiave energetica.

Un organismo sano è quello in cui l’economia energetica funziona, in cui il processo tensione-carica-scarica-rilassamento avviene in modo fluido e naturale. Non si tratta di un equilibrio permanente, bensì di una pulsazione costante tra equilibrio e disequilibrio per autoregolazione. In questo senso, i disequilibri non vengono considerati “malattie”, ma momenti che fanno parte del gioco vitale di pulsazione e dualità, in cui i contrari sono interdipendenti: espansione-contrazione, parasimpatico-simpatico, femminile-maschile, negativo-positivo, buio-luce, yin-yang ecc. Quando i disequilibri si cronicizzano, quando l’energia ristagna e la pulsazione viene distorta, hanno origine alterazioni profonde e permanenti dei processi vitali.

Reich chiamò queste alterazioni biopatie, riferendosi ai processi patologici che hanno origine in un organismo vitale autonomo e che presuppongono un disturbo della naturale funzione di pulsazione in tutto l’organismo, il cui meccanismo centrale è la compromissione della scarica dell’eccitazione bio-sessuale.

La biopatia più grave e globale analizzata da Reich fu il cancro, caratterizzato da un evento traumatico vissuto nelle prime fasi dello sviluppo, nel periodo embrionale o fetale. A questa vulnerabilità iniziale del terreno bioenergetico si aggiungono altri fattori: il blocco del diaframma che mantiene il paziente in uno stato di inspirazione cronica che facilita una carenza di ossigenazione e, di conseguenza, uno stato energetico di “emergenza” che disturba e limita la funzionalità dell’organismo, così come l’integrazione della propria identità.

Blanca precisa che: “Gli studi di Reich mettono in scacco la ricerca ufficiale sul cancro individuando nelle cellule la conseguenza e non la causa e identificando il tumore come un sintomo, che non sempre si verifica, e non come l’obiettivo principale da attaccare attraverso chemioterapia, radioterapia e chirurgia. Tale orientamento evidentemente erroneo ha conseguenze gravissime sui pazienti, e l’accanimento a continuare su questa strada si spiega solo con ragioni che non hanno a che fare né con la scienza né con la medicina, come aveva già suggerito Otto Warburg, premio Nobel per la medicina nel 1931 per la scoperta di alcuni cambiamenti nel meccanismo di respirazione delle cellule, che Reich cita ne “La Biopatia del Cancro”. Il lavoro di Warburg rappresenta un cambio di rotta totale rispetto alla ricerca ufficiale sul cancro, rotta che collima con gli esperimenti di Reich sulla biogenesi e che spiega in modo coerente l’origine e lo sviluppo della cellula tumorale, concepita come prodotto finale di una catena di processi patologici di involuzione”.

In sostanza, secondo Reich, il cancro non è altro che una riorganizzazione dei bioni in protozoari, una retrocessione a un livello di funzionamento primitivo: è una versione accelerata del processo di invecchiamento con putrefazione in vivo. Il processo del cancro è identico a quello della biogenesi. Le cellule tumorali sono un tipo particolare di protozoari dei tessuti in decomposizione bionica, e se il malato non morisse, a causa delle cure o di un crollo organico, avrebbe luogo una trasformazione dalla vita pluricellulare alla vita unicellulare.

Le cause dello stato di emergenza che produce le alterazioni del metabolismo energetico secondo Reich sono da ricercare nel campo psico-emozionale e sociale: le istituzioni della società repressiva e autoritaria, incarnate dalla famiglia patriarcale autoritaria, causano il corazzamento dei bambini sia a livello psichico sia a livello muscolare, portando alla perdita di contatto con la natura e con il proprio stesso io.

L’isolamento difensivo alimenta la repressione e sfocia in una vita nevrotica e antinaturale che porta a profonde alterazioni del metabolismo energetico o, in altre parole, dell’economia sessuale autoregolata. Tali alterazioni hanno a loro volta tre tipi di conseguenze:

  • debilitano l’organismo di fronte alle aggressioni esterne,
  • lavorano nell’utero materno agendo sul feto e predisponendolo a futuri disturbi,
  • sono la causa dei processi patologici che conducono alle biopatie, in ultima istanza alla biopatia globale che la medicina ufficiale chiama “cancro”.

L’accumulatore orgonico: come misurare l’energia orgonica

Dopo la scoperta avvenuta per caso degli orgoni, Reich si convinse che questa energia era ovunque: lui stesso se ne rese conto, quando si accorse che la sua pelle, sotto ai vestiti, era abbronzata. Pensando di essersi esposto a qualche tipo di radiazione, osservò i bioni al microscopio ma si rese conto che si trattava dell’orgone e non di radiazioni, dato che questa forma di energia era dappertutto.

Incuriosito, durante altri esperimenti, si rese anche conto che nel buio di una stanza sotterranea, lui stesso emanava una luce blu e che nella stanza c’era un vapore grigio-azzurro. Notò anche che questa energia era assorbita dagli oggetti organici, mentre era impermeabile a quelli metallici.

Come ulteriore passo avanti, Reich tentò di misurare questa energia: l’occasione si presentò in seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando fu costretto a lasciare l’Europa e a rifugiarsi negli Stati Uniti.

Qui, nel 1940 costruì il primo accumulatore orgonico: una struttura di strati di materiale organico alternati a metallo.

Questo attrezzo era stato progettato per concentrare l’energia orgonica atmosferica, ma fu usato anche per diversi esperimenti su pazienti affetta da disturbi vari. Grazie all’accumulatore di orgone, Reich fu in grado di osservare l’orgone e di verificare quante e quali forme esso potesse assumere al suo interno: di colore grigio-bluastre, sotto forma di vapore, blu-violette simili a puntini luminosi, bianche a forma di raggi in movimento.

Reich condusse molti esperimenti terapeutici con gli accumulatori di orgone per cinque anni almeno, in particolare su casi, spesso molto gravi, di biopatia contrattiva carcinomatosa, come chiamava il cancro. Nella maggior parte dei casi, i risultati furono molto positivi e incoraggianti, e in effetti altri medici che frequentavano i corsi e le conferenze di Reich cominciarono a utilizzarlo a loro volta. Tutti sapevano però che l’orgonoterapia era a una fase sperimentale e soprattutto che i problemi di salute non sono mai solo di tipo biologico, ma che hanno componenti sessuo-economiche e sociali.

Continuò i suoi esperimenti e le sue ricerche fino alla fine, nonostante sia stato osteggiato dalla FDA americana, fino a dover subire un processo alla fine del quale fu imprigionato fino alla sua morte nel 1957. Dopo la sua morte, ogni suo lavoro o strumento fu fatto sparire, mentre i suoi scritti furono distrutti pubblicamente.