Etichettati come i barattoli nella credenza

Dal sito Low Profile, 14 Febbraio 2023 dc, articolo dell’8 Febbraio 2023 dc:

Etichettati come i barattoli della credenza

Durante la nostra vita veniamo continuamente etichettati e fatti rientrare in una casistica, una colonna o una percentuale per un’enormità di aspetti: come ci vestiamo, cosa mangiamo, come dormiamo, dove andiamo in vacanza, ed è tutto ad uso e consumo di chi ci vende qualsiasi cosa.

Solo sopra i sentimenti non si deve mettere un’etichetta…non è ammissibile ed è disgustoso.

Non sono una grande ammiratrice dei social network: uso Instagram a volte, ma il resto non mi interessa: troppi tuttologi, esperti dell’ultima ora e filosofi da quattro soldi.

Ho scelto WordPress come mio rifugio dalle brutture proprio perché qui c’è un’aria diversa, un rispetto per le persone che amano scrivere e scrivere della loro vita senza il timore di essere aggrediti o, peggio, denigrati.

Per la mia esperienza di vita, vissuta intensamente, non ho quasi mai cercato di giudicare senza conoscere a fondo sia la persona che la problematica nascosta tra le righe scritte.

La fatica nello riuscire ad esternare il dolore sotto ogni forma possibile è per me un atto di coraggio estremo, non è un ledere la propria dignità, ma solamente avere la forza di condividere il proprio malessere.

Che si chiami depressione, cancro, morte di una persona cara, ansia, traumi infantili, autolesionismo, paura di morire o di vivere è il MIO DOLORE e come tale DEVE essere rispettato da tutti senza necessariamente avere una targhetta.

Non ci serve sentire ciò che sentenziate senza pudore, sporcando le pagine con aggettivi dispregiativi che risuonano nella bocca di chi li pronuncia con disprezzo e crepano il cuore di chi li subisce.

Sono rimasta a pensare, la scorsa notte, alla coda di un post che ho letto due sere fa, e a come si possa sparare a zero sulla Croce Rossa.

Sì, perché quando non si ha cura delle parole che si usano, quando non si ha nessuna remora a ferire persone indifese solamente perché nel loro blog si fanno forza a colpi di righe scritte con lacrime e dolore, penso che questi inquisitori di sentimenti debbano chiedere scusa e ritirarsi in silenzio.

Le etichette mettetevele voi, magari appese al collo. Cosa potremmo scrivere sopra quella etichetta? Insensibile, vergognoso, narcisista?

Aggiungo solo una cosa: un abbraccio forte a chi tutti i giorni si alza e lotta per arrivare a sera e potersi svegliare il giorno dopo, ai guerrieri che raccontando la loro esperienza qui, nel condominio di W.P., hanno aiutato altre persone ad aprirsi, a raccontare, a sentirsi meglio.

Avete la mia stima…sempre!